Ieri in macchina con la Massi ho sentito per radio un'intervista al bravissimo attore locale Filippo Timi. Io lo conoscevo di vista quando giocava a épater le bourgeois in giro per Perugia 12/13 anni fa. Sono contenta che abbia fatto strada, è talentuoso. Sul palcoscenico, intendo. In questa intervista ha inanellato una serie di luoghi comuni da impallidire, tipo che lui sembra cattivo perché in realtà è molto buono, visto che i molto buoni quando si arrabbiano diventano veramente cattivi. Poi si è scagliato contro l'ipocrisia di chi, alla giuria del festival di Sanremo, insisteva perché lui non mettesse 1 alla canzone di Gianni Bella. E lui odia questa ipocrisia. Ha citato tutti gli autori che ci aspettavamo citasse Pasolini, Testori, Artaud, sia chiaro che ha Wittgenstein come livre de chevet.La scoperta di Majakovski, da ragazzo, gli ha fatto capire che i poeti non dovevano essere solo pallidi con gli occhiali e i polsi sottili. Allora Baudelaire? Allora Villon? Vabbè. La Massi è infatuata di Filippo Timi, quindi non ha condiviso il mio fastidio, dovuto molto anche al caldo, su, in fondo che mi frega. Qualcuno le presti il libro. Che a me non è piaciuto. Soprattutto il finale, mon dieu.
Devo dimostrare a me stessa e al mondo che non sono una criticona, a questo scopo mi trovo tristemente a corto di argomenti in questo momento.
Stanotte ho fatto un sogno che si svolgeva in un'enorme, non so, sala congressi, atrio della sala congressi, qualcosa di enorme comunque, pieno di gente, tra cui Fabrizio Corona (purtroppo per lui nei sogni si entra a titolo gratuito) e Omero, non ovviamente il poeta epico ma lo studioso di filosofia che ha un qualche ruolo nella mia vita. Mio marito mi ha svegliato con una telefonata quando qui erano le 8 e lì le 2, lui era nervoso, io rintontita, è partito un doloroso qui pro quo, o forse non era nemmeno un qui pro quo, fatto sta che mi ha trattato veramente come una pezza da piedi, e certo che ecco, insomma, vabbè.
La zona del Parco Lacugnana dove una volta si ballava è in disarmo. Emana l'intensa bellezza delle cose in disarmo. Se fossi una intraprendente e capace di divertirsi e di seguire i suoi desideri, ci organizzerei la mia festa di laurea. Ma no.
[Non una gran giornata oggi, no]
