giovedì 15 maggio 2008


Cosimo!

giovedì 8 maggio 2008

Sono sbalordita. Ho appena sentito l'intervista all'avvocato di una delle merde fasciste che a Verona ha ucciso Nicola Tommasoli. L'avvocato ha ripetuto la versione del suo cliente, che sostiene (linea difensiva comune ai cinque) che non si è trattato di un pestaggio ma di una rissa, iniziata di fatto da Tommasoli. Beh, in tutta la ricostruzione l'avvocato ha chiamato il proprio assistito per cognome, e Nicola Tommasoli "Codino". Allora Codino ha fatto, Codino ha detto. Oddio.

mercoledì 7 maggio 2008

Hillary pensava di stravincere in Indiana e di perdere di poco in North Carolina, così da quasi riagganciare Obama. Anche gli osservatori erano un po' di questa idea, perché tutta la storia del reverendo Wright ha costretto Obama sulla difensiva.
Invece è successo il contrario: Obama ha stravinto in North Carolina e ha perso di poco in Indiana. La cose per lui si stanno mettendo benissimo.
Per colazione Jason ha fatto una soffice torta al caffé tutta ricoperta di Nutella. Buonissima.

martedì 6 maggio 2008

Dal sito del Corriere (e sempre perché il vero pericolo per la democrazia sono i centri sociali che bruciano la bandiera di Israele):
"A soli 39 anni, Piero Puschiavo è una leggenda, nera. Imprenditore, padre di famiglia, nel 1985 fondò il Fronte, portò gli skinhead a Verona, decisamente in anticipo sui tempi rispetto a Milano o Roma. Scelse come bacino di proselitismo la curva dell'Hellas Verona, avviò imprese musicali e editoriali, come le fanzine Blitzkrieg, Groaar, La Fenice, la rivista skin Azione Patavium, nella quale indicava come principale nemico «l'imbastardimento della nostra razza». Nessuna responsabilità, dice, nessun album di famiglia. «Il mio unico rimpianto è aver fatto troppo poco per elevare i valori ideali della nostra tradizione, nella quale si inserisce la nostra lotta ai gay, che sono dei falliti, la loro patologia è incurabile». Forse non sembra, ma Puschiavo è uomo colto, probabilmente non sbaglia quando dice che i giovani estremisti d'oggi non leggono Evola e Maurras, nulla sanno del pensiero di Alain De Benoist. Ma il suo linguaggio è questo: «Sono tutti figli dell'America, dei suoi film corruttori e violenti, dell'ossequio continuo a Israele». E così via. I visionari, si sa, non tengono in gran conto le terrene vicende del politicamente corretto."
Se fossero stati romeni sarebbe stata emergenza, è evidente. Ma secondo Fini, se cinque nazisti ammazzano di botte e calci in testa un giovane perché ha i capelli lunghi, non è tanto grave quanto i centri sociali di Torino che danno fuoco alla bandiera di Israele(gesto che io personalmente giudico veramente merdoso. Questo in nome della lotta all'antisemitismo, che notoriamente è un problema che non coinvolge i gruppi nazisti, il Fronte Veneto Skinhead ecc.
Quello che mi sta mandando in bestia è che l'informazione continua a dire che sembra non ci sia un movente politico, che la violenza è bestiale e insensata e si è scatenata solo perché l'ucciso si è rifiutato di dare una sigaretta. Quando tutte le testimonianza concordano nel dire che pestaggi di persone vestite in modo che può essere considerato di sinistra (kefie, magliette con scritte più o meno militanti, ma anche solo pantaloni larghi, piercing o capelli lunghi per i maschi)sono la prassi al centro di Verona. E rimangono sistematicamente impunite. Alla faccia del problema sicurezza.
Al Tg1 lungo servizio con immagini della manifestazioni di ieri sera, in fondo anche abbastanza completo, che finisce parole tanto accorate rispetto alla bestialità di "giovani come tanti, dalle vite in apparenza così normali."
Ecco, magari smettere di considerare così normali i ventenni nazisti che picchiano regolarmente gli stranieri o le tifoserie avversarie (tutti gli assassini avevano precedenti), solo perché sono italiani, di buona famiglia e magari iscritti al liceo classico, potrebbe essere un buon inizio per cambiare le cose.

