martedì 23 dicembre 2008

Credere in questo e quello ti ha fatto stare male. Con metodi quali una raffazzonata meditazione desunta da articoli di giornale e documentari, e un comportamentismo tirato a indovinare, cerchi di arrivare al disincanto e, nel medio-lungo periodo, al cinismo.
Lo psichiatra vuole tutto, ti dici. Madri e padri biologici e putativi, zie e prozie, tramonti, visioni di deità tra le nuvole, schiaffi sul ponte o sul patio (ma qui ti stai confondendo, e sono rispettivamente un racconto ambientato a Klagenfurt e una canzone ambientata, presumibilmente, a Manchester), utilitarie anni Sessanta, pensi. Ma riflettendo riconosci che non è vero, puoi omettere tutto quello che vuoi perché lo psichiatra non ha altre fonti.
Va bene, ma allora che hai preso a fare due autobus, cambiando alla stazione?

[scorrendo l'agenda in via di dismissione ho trovato questi appunti per un racconto che poi non ho più scritto e che a questo punto non penso scriverò]

mercoledì 10 dicembre 2008

Quest'anno difficilmente riuscirò ad andare a Batik. Per dire, domani c'è un documentarista che dovrei incontrare per proporgli un'iniziativa da fare il prossimo anno, invece non posso perché Jason ha lezione di italiano e mia madre non voglio che ritorni verso Marsciano quando è buio e piove. Sabato poi devo andare a Roma per la manifestazione nazionale delle unità di strada contro il disegno di legge Carfagna sulla prostituzione. Domenica? Magari domenica proverò a fare un salto. Non ricordo cos'è in programma domenica.
L'anno scorso andai con Pupi a un incontro con Ronconi. Fu molto più bello di quanto mi aspettassi. Soprattutto rimasi abbacinata da Umberto Orsini, non posso negarlo. Cristo, quanti anni ha Umberto Orsini? Ecco, ho guardato su Wikipedia, ce n'ha 74, l'anno scorso 73. Un fascino stordente. Fisico asciutto e compatto, gesti casuali come guardare l'orologio che raccontano tutta una storia di disciplina del corpo e gusto dell'esibizione ma nello stesso tempo conservano un qualcosa di adolescenziale, un sacco da raccontare senza enfasi, ma ovviamente con una maestria e una voce da dipendenza fisica. Volevo passare in resto della mia vita con Umberto Orsini, dopo quell'incontro. Lo so, la gelosia retrospettiva per la gemella Kessler mi avrebbe avvelenato la vita, ma era un prezzo che mi sembrava accettabile da pagare. Invece, quando il parterre della tavola rotonda se n'è andato, io sono rimasta, anche per non fare uno sgarbo a Peppe. E non me ne sono comunque pentita, perché ho visto un pezzo della Medea che Ronconi aveva girato per la Rai, con Mariangela Melato che interpretava Cassandra, e anche quella è stata un'esperienza abbastanza limite (non posso non ricordare che stavo passando dal quarto al quinto mese di gravidanza, e che il profilo ormonale del mio organismo doveva essere abbastanza tumultuoso).
Anche l'incontro con Pippo Delbono fu fortissimo, l'anno scorso.
Vabe', ci saranno altre occasioni.

martedì 2 dicembre 2008

Quando iniziai a lavorare nel sosciale, undici anni fa, uno dei primi incarichi che ebbi fu una sostituzione estiva a casa di Aldo B. Per quattro ore a settimana, o forse sei, mi recavo nella sua bella casetta con il pavimento di cotto in fondo a via Eugubina, dove la campagna incalza e tutte le case hanno un orto e un pergolato, e tutto intorno ci sono i prati giù per il fianco della collina. Dovevo pulirgli casa, stirargli la roba, controllare un po' che non mangiasse troppo e si lavasse. Io e Aldo diventammo tanto amici. Mi raccontava le sue giornate ("la mattina vado al percorso verde a camminare, ci troviamo tutti lì, siamo un bel gruppo, quelli che c'hanno l'infarto, quelli delle vene, io che c'ho l'esaurimento..."), qualche episodio della sua vita di quando ancora lavorara alla Perugina, ma poco, perché c'era un punto, il punto della rottura del suo equilibrio psichico, al quale si arrivava immancabilmente e che lo turbava troppo, mi diceva del nipote che aveva comprato la Tigra e andava in vacanza sulla Riviera romagnola, da dove gli spediva con affettuosa regolarità cartoline con donne nude. Nell'accettare il lavoro, avevo naturalmente omesso di essere totalmente incapace nei lavori domestici. Spolverare spazzare e dare lo straccio è qualcosa che odio, ma che a mettermici riesco a fare anche bene. Il mio punto debole è stirare. Nessuno mi ha mai insegnato, e nella vita io non stiro le mie cose. Per andare a stirare da Aldo mi esercitavo anche a casa di mia madre, ma era difficile. Soprattutto le camicie, erano un incubo. Però Aldo se ne accorgeva, e dopo un po' che mi vedeva spostare a destra e sinistra la manica per riuscire a farla venire liscia cominciava a esortarmi "Ma dai Barbara, smetti che va bene, va bene così" e magari se la metteva sul momento, orrendamente spiegazzata. L'unico attrito nella nostra amicizia si verificava quando arrivava per lui il momento di fare la doccia. Non c'era verso. Le nostre diatribe duravano, letteralmente, ore. Io iniziavo con "Vatti a fare una doccia, che poi stai più fresco" e lui rispondeva con "Dopo". Man mano che le ore si consumavano io diventavo più insistente "Aldo, cammina, senti che caldo, fatti la doccia mentre pulisco la sala (o la camera, o la stanza vuota)", "No adesso non c'ho voglia, la faccio quando vai via", "No Aldo, falla adesso, perché bisogna discutere per una cosa così semplice?", "No adesso devo andare giù all'orto (o a comprare le sigarette, o a vuotare la spazzatura)" e intanto la voce vibrava un po' di snervatezza. Poi all'improvviso, non sempre però, prendeva e andava a fare la doccia. Tornava dopo mezz'ora tutto cambiato, con i capelli umidi, gli occhiali spessissimi sul viso arrossato, profumato di saponetta. Si abbandonava rilassato sulla sedia ed esclamava, immancabilmente: "Ah quanto se sta bene quando se fa la doccia. Proprio te rimette al mondo".
Casa mia è sempre in un disordine e una sporcizia da delirio. Qualche volta metto a posto, tipo domenica, perché veniva a trovarmi un amico che non vedevo da tempo. Quando poi mi trovo a vivere nelle stanze riordinate, con ogni cosa carina e al suo posto, passo le ore a dirmi "Quanto si sta bene quando la casa è pulita e in ordine. Proprio ti rimette al mondo". E penso sempre al mio caro amico Aldo.

P.S. Con Aldo ho lavorato due estati di seguito, ma poi ci sono rimasta in contatto perché stava sempre al circolo Arci di S.Erminio. Quando mi sono trasferita in via Italo Svevo siamo diventati vicini di quartiere. Lo vedevo spessissimo, gli ho presentato il mio fidanzato e poi gli ho annunciato che ci eravamo sposati. Accarezzava con piacere il nostro cane. Avrei tanto voluto fargli conoscere anche mio figlio, ma purtroppo è morto lo scorso gennaio. Io ero in vacanza con Boon e Eugene, quando sono tornata, facendo una passeggiata con la pancia già un po' cresciuta, ho letto il manifesto mortuario. Il funerale c'era stato quel pomeriggio, a Santa Petronilla, la chiesa in campagna dove lui andava spesso i pomeriggi, a chiacchierare col prete. Mi è dispiaciuto tanto.

mercoledì 19 novembre 2008

Ho portato fuori il cane e la giornata era stupenda, siamo andate al parco abbandonato sul fianco della collina, invaso dal sole. Era come a primavera, abbiamo giocato col guinzaglio, lei ha corso quasi con frenesia, avanti e indietro e in tondo, con me come centro del cerchio.
Verso le quattro sono uscita con mio figlio, ma la città era in ombra ormai, e la domenica le vie per andare in piazza Cavallotti, dove il negozio gestito dai pakistani rimane aperto, sono quasi deserte. Si era alzato molto vento, Perugia era tutta completamente grigia senza nemmeno un punto di colore. Cosimo ha pianto tanto, forse stranito dal freddo, cercavo qualcosa di allegro da mostrargli, un fiore, una tendina, non c'era nulla. Mi sono accoccolata a fianco del passeggino per dirgli qualcosa, ho visto le mie mani molto rugose in quella luce insensibile, atona. Ho continuato a camminare verso piazza Grimana, dove almeno le fronde degli alberi erano verdi, ma di un verde molto scuro, e una ventina tra ragazzi e ragazze giocavano a pallacanestro nel campetto di cui si è letto, di recente, nella cronaca nera internazionale. Passavano pochissime macchine, i rumori rimbombavano in una sorta di vuoto per me inspiegabile dal punto di vista fisico. Cosimo non la smetteva di piangere.
Mi è sembrato di capire com'è essere vecchi.

