mercoledì 15 settembre 2010

Cosimo si è svegliato male, stamattina, gridando. Quando suo padre l'ha portato in cucina gli ho chiesto cos'avesse sognato. "Caduto dalla motobicletta", mi ha risposto. (Quando qualche giorno fa è morto il motociclista Tomizawa, in un ristorante cinese dove stavamo la sequenza era trasmessa e ritrasmessa da un grande televisore, Cosimo mi ha chiesto cosa fosse, gli ho risposto che un ragazzo era caduto dalla motocicletta, pòro cocco, e lui ha continuato a ripetere, mentre le immagini continuavano a scorrere, saranno continuate per venti minuti, "caduto dalla motobicletta... piange...)
Non ho capito ancora se Cosimo ha presente cosa chiedo, quando chiedo cosa ha sognato. Risponde però, dopo averci pensato, ad agosto mi rispondeva spesso "piscina".
Poi è andato all'asilo come tutti i giorni, mentre io traccheggio davanti al computer perché devo andare a sostenere una conversazione sgradevole e pesante sul lavoro, e non c'ho voglia.
Penso spesso a quanto mi colpì il racconto Evelyn su Dubliners di James Joyce, quando lo lessi a 19 anni, quanto mi sembrò bello e profondo.