domenica 4 maggio 2008

Pupi ha ragione. "La freccia nera" è del 1969. Quindi può averla vista quando andava all'asilo. Però mi aspettavo che la Bruna lo mandasse a letto dopo Carosello.
(Loretta Goggi è del 1950 e non del 1948 come avevo detto io).
Ieri Cinzia Anto Pippi Pupi Ermi Giovanni Jimmino Roxy Monie mi hanno regalato un fasciatoio e un cuscinone per l'allattamento. Che dolci.
Ora ho tutto, mi mancano solo le pantofole. Mia madre mi ha chiamato dalla cima del Monte Subasio, dove sta facendo un'escursione, per consigliarmi di acquistare delle finte Crocs che sono tanto comode.
Alla Città della Domenica, mio marito sostiene di aver mangiato ieri sera la migliore pizza di tutta la sua vita, compresa la fase in cui poteva ancora "do gluten". La conversazione sui ggiovani è stata appassionante, a me sono venute in mente tante altre cose dopo, riprendiamola amici! ("emo" su google.it fornisce un sacco di interessanti informazioni)
Obama ha vinto le primarie a Guam per 7 voti.

sabato 3 maggio 2008



Quando ero piccola mi sembrava la canzone più bella del mondo. Forse anche adesso. Un grazie a Pupi, io per qualche motivo non ero riuscita a trovarla su youtube.

giovedì 1 maggio 2008

Ieri sera io e Jason siamo andati al ristorante giapponese con Pupi, poi al Loop Caffè in via della Viola dove ci hanno raggiunto Cinzia e Antonello. C'era il concerto de Le luci della centrale elettrica in programma per le 22. Alle 22 eravamo solo io Jason Pupi Paolo Vinti e una coppia di tedeschi sulla settantina col loro cane. In venti minuti sono andati via Paolo e i tedeschi, e sono arrivati Cinzia e Antonello. Questo ci ha permesso di prendere posto sul divano e di chiacchierare amabilmente per più di un'ora, leggendo il giornale con tutti i concerti in giro (il 31 maggio c'è Nick Cave a Spello. Con Jason abbiamo convenuto che non è adatto per un neonato di 15 giorni, troppo gloomy). E' stata una serata molto carina in compagnia. Quando il concerto è iniziato, venti a mezzanotte, con una declamazione di Paolo Vinti nel frattempo ritornato ("Barack Obama vincerà negli Stati Uniti", corna e scongiuri vari), una folla compatta di gente ha circondato il divano dove ci eravamo accomodati, provoncando un momento d'ansia ad Antonello, che, unito all'ansiogenità della musica stessa, lo ha convinto ad andarsene dopo poco.
Il concerto: il giovane se non giovanissimo cantautore ha senz'altro delle doti, che vengono dimostrate nel suo myspace [fino a ieri c'era un disegno di Andrea Pazienza che spezzava il cuore, ma l'ha tolto]: il pezzo lì presente è secondo me molto bello, e rende molto più registrato che dal vivo. Mi sono chiesta, chissà perché ha messo una canzone sola quando poteva metterne tranquillamente tre o più? Dopo il concerto ho capito: i suoi brani sono tutti perfettamente identici, sia nella musica, che nei testi, che nell'esecuzione, che negli arrangiamenti. Non scherzo. Identici. E questo è monotono. Momenti intensi ce ne sono stati due o tre, ma nel complesso non mi ha entusiasmato.
Tornata a casa, da alcuni indizi fisici ho avuto l'impressione di poter essere vicino al parto. Per mezz'ora sono stata in preda all'ansia, ricercando la cartelletta con gli esami clinici, che è sparita, e decidendo cosa mettere nella valigia per l'ospedale drammaticamente incompleta (tipo, non c'ho le pantofole). Poi però non è arrivata nessuna contrazione, allora sono andata a dormire e infatti eccomi qua.