mercoledì 5 novembre 2008

Alle 00.56 mi è arrivato un messaggio al cellulare. Era Ilaria, che mi scriveva: "Ma non è che niente niente... vince davvero Obama! L'ha votato pure Mike Bongiorno!"
Ha vinto davvero Obama. Lacrime a fiumi.

domenica 2 novembre 2008

Hai lavato e fatto a pezzi altre volte carote, zucchine e patate (non spesso, e spesso malvolentieri perché cucinare non ti piace per niente), ma questa volta cerchi di concentrarti su ogni gesto perché vuoi essere sicura che tutto sia pulito e preciso, metti l'acqua, accendi il gas e lo tieni basso. Tutto nuovo, l'intenzione, l'attenzione, il sentimento. Prepari il primo pasto nella vita di tuo figlio. Certo, stai ancora lì a fissarti l'ombelico in preda all'angoscia e a piangerti addosso appena puoi, ma ormai puoi solo nei ritagli di tempo.

martedì 28 ottobre 2008



Facebook è come una droga. Ho delle difficoltà quasi insuperabili a provare interesse per il blog. Tutto ciò che mi viene da scrivere, lo scrivo su Facebook, poi vado a leggere i profili dei miei amichetti di Facebook, lascio i miei commenti, pubblico un video o un link, invio messaggi privati. Mi sembra interessantissimo, mi fa sentire molto in connessione. E mi fa sentire anche un po' ridicola, sì. Ma manco tanto.

mercoledì 22 ottobre 2008

Ieri in treno ho trovato "La Stampa". Qualcuno deve averlo letto da Torino a Perugia, per poi abbandonarlo sul sedile. Io l'ho raccattato e l'ho portato a Foligno con me. E' un quotidiano poco diffuso, qui, "La Stampa". Non è malaccio. Sono stata a Torino l'ultima volta nel dicembre 2006, quindi sono quasi due anni che non sfoglio "La Stampa". C'è una rubrica di lettere a Lucia Annunziata. Trascrivo la scambio di ieri. Il titolo è "La (messa in) piega della scuola italiana". La lettera fa così: "Ci sono notizie che fanno notizia e altre no. Il Corriere del 19 riporta questa dichiarazione del ministro Gelmini: 'Il mio fidanzato che mi vuole molto bene mi ha detto: se ti torcono un capello ci penso io'. La notizia ci rincuora. Lassù. al Nord, qualcuno ama Mariastella. L'ama talmente tanto da affrontare i 500 mila che le hanno sfilato contro il 17 a Roma. E qui la seconda notizia. Quel giorno, continua la ministra, 'sono rimasta all'Eur. Mi hanno consigliato di evitare viale Trastevere'. Allora che fa? Il cronista ci informa che 'se n'è andata da Renato, il suo parrucchiere'. Chissà come l'ha presa l'altro Renato, il ministro della funzione pubblica, fustigatore dei fannulloni. Invece di andare al ministero, come spetta ai dipendenti pubblici, la Mariastella si faceva scalare la chioma? O applicare balsamo sulle doppie punte? Qui l'informazione pecca. La scuola italiana, il Paese, non sapranno mai quale (messa in) piega avrà la politica scolastica. Renato, facci sapere. Anzi, chiedi a Mariastella come mai, il 18 e il 19 scorsi, la rassegna stampa del ministero dell'istruzione non risultava aggiornata. Ha una qualche attinenza con il successo della manifestazione di piazza o con gli esiti dell'acconciatura? Prof.ssa Elena La Gioia, iscritta al C.i.p. associazione aderente alla manifestazione del 17 u.s."
Mi sembra una lettera carina, che sottolinea la pochezza di un articolo dedicato a cazzatelle quando ogni spazio di un giornale potrebbe più intelligentemente essere utilizzato per commentare in modo congruo questa riforma della scuola così dirompente e criticata; inoltre prende un po' in giro la ministra basandosi su sue personali scelte di autorappresentazione, che mostrano appieno la donnetta che è; coglie anche dei comportamenti che cozzano con l'insopportabile retorica brunettiana sulla nullafacenza dei dipendenti pubblici. A me piace questa lettera. Però se non mi fosse piaciuta, e fossi stata la titolare della rubrica di posta, l'avrei cestinata e ne avrei pubblicata un'altra.
Invee che fa Lucia Annunziata? La pubblica e ne approfitta per dare una lezioncina di bon ton: "Gentile professoressa, immagino lei sappia che mi sono più volte espressa senza ambiguità a favore della vostra protesta, in particolare non amo il maestro unico né le classi separate. Dopo aver fatto una premessa così chiara credo dunque di potermi permettere di prendere le distanze da ciò che lei dice, sperando di essere capita: sono contraria all'insulto personale, a sminuzzare il confronto politico in pettegolezzi, all'usare i valori personali come indicazioni politiche. Insomma, non mi piace che lei parli della messa in piega della Gelmini, o della sua relazione, per farne esempi di parti per il tutto. La sua protesta e quella dei suoi colleghi è fatta a nome della dignità di vivere come si crede meglio, grazie anche a un lavoro che ha un senso e ha una remunerazione decorosa. La messa in piega non è parte di questa piattaforma: non è né un diritto né un difetto. E così le abitudini personali. Non mi piace questo attacco sessista alle ministre del Pdl, umilia anche me perché è l'uso del linguaggio che è sbagliato. A tutte le donne è capitato nella vita di avere nemici che preferiscono attaccare non per quel che fai o dici, ma umiliando il lato umano . Non ho mai usato questi mezzucci, e non lo farò mai. Si scontri dunque tutto il tempo che vuole con il ministro Gelmini, ma non si aggreghi a una deriva, che è, questa sì, umiliante anche per lei."
Ora, a parte l'italiano incerto - Lucia, ma che stai a di'?! Dov'è il pettegolezzo qui? La professoressa riprende, del tutto legittimamente, delle dichiarazioni della ministra stessa. La messa in piega non è né un difetto né un diritto, santa verità, però che la ministra potrebbe stare in ministero durante una fase così calda invece di andarsi a fare i capelli non mi pare un attacco personale.
Il grido al sessismo ogni volta che si dice "a" su una politica donna del governo Berlusconi (perché mi pare che le battutine sulla Bindi o sulla Turco passassero abbastanza sotto silenzio) meriterebbe una disamina a parte: mi limito a ricordare l'uscita infelicissima sull'altezza dell'insopportabile Brunetta che ha fatto proprio oggi D'Alema, per dire che l'insulto alle caratteristiche fisiche dell'avversario è abbastanza trasversale ai sessi. Berlusconi è nano e pelato, Fassino è un perticone, Gasparri c'ha la faccia da scemo. Per altro, mi sembra molto più sessista farsi difendere dal fidanzatino, onestamente.
Quindi, professoressa Elena La Gioia, se dovesse fare una ricerca su internet col suo nome capitando in questo post, voglio farle sapere che ha tutta la mia solidarietà, e che tutto quello che possiamo fare per demistificare la cialtronaggine di questo governo è un atto politico forte. [Il problema è quella imitazione che fece la Guzzanti dell'Annunziata. E' vero, era tanto stronza, nemmeno a me piacque come la prendeva in giro per gli occhi storti, oltre che per una certa ottusaggine: e l'offesa deve averla un po' accentuata, tra l'altro, l'ottusaggine]

venerdì 17 ottobre 2008

Io se fossi Saviano avrei scritto un libro bellissimo e coraggioso. Però se fossi Saviano non mi sarei fatta fare nemmeno una di quelle foto in posa col volto sofferto, anzi magari una anche sì da diffondere alla stampa, per non creare il mito alla Salinger, ma poi basta. Poi mi sarei rifiutata di diventare l'esperta ufficiale di camorra di questa o quella testata. Probabilmente mi sarei subito trasferita da qualche altra parte, avrei continuato a intervenire sul problema di tanto in tanto ma mi sarei rifiutata, diciamo da un punto di vista estetico-filosofico, di diventare un personaggio-eroe. Questo processo mediatico è il mio problema personale con Saviano. Eppure non tollero le critiche, spesso sguaiate, che lo tacciano di furbizia, di macchina per fare soldi. O quelli che questionano il libro con il fatto che non ha detto niente di nuovo: la sua forza è il racconto di una situazione, mica doveva dire qualcosa di nuovo, ma costruire il quadro di un contesto, una società, una cultura.
Sul valore letterario del libro, per me molto alto, nemmeno mi pronuncio. Faletti per tutta la vita a chi continua a sollevare la questione.
Io mi schiero però con la sorella di Falcone, se Saviano è stufo di questa vita, e mi stupirebbe il contrario, è bene che vada. Il mondo è grande, pieno di posti incredibili.
Perché restare in mezzo ai camorristi? Ma soprattutto, perché restare in mezzo a sta gente?
"Perché se venivano un mesetto prima [dei cinque mesi in cui sono state uccise 16 persone] potevano vedere tutta la popolazione di Casal di Principe, San Cipriano, tutti quanti, diecimila, quindicimila persone, tutti con la Madonna. A vede' portare la Madonna, a fare manifestazioni religiose. Non fate vedere solo la Casal di Principe che non ci rispecchia."
E' vero, fate vedere la Casal di Principe che li rispecchia. Sanfedisti del cazzo.

