Non ce la faccio a scrivere qualcosa di interessante.
Ho in testa almeno quattro recensioni di libri, potrei commentare questo o quello. Ma sono stanca, siedo davanti al computer e non riesco ad applicare il cervello alla stesura di un testo di una qualche dignità. Allora preferisco giocare a Word Challenge (che in due giorni mi ha già stuficchiato, è inutile, i giochi mi prendono fino a un certo punto), girellare per i siti di informazione, fare le solite approfondite ricerche sulle mie ossessioni più o meno patologiche (e non sto abusando del termine).
Sono molto stanca, il mio bambino mi assorbe molto, in questi giorni Jason lavora e ci sto da sola, tutto il giorno, e lui vuole attenzione ogni secondo, non posso nemmeno voltare la faccia sennò piange. E' tenero, e sfinente.
Metto piano piano a posto la casa, riordino libri impacchettati mesi fa, come sempre ritrovo qualcosa che non ricordavo di avere, o vengo presa dal desiderio irrefrenabile di rilettura, o di prima lettura di testi comprati magari a metà prezzo e messi da parte. Uno di questi sarà ciò che leggerò ora, il libro di Walter Tobagi sull'attentato a Togliatti nel 48.
A fine mese ripprenderò a lavorare, un lavoro che non mi piace più, che paga poco e irregolarmente, che contribuisce alla mia ansia e insoddisfazione. Mi sembra tutto da sistemare, da riorganizzare, da riempire di senso.
Almeno sono a dieta, e se il corpo non tornerà mai com'era almeno posso provare a riavvicinarmi a una forma vagamente da me accettabile.
In tutto questo mi manca il mare, come ti manca una persona. Sono tre anni che non vado al mare.
giovedì 14 agosto 2008
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1 commento:
cara barbara,
benvenuta nel vicolo degli infanti...eh eh eh
andrea
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