martedì 14 ottobre 2008

Ho aggiunto un nuovo blog ai collegamenti. Lo trovo scritto benissimo ed esprimente un'intelligenza superiore. Tanto per rimanere sul leggero, come post-prova leggete questo.

lunedì 13 ottobre 2008

Non sono mai stata allarmista. Ho sempre pensato che c'era una parte di Italia che avrebbe reagito, che avrebbe fatto da anticorpo, non si sarebbe mai andati troppo in là. Ho cambiato idea. Cioè, mi sbagliavo completamente. Il razzismo ormai è aperto e fiero. La notizia di oggi è questa, ieri c'erano i nazisti al seguito della nazionale in Bulgaria, ogni giorno c'è qualcosa, un pestaggio, un'aggressione, un qualche atto ostile. Con il corollario delle autorità che dicono "non è razzismo". Con quale logica si può affermare che un atto compiuto al grido "l'autobus è per gli italiani" non sia razzista mi sfugge del tutto. Mentre invece mi fa vomitare (come direbbe Guzzanti padre, ma non divaghiamo)che il commento del responsabile sicurezza del Viminale ai fatti di Bulgaria è stato: in Bulgaria fare il saluto fascista e inneggiare al duce non è reato. Mentre Maroni ritiene doveroso specificare che sì, il razzismo è brutto, ma lo è altrettanto la simulazione di razzismo che, immagino, non si stancano di inscenare quei furbi di tre cotte dei negri o marrucchini.
Sul blog di Beppe Sebaste, in questo bel resoconto di un giro a Torbellamonaca, il ragazzo che sostiene di essere stato salvato da Mussolini, dice anche "Quando ho saputo che hanno picchiato uno straniero ho provato un sentimento d’orgoglio".
Oddio, dobbiamo fare qualcosa. Ho già scritto del seminario che ho tenuto all'IPSIA, dove tutti i ragazzi, intelligenti e scemi, simpatici e antipatici, erano fascisti e contro gli stranieri. C'è da ricreare un altro racconto, un'altra proposta, un altro sistema. Ricreare, riprendere, che ne so. Però mettiamoci giù, non c'è più tempo.
Soprattutto bisogna intervenire. Mostrare che c'è l'orgoglio del non razzista, dell'antifascista. A me m'è toccato già mettermi a questionare due volte in treno e due in autobus, ormai da un paio d'anni. Mi imbarazza ed è contro la mia natura, ma che vogliamo fare, continuare a stare zitti mentre fasci e razzisti di ogni tipo non fanno altro che aprire bocca, felici che finalmente si può ammettere e gridare al mondo di essere fasci e razzisti?

domenica 12 ottobre 2008

Ho subito pensato a questo brano di La letteratura nazista in America, il libro fantastico di Roberto Bolano.
"[...] Scrisse, per esempio, una poesia in cui Leni Riefenstahl faceva l'amore con Ernst Junger. Un centenario e una novantenne. Tutto un cozzar di ossa e tessuti morti. Santo cielo, diceva Rory nella sua grande biblioteca fetida, il vecchio Ernst la monta senza pietà e quella puttana tedesca ne vuole di più, di più, di più. Una buona poesia: gli occhi dell'anziana coppia si infiammano di una luminosità invidiabile, si succhiano fino a far scricchiolare le vecchie mascelle, e guardano di sottecchi il lettore mentre danno impercettibilmente lezione. Una lezione chiara come il sole. Bisogna smetterla con la democrazia. Perché vivono tanto i nazisti? Prendiamo Hess, che se non si fosse suicidato sarebbe arrivato a cent'anni. Cosa li fa vivere tanto? Cosa li rende quasi immortali? Il sangue versato, il volo del Libro, la consapevolezza che hanno fatto il salto? (...) Ma qual'è il segreto della longevità? La Purezza. Indagare, lavorare, creare il millennio secondo diversi piani."
Però anche loro devono andare piano con la macchina.

P.S. Venerdì alla stazione di Falconara ho visto un nazista, che è sceso a Pesaro come me. Era alto e pallido, rasato, apparentemente sprovvisto di tono muscolare. Uno skinhead con la maglietta nera e degli orridi pantaloni in tessuto mimetico da neve. Aveva moltissimi tatuaggi, tra cui le parole "Italia" e "Dio Patria Famiglia" e, sul collo, il numero 88 racchiuso da una specie di ghirlanda. Era la prima volta che vedevo dal vivo il famigerato tatuaggio con la data di nascita di Hitler.
Io odio i nazisti.

mercoledì 8 ottobre 2008

Ho guardato il sondaggetto del sito di Repubblica su chi dovrebbe vincere il Nobel per la letteratura, e con sconcerto ho dovuto ammettere di non conoscere PER NIENTE i papabili francesi. Studio francese da quando avevo 11 anni, com'è che ho perso in modo così smaccato i contatti con la Francia, dove tra l'altro si mangia tanto bene? Sono stata indecisa per qualche secondo se votare Murakami o Philip Roth, poi ho optato per "Non lo so".

lunedì 6 ottobre 2008

Giovedì la mia linea telefonica fissa è defunta. Senza preavviso il telefono ha smesso di funzionare, e con lui, ovviamente, internet. Io ero in giro per conferenze e riunioni, sul tardi ho chiamato la Telecom, l'operatore e il suo marcato accento veneto mi hanno detto che avrebbero comunicato il guasto e che esso si sarebbe risolto in due giorni lavorativi, forse. Come forse? Vabe'. "Mannaggia, proprio stasera che c'era il dibattito Biden-Palin", ho fatto osservare a Jason. Che non aveva realizzato, e da quel momento è andato via di senno. Questo è il dibattito televisivo più importante del dopoguerra, continuava a ripetere con voce strozzata. Ho osservato che il fatto che lui lo potesse seguire in diretta o meno era del tutto ininfluente ai fini della storia dell'umanità, ma mi si è offeso. E' uscito di casa a cercare un internet point che fosse aperto anche dalle 2 alle 4. Poi è tornato, e alle 10 dormiva con Cosimo sul torace.
Il dibattito poi lo ha visto la mattina dopo. Il riassunto migliore lo ha fatto il Saturday Night Live.
Venerdì intanto mi si è rotto il cellulare. Fortunatamente si è spento per mai più riaccendersi solo dopo che Giovanni mi aveva invitato ad andare con lui alla tavola rotonda sulla letteratura per giovani adulti che era alla Provincia. Per inciso, che hanno di adulto gli adolescenti? Perché non si dice più, appunto, adolescenti? Se gli anglofoni si buttano giù dal muraglione ci dobbiamo buttare anche noi?
La tavola rotonda è iniziata in ritardo e io sono dovuta andare via alle sei. Io c'ero andata essezialmente per vedermi con Giovanni, invece è stata piuttosto interessante. I relatori sono stati molto brillanti, mi è dispiaciuto perdermi Sergio Rossi che dai resoconti penso mi sarebbe piaciuto, e che era venuto a pranzo a casa mia quando si abitava in via XX Settembre. Il dibattito mi ha ricordato, tra l'altro, quanto l'editoria sia un'industria che deve fare profitto e quanto il leggere sia un consumo come un altro.
Il mio bambino avrà cinque mesi sabato prossimo, io me lo metto seduto in grembo e gli sfoglio davanti uno dei bei libri illustrati per l'infanzia che uscirono tempo fa in edicola col Corriere della Sera, e che comprai perché prima o poi avrei avuto dei figli, gli indico i dettagli delle figure, gli leggo qualche riga; ho sempre letto, fino ai limiti della compulsione, sin dalla prima elementare, quando ho un minuto libero leggo, chi legge me lo sento più vicino di chi non legge.
Però mentre camminavo nel grigiume della prima vera sera autunnale dell'anno, dopo aver sentito tutti questi discorsi interessanti davvero sugli adolescenti che in verità leggono, non è vero che non leggono, questi tomoni fantasy o sentimentali o altro, che è la scuola che li disamora alla lettura perché loro in realtà leggerebbero, eccetera, e mentre mangiavo cercando di non sporcarmi un maritozzo gigante alla panna, mi chiedevo: ma in finale, perché è importante leggere? Che mi rappresenta se una sedicenne legge una saga di 10000 pagine scritta così così sull'amore tra una ragazzina e un vampiro, posto che io non sono l'editrice delle 10000 pagine? E' importante leggere libri belli, o la lettura è un valore in sé? Perché è meglio leggere che giocare alla playstation? Oppure andare a pesca, costruire una stazione metereologica, creare formazioni di fantacalcio o fare un'altra delle mille cose che si fanno da adolescenti? Cioè, anch'io penso che sia meglio in effetti, ma perché?
Poi sono arrivata a casa dei miei genitori, ho cenato, addormentato Cosimo, e mi sono stesa sul letto a leggere.
P.S. A scanso di equivoci, quando ho detto "tomoni fantasy o sentimentali" non cercavo di essere diminuitiva delle letteratura fantasy o sentimentale in tono, ben sapendo che esse possono vantare libri bellissimi (per la sentimentale dico sulla fiducia, non avendo molto frequentato il genere).
Aggiungo anche che Michael Ende è tedesco, il suo nome si pronuncia pertanto Mi-ka-el e non Michel come Michel Platini.

domenica 28 settembre 2008

Su Carmilla ho letto il racconto Notturno a Villa Wanda. A parte i dialoghi in toscano che mi sembrano tirati un po' per i capelli, lo trovo molto interessante. Ma ad Arezzo esiste davvero una mitologia sui poteri paranormali di Licio Gelli? Ci potrebbe anche stare, mi interesserebbe approfondire. Del resto pare quasi più strano che le leggende urbane che proliferano su ogni argomento possano risparmiare un personaggio così potente, in realtà e nell'immaginario.
Per dire, io tanti anni fa feci un incubo terribile con Licio Gelli, di cui ricordo ancora qualche elemento. Ero chiusa nel tinello della casa in cui vivevo da bambina, e a un certo punto mi accorgo che sotto la panca dove ci si sedeva a tavola c'era un covo di vipere che aggressivamente si rizzavano verso di me. In preda al terrore (le vipere sono la mia fobia numero uno nella vita reale) mi allontanavo di corsa verso l'altro angolo della stanza, e lì mi accorgevo che, con un sorriso crudele, c'era Licio Gelli a osservare la scena. Il terrore aumentò al punto che mi svegliai.
Ecco, devono esserci per forza leggende nere su Licio Gelli.

mercoledì 24 settembre 2008

Sono andata con Cosimo a fare la seconda vaccinazione. Alla prima, in luglio, eravamo due mamme e due bambini. Questa volta davanti avevo trenta persone. Ho socializzato con qualche altra madre, Cosimo ha sorriso a chiunque, anche se la sua attenzione è stata catturata soprattutto dal poster con le istruzioni per la qualità della vita in caso di insufficienza respiratoria, con i suoi antiquati disegnini di treni aerei e montagne. E' venuta l'ora della poppata, che io non avevo previsto pensando di fare subito. Mia madre è dovuta tornare a casa mia dove Jason aveva preparato il biberon, e sono andata a prenderlo mentre con la macchina faceva la fila per entrare nel parcheggio. Conosco bene il distretto sanitario di via XIV settembre, e non mi sono seduta nella sala d'aspetto delle vaccinazioni ma in quella, vuota, del consultorio giovani. Perché mi sono accorta che mi vergognavo davanti alle altre madri a farmi vedere che davo il biberon invece del seno. Per tutti i nove mesi della gravidanza ho letto e sentito dire dappertutto che ogni donna ha latte, che ogni donna può allattare, che perseverando il latte scende, e via di questo passo. A me non mi è sceso, non so cosa ho sbagliato. Ma mi sono accorta che avevo paura che le altre mamme mi giudicassero.
Dopo la poppata, ho rubato dal tavolinetto delle riviste il numero di Oggi in cui Antonella Clerici annuncia la sua tanto desiderata gravidanza a 44 anni. Ora lo leggerò avidamente.
Intanto ho appena ricevuto un sms con cui una mia amica mi annuncia di essere incinta. Lunedì un mio amico mi ha annunciato che a gennaio avrà un bambino. Come ha titolato Libero la settimana scorsa, il capitalismo è finito - ma, è facile accorgersene, la vita continua. Che bello!

domenica 21 settembre 2008

Berlusconi ha detto che all'inizio Hitler sembrava democratico. Ma che intende per inizio? Il Mein Kampf è del 1924.
Chissà se i membri dell'associazione sionista Keren Hayesod, che gli consegnavano il premio Uomo dell'anno, gliel'hanno fatto notare.
O magari non si riferiva a Hitler. L'Iran sta piantando tutto sto casino e Berlusconi parlava, che ne so, di Bush Sr.

giovedì 18 settembre 2008

Mi affascina che le comunità di immigrati del casertano, che probabilmente non hanno inquadrato del tutto che della camorra bisogna avere terrore reverenziale, si stanno rivoltando contro gli omicidi di camorra di ieri.
Sulla Repubblica di oggi c'è un articolo scritto con il solito stile "al liceo avevo 8 a italiano", senza un grammo di informazione o di analisi, sul post-ordinanza Alemanno per le strade di Roma. Penso valga la pena riportarne un brano che, siccome non mi pare che l'articolo sia on-line, ricopierò con pazienza certosina:
"[...] Via Longoni, estrema periferia est, in lontananza i casermoni del Casilino, ai lati della strada il nulla. Un furgone bianco è fermo su uno slargo che costeggia un tratto di forra inselvatichita. Un bel ragazzone alto dall'aria vagamente mediorientale chiacchiera fitto fitto con un transessuale alto e massiccio tutto istoriato di tatuaggi sbiaditi che si lancia subito in una fuga precipitosa. Antonio di Maggio, comandante dell'VIII gruppo e del Gruppo sicurezza dei vigili lo insegue con quattro o cinque uomini e due donne, tutti veterani con anni di strada alle spalle, tutti armati e induriti mentre i più giovani stoppano il clinte che attacca subito a scusarsi e a lagnare. [...] Ambulanza per Naomi [si è fatta male con un ferro per scappare], ufficio stranieri per Pamela che si immerge in una lunga conversazione col fotografo brasiliano sulla sua favela natia a Rio de Janeiro. [...] Il cliente, intanto, si è beccato il suo verbale da 200 euro e insiste sulla sua versione: Mi ero fermato a fare la pipì."
Questa è la nuova frontiera del diritto in Italia: il reato esiste quando le forze dell'ordine presenti in quel momento ritengono che nella tua testa avevi intenzione di commettere il reato stesso. Escluderei che il giovane dall’aria vagamente mediorientale stesse intralciando il traffico, perché l’attento cronista ci informa che è fermo su uno slargo che costeggia un tratto di forra inselvatichita. E’ evidente che non stesse consumando un rapporto sessuale. Chiacchierava fitto fitto, e nessuno può sapere per certo che stesse contrattando una prestazione. Ma il legislatore e il sindaco Alemanno avranno seguito l'adagio popolar/andreottiano che dice "a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca". Il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute consiglia di fare ricorso perché è impossibile non vincerlo. Mi pare ovvio. Ma questo significa che i valenti vigili impegnati negli inseguimenti di persone in minigonna tra le sterpaglie stanno facendo un qualcosa di totalmente inutile. Pagati dai soldi dei contribuenti, come si suol dire. L'ordinanza di Alemanno multa anche le prostitute, perché "usano un abbigliamento indecoroso e indecente", e quindi turbano la sicurezza stradale poiché sono "motivo di distrazione per gli utenti della strada e causa di frequenti incidenti stradali". La prossima volta che andiamo a Roma, amiche, attente a quel che ci mettiamo, coi nostri fisichetti procaci. Si sa che l'uomo è cacciatore e chi dice donna dice danno, e un utente della strada dovesse distrarsi guardando le nostre forme poi magari - qui non è chiaro, essere causa di distrazione implica che comunque sei una prostituta, e quindi vai multata, oppure il fatto stesso di usare un abbigliamento indecoroso e indecente è sanzionabile?
Questo a Roma, col primo cittadino ex-picchiatore fascista. A Perugia il sindaco viene da decenni di militanza nel grande Partito Comunista Italiano. Due giorni prima della presentazione alla stampa del ddl Carfagna, anche il sindaco Locchi, secondo a nessuno, ha emesso la sua ordinanza. A Perugia si multano solo i clienti, almeno. E' stato creato un comitato provinciale per la sicurezza e ogni notte escono due pattuglioni antiprostituzione, a turno, una notte i vigili una notte i carabinieri una notte la polizia. Certo fa impressione immaginarsi le forze dell'ordine spiare attraverso il finestrino per verificare se stia avendo luogo una prestazione sessuale a pagamento. Ma non sarà necessario, perché l'ordinanza vieta "a chiunque intrattenersi o concordare prestazioni sessuali a pagamento con soggetti che esercitano l'attività di meretricio su strada. La violazione si concretizza anche consentendo la salita a bordo di un veicolo di uno o più soggetti come sopra identificati o con la semplice fermata al fine di contattare il soggetto dedito al meretricio". Chiarissimo. Fantastico. Non ci sono più scappatoie, magari sti porci si difendevano dicendo che volevano solo chiacchierare.
Ora, a questo punto io volevo parlare brevemente del lavoro che ho svolto negli ultimi dieci anni. Ma non posso. Mi è stato chiesto espressamente dal committente di non parlare con i giornalisti (mo pare chissà chi so'!) e di non prendere posizioni pubbliche, per ora. Lo faccio. Quindi questo post continuerà la settimana prossima. Consideriamolo un chiodo.

martedì 16 settembre 2008

La Vezzali quant'è spigliata eh?, quanto ci sa fare? E parla tanto bene, ricordiamo tutti le interviste post medaglia che duravano ore perché a ogni domanda aveva una risposta articolatissima di decine di minuti. Sempre in occasione delle Olimpiadi, dichiarò di sentirsi pronta a entrare in politica. Speriamo lo faccia presto.

Per la prima puntata di Porta a porta, Bruno Vespa fa trovare in studio a Silvio Berlusconi la fiorettista Valentina Vezzali, vincitrice di tre ori olimpici. La schermitrice consegna al premier un fioretto con inciso ’A Silvio Berlusconi con sincera stima’. Bruno Vespa prova a organizzare qualche scambio di fioretto tra il premier e la Vezzali, ma Berlusconi si sottrae. Maliziosa invece la schermitrice azzurra: "Da lei mi farei ’toccare’", dice scherzando sul termine sportivo che indica un colpo messo a segno. Berlusconi replica sorridendo: "Non mi permetterei neanche con un fiore". (Foto Afp) Da notare l'espressione di Bruno Vespa, che pare dire "Uh come ci stiamo spingendo oltre, questa mi alza l'auditel e si va su tutti i giornali!"
[Sì lo so che non è il 10 ottobre. Ma in Italia succede ogni giorno qualcosa di più squallido, o tragico, o triste di quello che mi sarei immaginata (questa carnevalata della Vezzali non rientra in nessuna di queste categorie, farà lia, siamo in democrazia), il sondaggio di Repubblica dà il gradimento del governo al 60% con Carfagna e Gelmini tra i personaggi più amati, ho sentito il desiderio di ritornare sul blog. Anche a non parlare di politica, anche solo a raccontare quel che sogno o quel che fa Cosimo. Per comunicare però.]
Ah, il testo sotto la foto è la didascalia che, come la foto stessa, ho preso dal Corriere della Sera.

venerdì 5 settembre 2008

Sospendo il blog, facciamo, fino al 10 ottobre. Una data del tutto a caso. Intanto chi dovesse capitare può guardare questo video, di un pezzo che ascolto molto in questo periodo (guardo molto anche il video, visto, YouTube, una cosa e un'altra).

venerdì 29 agosto 2008

Non è che sia chissà che grande conoscitrice degli Stati Uniti, ma trovo veramente incomprensibile come McCain abbia potuto scegliere una vice-presidente così debole. Possibile che l'abbia fatto solo per provare a prendersi i voti di chi voleva una donna a tutti i costi? Sarah Palin ha 44 anni, quattro meno di Obama, e tutta la sua esperienza politica consiste nell'aver fatto il sindaco per sei anni e poi essere stata eletta governatrice dell'Alaska. Questo spunta completamente l'arma principale che McCain sta usando contro Obama, la supposta inesperienza. Se la tua vice è ancora più inesperta, come la mettiamo? Poi certo, donna è donna, ma è contro l'aborto e per la pena di morte. Inoltre è un'attivista della National Rifle Association. Non mi sembra così automatico che una sostenitrice di Hillary possa votare a cuor leggero per lei.
Non vedo l'ora di assistere a qualche dibattito tra lei e Joe Biden. Biden se la magna, parliamoci chiaro.
Insomma, Sarah Palin sembra una scelta totalmente perdente. Che mi sfugga qualcosa?

mercoledì 27 agosto 2008

Massimo rispetto: il discorso di Hillarona Clinton alla convention di Denver è stato davvero eccezionale. Sì lo so, ci sono esperti che studiano anni nelle migliori università per padroneggiare tutti i trucchi della retorica. I suoi esperti sono molto bravi. Ripeto, massimo rispetto. E' riuscita a toccare punti chiave sui quali gli americani sono molto sensibili, ma devo dire che pur'io, emotiva come sono, mi sono commossa.
Mi sono commossa quando ha citato Harriet Tubman, l'attivista dell' Underground Railroad, quando si è messa a scandire:
if you hear the dogs,
keep going.
if you see the torches in the woods,
keep going.
if they're shouting after you,
keep going.
don't ever stop.
if you want a taste of freedom,
keep going.
Notevole. A Cincinnati c'è un bel museo che illustra la storia della schiavitù e dell'Underground Railroad, ci andai con Jason durante una visita a sua madre quando ancora abitava in Kentucky al confine con l'Ohio, poi ci abbiamo organizzato anche una gita per portarci i ragazzi durante lo scambio, l'estate scorsa. Adesso che cercavo su Google per fare il collegamento in questo post, ho scoperto che c'è un gruppo italiano, penso di Ferrara, che si chiama Underground Railroad. Ma pensa.
Ogni 10-12 giorni visito i siti della De Agostini o della Hobby & Work per vedere quali opere a fascicoli stanno per uscire in edicola. Mi piace tenermi informata. E l'edicola per me è un feticcio. Grazie a questa sana abitudine ho potuto oggi acquistare con gioia il primo fascicolo del corso di lingua cinese della De Agostini. Non ne ho visto pubblicità, mi sarebbe sfuggito senza dubbio. In cambio di 1 euro e 99 ho avuto un fascicolo, un dizionario italiano-cinese, un dvd dove una situation-coomedy didattica mi infarina sulla conversazione in cinese. Una curiosità degna di nota è che i cinesi, quando si incontrano, non si domandano come stanno, ma dove vanno o, meravigliosamente, se hanno mangiato. Il fascicolo specifica "lo scopo di questi saluti non è quello di dare un'informazione, bensì di creare un'interazione. Al nostro interlocutore non interessa sapere dove stiamo andando esattamente né cosa abbiamo mangiato, la sua domanda è una semplice forma di cortesia e la risposta deve essere generica". Giustamente, come in italiano, se uno ti chiede come va non è che devi rispondere nei minimi particolari, non male, ma ho un leggero mal di testa e ieri mi è venuto un attacco di colite. Sarebbe scortese. Quindi alla domanda Chifàn le ma?, cioè hai mangiato, si risponde semplicemente Chi le, cioè ho mangiato, oppure Hai mei ne, cioè non ancora.
Detto questo, la De Agostini sta facendo uscire la raccolta dei segnali stradali più divertenti del mondo, che ha per testimonial Siusy Blady e Patrizio Roversi, e "Diventa esperto di meteo e costruisci una stazione metereologica", che ha per testimonial il colonnello, o quel che è, Giuliacci.
Zàijiàn!

martedì 26 agosto 2008

Mettendo a posto gli scaffali, mi si sta ponendo la problematica Ellroy.
A partire da metà anni Novanta, ho cominciato a comprare e leggere molti suoi libri, che per un periodo sono usciti anche con i Gialli Mondadori, quindi li trovavo all'edicola pagandoli un prezzo ragionevole.
La critica adora Ellroy, tanto più che in quel periodo la letteratura di genere in Italia ha cominciato a essere idolatrata. Quindi lunghe e piuttosto entusiastiche recensioni si leggevano in ogni pagina culturale e su ogni sito specializzato.
A me i romanzi di Ellroy all'inizio sono interessati, qualcuno mi è anche piaciuto. A poco a poco ho cominciato a trovarlo di maniera, più che di genere. Ho cominciato a rendermi conto dell'improbabilità delle trame e dello spessore inesistente dei personaggi, praticamente tutti delle macchiette. Inoltre, ho cominciato a leggere delle interviste a Ellroy, che si è rivelato un repubblicano estremista, a favore della pena di morte, dispensatore di massime patriottiche che in qualsiasi posto fuorché gli Stati Uniti verrebbero considerate semplicemente fasciste.
Quindi James Ellroy mi ha rotto. Non voglio avere nei miei scaffali dodici o tredici libri suoi, a rubare spazio a Dostojevskij, Dante, Valerio Evangelisti, Ruth Rendell, Neil Gaiman, e per quel che mi concerne direi anche a quasi chiunque altro. Ho deciso di tenere solo American Tabloid e Nei miei luoghi oscuri. Tutti gli altri li venderò.
Poi ho questi altri Gialli Mondadori che ho acquistato perché avevano vinto il Premio Tedeschi. Io sono una che sostiene gli scrittori emergenti, e si interessa delle nuove vie battute dal giallo, genere che decisamente prediligo. Ora, non voglio fare di tutta l'erba un fascio, perché ho cominciato a comprarli a fine anni Novanta e ne avrò solo quattro o cinque, ma questi vincitori di Premi Tedeschi che io ho acquistato sono tutti orridi. Sul serio. Terrificanti. Non sono riuscita a finirne nemmeno uno. Anche questi, al negozio dell'usato in blocco.
Amiche, amici, a casa mia si sta formando un'altissima pila di libri da vendere. C'è Ellroy, ci sono i Premi Tedeschi, c'è narrativa e saggistica varia. Farò una lista, se qualcuno è interessato ad avere qualcosa (in regalo naturalmente) me lo faccia sapere.

giovedì 21 agosto 2008


E' di qualche mese fa, ma quanto balla bene col suo fisichetto asciutto alla Fred Astaire? [quiz: chi lo diceva di chi?]

martedì 19 agosto 2008

Io e la Patrizia stavamo con Cosimo ai giardini del circolo Arci di Sant'Erminio, quando un bambino e una bambina (di quasi quattro anni, mi hanno poi detto) si sono avvicinati. La bambina ha aperto un libretto illustrato sul tavolino di ferro e mi ha detto "Adesso ti faccio vedere il castello". Il bambino ha invece detto "Ti facciamo vedere il drago". Era una guida illustrata del castello di Ludwig II. Hanno sfogliato freneticamente, in effetti, fino alla prima delle varie immagini di Sigfrido e il drago. L'abbiamo osservata per un po', poi il bambino ha detto "Adesso vediamo quella senza capelli", e siamo passati alla successiva, nella quale il drago era sprovvisto di quella specie di raggiera di pelle, come hanno anche le iguane, intorno alla testa. Ci siamo soffermati più a lungo su questo dipinto, perché il bambino era particolarmente colpito dal sangue che usciva dalla bocca del drago; quindi abbiamo riflettuto sull'uso della lancia (parola che nessuno dei due conosceva) e sulla pericolosità del drago, che magari se non fosse stato ucciso avrebbe assaltato il massiccio cavallo bianco. Poi il bambino ha detto "Adesso vediamo la statua del drago". C'era una statua in bronzo credo, con Sigfrido (molto San Sebastiano a mio parere, sebbene vestito) che teneva il drago schiacciato a terra col piede. Secondo il bambino, questo principe (tutti gli uomini raffigurati nella guida erano per loro dei prìncipi) aveva sconfitto il drago, trasformandolo così in una statua. Abbiamo dato un'occhiata alle foto delle varie stanze, vertiginoso horror vacui neo-gotico, e la bambina mi illustrava la camera del principe, la camera della principessa (ricoperta di raffigurazioni di cigni), la camera della regina. Mi sono venute in mente le pagine che Alberto Arbasino dedica al castello di Ludwig, in "Fratelli d'Italia". I bambini hanno indicato un qualche punto alle mie spalle, per comunicarmi con una certa fierezza che loro sanno starci in piedi. Poi hanno ripreso la guida e si sono allontanati, sprizzando da ogni poro il loro entusiasmo costante per le cose che ci sono in giro.
Nel frattempo Cosimo ha fatto la cacca. Siccome non avevo portato il pannolino, siamo dovuti tornare a casa anche se erano solo le sette e mezza.

giovedì 14 agosto 2008

Non ce la faccio a scrivere qualcosa di interessante.
Ho in testa almeno quattro recensioni di libri, potrei commentare questo o quello. Ma sono stanca, siedo davanti al computer e non riesco ad applicare il cervello alla stesura di un testo di una qualche dignità. Allora preferisco giocare a Word Challenge (che in due giorni mi ha già stuficchiato, è inutile, i giochi mi prendono fino a un certo punto), girellare per i siti di informazione, fare le solite approfondite ricerche sulle mie ossessioni più o meno patologiche (e non sto abusando del termine).
Sono molto stanca, il mio bambino mi assorbe molto, in questi giorni Jason lavora e ci sto da sola, tutto il giorno, e lui vuole attenzione ogni secondo, non posso nemmeno voltare la faccia sennò piange. E' tenero, e sfinente.
Metto piano piano a posto la casa, riordino libri impacchettati mesi fa, come sempre ritrovo qualcosa che non ricordavo di avere, o vengo presa dal desiderio irrefrenabile di rilettura, o di prima lettura di testi comprati magari a metà prezzo e messi da parte. Uno di questi sarà ciò che leggerò ora, il libro di Walter Tobagi sull'attentato a Togliatti nel 48.
A fine mese ripprenderò a lavorare, un lavoro che non mi piace più, che paga poco e irregolarmente, che contribuisce alla mia ansia e insoddisfazione. Mi sembra tutto da sistemare, da riorganizzare, da riempire di senso.
Almeno sono a dieta, e se il corpo non tornerà mai com'era almeno posso provare a riavvicinarmi a una forma vagamente da me accettabile.
In tutto questo mi manca il mare, come ti manca una persona. Sono tre anni che non vado al mare.

venerdì 8 agosto 2008

La sfilata degli stati partecipanti che apre le Olimpiadi assomiglia in maniera impressionante a come mi immaginavo la pace tra i popoli quando ero piccola. Non riesco a staccare gli occhi dallo schermo.
Alcuni degli atleti o dei tecnici hanno vinto medaglie in passato "come sovietici".
Intanto, forse scoppia la guerra tra Georgia e Russia.
Un altro motivo fondamentale per guardare la sfilata inaugurale delle Olimpiadi è la forte concentrazione di uomini dalla bellezza strabiliante.
Certo che questa performance di centinaia di percussionisti, che mi trovo a vedere del tutto casualmente, ha un certo fascino. La frase che gridano in coro è di Confucio, e dice (così spiega il telecronista) "Amici che venite da lontano, quanto siamo felici". La famosa saggezza confuciana?
Alcuni secondi dopo, dopo aver citato piazza Tien An Men, il telecronista ricorda l'occupazione dell'89 e il massacro che ne è seguito, chiosando "un episodio drammatico, ma che ha portato la Cina sulla via della modernità". Magari ce la spiega, nel frattempo vaffanculo.

mercoledì 30 luglio 2008

Due elicotteristi italiani sono stati rimpatriati dall'Afghanistan, leggo sul Manifesto di ieri: "i due militari sono stati rimpatriati nei giorni scorsi da Herat «esclusivamente per motivi sanitari», ossia per stress psico-fisico diagnosticato al termine di un impegnativo ciclo operativo. «Nei loro confronti - hanno spiegato all'Ansa fonti militari - non è stato preso alcun provvedimento».
Ma secondo il quotidiano di Roma Il Tempo la decisione sarebbe stata invece adottata perché i due si sarebbero rifiutati di sparare durante uno scontro a fuoco in cui erano coinvolti anche militari italiani. La loro giustificazione è stata - secondo il quotidiano della capitale - che sulla linea di tiro c'erano anche civili. Il Tempo aggiungeva inoltre che i due militari, piloti di elicotteri Mangusta, erano stati «immediatamente rimpatriati» e che, sul fatto, era stata aperta un'inchiesta che invece, stando a fonti militari ufficiali, non sarebbe in corso in quanto i due sarebbero stati riportati a casa esclusivamente per motivi di salute."
Interessante. Rifiutarsi di eseguire un ordine.

Oggi ho comprato queste scarpe. Costavano 14 euro.

lunedì 28 luglio 2008

Da stamattina pensavo a un nuovo post su Rifondazione, con quello che mi aveva deluso del congresso, quel che mi aspettavo da questo nuovo corso, ecc. Pensavo anche poi di smettere di trattarne, perché poi magari il blog diventava noioso, troppo politico, troppo unidirezionale. Nel corso della giornata ho appreso che il post che ho scritto ieri ha ferito dal punto di vista personale un mio caro amico. Secondo me in quel post non c'era niente che potesse ferire dal punto di vista personale, né un mio amico né nessuno. Invece è successo.
Stupidamente, in questi mesi sono tornata a interessarmi di partiti. Molto stupidamente. Ho accettato la tessera di Rifondazione, ho seguito con attenzione il dibattito dentro il partito, ho visitato quotidianamente i blog, ho letto tutte le mozioni. Ho pensato che la mozione 1 fosse la migliore, speravo però in una ricomposizione.
Da tempi non sospetti, ho pensato che Bertinotti facesse troppo il personaggio mediatico, non ho mai apprezzato Giordano, Migliore mi dà sui nervi, la mia stima per Vendola c'era prima delle elezioni e rimane immutata. La mia opinione su Ferrero l'ho già espressa in un post del 2 aprile.
Ora. Io non sono una che non sa cosa siano i partiti. Che ricettacolo di giochi di forza, teatrini di potere, proiezioni esistenziali. Quando ho lasciato la FGCI nel 1990, nonostante le possibilità di una bella carriera, ero giovane depressa e piuttosto cretina, anche, ma sapevo quel che stavo facendo. Quando ho lasciato Rifondazione (sì, infatti, che svegliona eh?) nel 1995 ero sempre giovane, sempre depressa e sempre piuttosto cretina, ma di nuovo sapevo quel che stavo facendo.
Stavolta, con la sconfitta epocale di aprile, la situazione sembrava troppo interessante per non starle dietro.
Ma purtroppo la dinamica-partito non perdona.
Quindi questo riavvicinamento alla politica partitica finisce qui.
L'ultimo post che volevo fare su Rifondazione doveva essere molto diverso, con link attivi, citazioni, addirittura l'esposizione della mia idea di partito.
Ma è meglio così. Adesso mi metto sul divano a guardare The sting con mio marito, cercando di lavorare per un futuro migliore almeno al nostro micro-livello, e non è facile per niente, proprio per niente.

Aggiornamento delle 22.58: ho deciso di eliminare il post di ieri. Non è mia intenzione ferire nessuno, volontariamente o involontariamente. Inoltre, all'improvviso mi sono resa conto che non voglio nel mio blog un post in cui si parli di come è finito o come non è finito il congresso di Rifondazione Comunista. Mi emana sensazioni negative, come avrebbe detto un tempo la Patrizia. Ci sono i blog degli addetti ai lavori, per chi è interessato, no?

giovedì 24 luglio 2008

La mia amica X è stata iscritta al Partito da un amico di famiglia, a sua insaputa, mentre era in vacanza a Barcellona. Glielo ha comunicato telefonicamente il fidanzato rimasto in città, anche lui iscritto a sua insaputa. Ma la mia amica X è un po' della razza di molti miei amici, nonostante la grande perplessità ha deciso di stare al gioco, per l'idea si decide di stare al gioco hasta la victoria, di solito. In qualità di iscritta viene invitata a prendere parte al congresso di circolo, che si svolgerà, come tutti i livelli dei congressi del Partito in questa fase, su cinque mozioni. La mia amica X sarebbe orientata verso la mozione numero 2, non per averla letta ma perché è la mozione di un membro del Partito che gode di particolare stima e credibilità. Parlando con varie persone, tra cui P, G, e pur'io*, comincia a pensare che la mozione numero 1 potrebbe essere più solida e coerente. Va al congresso. Mi racconta che è stato una cosa agghiacciante. Il suo amico di famiglia, neanche a farlo apposta, l'aveva iscritta a sua insaputa proprio per convincerla a votare la mozione numero 1. Mi racconta la mia amica X che nel corso del congresso di circolo le ha fatto una testa così per essere certo che non cambiasse idea. Al momento del voto nominale, ancora le faceva cenno, da lontano, di votare 1. Oddio ho capito, basta! Qualche giorno dopo un perfetto sconosciuto ha telefonato al suo fidanzato per dirgli che era stato inserito nel direttivo di circolo. Il fidanzato non era mai stato interpellato prima, forse ignorava anche che ci fosse un direttivo di circolo. Ha risposto che non era interessato, anche perché in procinto di trasferirsi in una città a più di mille chilometri di distanza.
Questo fine settimana il Partito celebrerà il suo congresso nazionale straordinario. Chissà cosa ne uscirà.
* dopo avere letto le mozioni, che presentano tra loro differenze secondo me pochissimo rilevanti, penso che se avessi votato avrei votato anch'io per la 1, che mi è apparsa appunto più solida e coerente. Devo anche dire che il presentare come priorità un progetto di unificazione della sinistra suona abbastanza velleitario, vista l'inesistenza di questa sinistra (i comunisti italiani e il loro leninismo [AAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!] esistono? i verdi esistono? la sinistra democratica esiste? arrivo fino a dire, i movimenti esistono? sì magari sì, ma prima diamo una controllatina).

domenica 20 luglio 2008

Grazia Francescato è il nuovo portavoce dei Verdi. Ma non era una donna? In italiano corretto non si dice la nuova portavoce?

sabato 19 luglio 2008

Siamo stati tre giorni a casa dei miei genitori. Ho voluto portare Cosimo al Monte Peglia, per stare in mezzo al verde. Al parco dei Sette Frati abbiamo incontrato in due ore tre persone. Di fatto è una zona completamente sconosciuta ai turisti, dove vanno solo, credo, persone di Marsciano o di Orvieto, essendo esattamente a metà strada. Immagino da un lato sia un bene, perché la zona rimane più protetta. Però penso che, visto che sta regione ormai campa di turismo, spingere un po' più dei posti così belli sarebbe solo logico. A casa ho guardato per curiosità la guida rossa dell'Umbria edita dal Touring Club (che abbiamo perché tempo fa si comprava a 1 euro con la Repubblica), e ho notato che l'intera area non è nemmeno sulla cartina! Il Monte Peglia e il comune di San Venanzo non sono mai menzionati nelle centinaia di pagine della guida!

domenica 13 luglio 2008

Adesso al telegiornale dell'Umbria per dire Umbria Jazz dicono u-gei.
Un due tre prova. Questo post si potrà commentare?

sabato 12 luglio 2008


Avevo deciso di postare qualcosa del Guzzanti che amo, e avevo senza esitazioni scelto questo exploit di Corradone, visto per la prima volta per caso a tarda notte in una replica televisiva. A casa di Ilaria, anzi. Dopo aver guardato Matrix, il film non il tolcsciò, io lei e Patrizia, spegnemmo il dvd e si accese "da sola" la tv sull'inizio della scenetta. Ridemmo tutte e tre fino alle lacrime tenendoci la pancia, letteralmente.
Oggi gli faccio anche assumere l'aspetto di omaggio a Funari quello vero. Si faceva voler bene, in fondo. Riposi in pace.

venerdì 11 luglio 2008

"Pari opportunità e Carfagna sono due concetti incompatibili come Previti e giustizia" dice la Guzzanti nella lettera che pubblica oggi il Corriere. Sono d'accordo, devo dire, e come si critica Previti si può criticare la Carfagna, è legittimo, è giusto. Quello che però mi allontana del tutto dalla comica, che secondo ha dato giù già da un pezzo (contrariamente al fratello che io, senza mezzi termini, idolatro) è il linguaggio. Non è che se il Bagaglino fa le allusioni sessuali mi dà urto, invece se la Guzzanti dice "succhiare l'uccello" o "frocioni" mi sembra un grande momento di sberleffo al potere. Contrariamente a quanto detto da qualcuno ieri, mi sembra sul blog della Lipperini, per me non sarebbe cambiato niente se invece di succhiare l'uccello avesse detto fellatio. Si è capito, la tesi è che la Carfagna abbia ottenuto il ministero delle Pari Opportunità in cambio di favori sessuali. Ora,in questo ci sarebbe di per sé qualcosa di quasi encomiabile, nel senso, a fare la ministra si fatica, devi leggere, studiare, sentire pareri, approfondire cose, mentre invece a condurre il programma della domenica pomeriggio in una rete ammiraglia, sì certo, un po' di sudore si butterà pure ma vuoi mettere il tipo di visibilità? La Carfagna è una ministra delle Pari Opportunità penosa, ha idee retrive sugli omosessuali e la famiglia, e non vedo l'ora che presentino il decreto sulla prostituzione per vedere cosa è riuscita a concepire (doveva essere fuori in questi giorni, sembra che stiano tardando per evitare facili battute). Per questo io la trovo incompatibile con il concetto di Pari Opportunità. Se ha succhiato l'uccello a Berlusconi e compagnia bella, veramente mi sembra l'ultimo dei problemi. Forza Italia è composto esclusivamente da persone che adulano o per calcolo o per profonda convinzione Berlusconi. Ripeto, non mi pare che il dicastero della Cultura a Bondi sia meno da basso impero. E la politica fatta col turpiloquio mi fa venire da vomitare.
In questo momento nero, il dibattito interno a Rifondazione Comunista, che io seguo sui blog di Rifondazione e non sulla stampa borghese, quindi totalmente di prima mano, fa venire uno scoramento da suicidio. E' una lotta senza quartiere sui numeri delle tessere, i brogli, gli inganni, e quello ha detto questo a Repubblica, e quell'altro ha detto quest'altro al Corriere. Immagino che la sconfitta sonora abbia fatto andare in tilt i cervelli, ma con questi cervelli si poteva sperare in una sconfitta non sonora?
Detto questo, mio figlio, adesso che mangia come un toro e tutto latte artificiale, sta diventando identico a Spanky.

venerdì 4 luglio 2008

C'è questa controversia in Germania per una statua di Hitler esposta al museo delle cere di prossima apertura a Berlino. Al Tg2 intervistano per un parere un'esponente della comunità ebraica di Berlino, una bella donna sulla sessantina. Identica alla nazistissima Leni Riefenstahl, a prima vista sembra lei.
Poi al Tg2 parlano del premio Strega, assegnato a La solitudine dei numeri primi, a Paolo Giordano, laureato in fisica, di 25 anni, definito un genio. Possibilissimo. Il romanzo non l'ho letto. Ho letto il riassunto in un qualche quotidiano e mi ha commosso. L'inizio mi ha commosso. Il materiale emotivo ci dovrebbe essere. Questo Paolo Giordano dichiara al microfono che è molto contento di aver vinto lui, ma è anche contento che abbia vinto un giovane.
Perché è meglio se vince un giovane? Se un settantenne scrive un capolavoro dobbiamo tirargli i sassi?
Questa cosa del meglio il giovane, in qualsiasi campo, non l'ho mai capita e mai la capirò. A meno che qualcuno non me la spieghi molto bene, ma temo che non abbia veramente sostanza. Nel senso, anch'io mi riempio di raccapriccio quando vedo quelle tavolate di personaggi incartapecoriti con le loro giacchette e le loro cravattine ai convegni, alle tavole rotonde, in parlamento. Ma ho difficoltà a ridurla a questione anagrafica.
Poi, tutto il pettegolezzo su Mara Carfagna e su come si sia aggiudicata il dicastero delle Pari Opportunità. E' davvero paradigmatico dello stato delle cose nel nostro bel paese (a proposito,quant'è matto [leggere anche il post del 29 giugno, oltre quello del 3 luglio]) che si insinui che la ministra delle Pari Opportunità abbia ottenuto quel posto in cambio di favori sessuali. E' paradigmatico anche che potrebbe benissimo essere vero, ma il punto è, che ce ne frega? Una valletta alle Pari Opportunità, terribile, ma non è che Ignazio La Russa alla Difesa sia tanto meglio. Alfano alla Giustizia è un bel vedere? Per stendere un velo pietoso sul ministro della Cultura Sandro Bondi.
Mara Carfagna sarà sicuramente una deficiente, ma avrei trovato strano che proprio alle Pari Opportunità avessero concentrato l'elemento di qualità del governo Berlusconi.

venerdì 27 giugno 2008

La notizia del giorno è che, secondo gli scienziati della Nasa, su Marte potrebbero crescere gli asparagi. Evviva! Quindi, anche se l'ecosistema della Terra dovesse andare definitivamente a rotoli, non dovremo rinunciare alle nostre frittatone!
[ma come gli asparagi? cioè, perché proprio gli asparagi? solo gli asparagi? perché non anche primule e violette, e altre creature del sottobosco?]
Ci sono dei giorni che la libreria Feltrinelli mi sta antipatica. Ieri era uno di quei giorni, allora per comprare Stella del mattino sono andata alla Libreria di via Oberdan. Si diceva che chiudesse, un'annata fa. Invece la vecchia gestione ha sì smesso, ma l'ha venduta alla libreria Grande. Quindi continua tranquilla, stessa sede, stesso nome, anche stessi segnalibri solo appena rimodernati graficamente. Le commesse sono ragazze in canottiera che probabilmente non hanno più letto un libro da quando si sono diplomate all'ITC, ma sono simpatiche, cordiali ed efficienti, quindi massimo rispetto.
Appena entrata ho visto che fino al 30 giugno c'è il 30% di sconto sui Tascabili Einaudi. Allora ho comprato "Neve" di Orhan Pamuk e "L'adolescente" di Dostoevskj. Invece di Stella del mattino.
"L'adolescente" di Dostoevskj l'ho comprato perché non l'ho letto pur volendolo leggere da tanto (da quando leggevo Dostojevski a manetta, quindi tipo l'89, sì, da tanto), e questa mi è sembrata l'estate giusta.
"Neve" l'ho comprato per i seguenti motivi:
1)venivo da trenta minuti a piedi nella canicola a 38°. Il titolo ha evocato in me sensazioni di gelo e candore che mi hanno davvero rinfrancata.
2) la Turchia contro la Germania ha giocato una partita bellissima. Tenendo fede al luogo comune che il calcio (lo sport) avvicina i popoli, mi sono resa conto che della Turchia non so niente, se non quello che ho studiato all'università, che non è neanche poco se includiamo nella stima anche l'impero Ottomano. Ma comunque non sono mai stata in Turchia, non conosco nessun turco ecc. Me ce rode.
3) tutti mi dicono meraviglie di Pamuk, allora via, in lettura anche lui.
Conosco talmente poco la Turchia che alla frase "Questi gli aveva raccontato che a Kars ci sarebbero state le elezioni comunali e che, proprio come succedeva a Batman, le ragazze erano state contagiate da una strana epidemia di suicidi" ho pensato si riferisse a Batman famoso, l'uomo pipistrello. Che però non riuscivo a collegare con un'epidemia di suicidi di ragazze. Non che abbia letto tutti gli albi o visto tutti i film, però. Ma sono un donnino intelligente, quindi mi sono detta, ma no, sarà un'altra cosa. Anche perché, diciamola tutta, mica era in corsivo, e a noi sulle norme editoriali non ci si frega...

mercoledì 25 giugno 2008



Per il mio compleanno, ieri, Jason ha fatto un cheesecake. Era buono. In caso ve lo steste chiedendo, sì, quaranta fa un certo effetto.
Non sono andata a vedere Persepolis al Frontone, ma l'ho visto invece sul pc. Le versioni in inglese erano tutte fallate. Con i sottotitoli in inglese abbiamo trovato solo l'originale in francese. Le voci di Marjane e della madre sono di Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve. Mi è molto piaciuto, il fumetto mi aveva folgorata. Quanta complessità in tò sto mondo (mentre elaboravo come rendere la parlata umbra, ho realizzato che potrebbe anche sembrare inglese "in to").
Ancora non sono stata in libreria, ma credo che acquisterò Stella del mattino di Wu Ming come prossima lettura. Per ora ho scaricato Medium di Giuseppe Genna, ma quando mi posiziono davanti al computer tendo ad andare a zonzo per internet senza costrutto, invece di dedicarmi a esso.
E' molto caldo e ho difficoltà a organizzarmi per mettere il naso fuori, per via del mio bambino.
Il mio bambino ha i capelli rossicci.

sabato 21 giugno 2008

Ieri sera ho visto la partita Croazia-Turchia, e ho appreso (o forse ho compreso appieno, perché mi sa già lo sapevo, martedì ho quarant'anni, di nuovo nuovo in campo etico/comportamentale non è che abbia molto da scoprire) una lezione.
No, non la lezione della Turchia, cioè che anche se hai un sacco di titolari che non possono giocare, sei alla prima esperienza, il tuo avversario sulla carta è più forte, non stai nemmeno giocando troppo bene, non devi comunque farti intimidire e provarci fino alla fine.
Invece, la lezione della Croazia. Dopo una partita bruttarella, le squadre vanno ai supplementari. Niente di fatto, tutti in Europa si pensa che ormai ci saranno i rigori, quando al 119', con l'attesa di un minuto di recupero, la Croazia segna. Grandi feste, l'allenatore-giovane-e-rock che salta e caprioleggia a bordocampo ecc. Solo che al 120 e rotto la Turchia pareggia. Si sa che il calcio è così. Sennò perché guardare le partite?
A questo punto l'allenatore della Croazia scapoccia. Il punto è, sembra, che volesse fare un cambio all'ultimo minuto per prendere tempo e di fatto chiudere i giochi, ma il quarto uomo non fosse nei paraggi, o forse non lo ha comunicato, o forse l'arbitro non ha visto, adesso non ho ben capito, comunque questo cambio non si fa e c'è il pareggio. L'allenatore croato spintona il quarto uomo, scuote la testa, gesticola, si muove per il campo come un leone ferito. La partita è finita, tra pochi minuti inizieranno i rigori.
I turchi sono tutti uniti in cerchio con il loro allenatore che parla, spiega, li gasa.
I croati hanno comprensibilmente una botta di depressione da anticlimax, buttati per terra quasi ognuno per conto suo, l'allenatore è troppo impegnato a recriminare per l'intoppo ai suoi piani per ricordarsi che ha una squadra da tenere insieme.
Si inizia a tirare. I croati sbagliano tre rigori. La Turchia va in finale.
Ecco. Non perdiamo la testa. Stiamoci col cranio. Ok, le cose non vanno sempre come vorremmo, ma fino all'ultimo rimanendo saldi e forti possiamo rimediare. Non sprechiamo le nostre energia a rimpiangere, rivendicare, protestare. Azioni positive eccetera. Ci ho pensato tutta la notte.

lunedì 16 giugno 2008

Ho finito e consegnato la traduzione del romanzo teribbile, quindi, per la prima volta da quando ho un figlio, avrò del tempo almeno per richiamare le persone al telefono.
Forte del mio fisichetto post-parto, che si colloca a metà strada tra Giumbolo e una mozzarella di bufala campana, conto di riprendere a camminare e addirittura a fare yoga.
Sento l'esigenza di acquistare un libro, ancora non ho deciso quale, ho una lunga rosa di titoli.
Giovedì 19, alle 18, alla Terrazza del Mercato Coperto c'è la presentazione dell'ultimo libro di Mauro Covacich, che Giovanni poco tempo fa ha recensito nel suo blog, e che non fa parte della mia rosa di titoli per motivi prettamente psicologici. Dovrebbe essere presente l'autore, me ne sincererò quanto prima visto che tanto devo telefonare al gestore della Terrazza per motivi di lavoro. Si potrebbe anche intervenire numerosi, così, tanto pe' sta' insieme.
Sto cercando di valutare se, con le scadenze dell'allattamento (che peraltro devo fare misto, perché ho pochissimo latte, in compenso ho, una volta debellate delle ragadi terrificanti, un pervicace mughetto ai capezzoli), mi sarà possibile andare al cinema qualche volta. Tipo almeno al Frontone lunedì prossimo, a vedere Persepolis.
Voglio fare una festa di compleanno ma ancora non mi sono mossa per niente. Dovesse sfumare come la festa di laurea, mi roderebbe tantissimo.
Ho visto la partita contro l'Olanda da Mimma, dove siamo rimasti anche a cena, divertendoci e rilassandoci (e, Jason, sfoggiando le sue conoscenze enciclopediche sul barbecue), e che si configura come la prima serata in società di Cosimo. Quella contro la Francia mi sa che starò a casa.

venerdì 6 giugno 2008

A Cosimo piace tanto addormentarsi stretto stretto in braccio.

Qui era circa due settimane fa.

Qui (grinzosissimo e pensieroso, perché era ancora in fase di addormentamento invece che nel sonno vero e proprio) lunedì scorso.

giovedì 5 giugno 2008

mercoledì 4 giugno 2008

Ho appena scoperto un false friend in inglese di cui non avevo idea, e che mi ha abbastanza sorpreso: ingenuity vuol dire ingegnosità (certo, con l'etimologia ci si poteva arrivare, come mi ha fatto notare Jason con aria saputella).
Ieri sera abbiamo visto il film TV Recount, con Kevin Spacey e una macchiettisticamente straordinaria Laura Dern [forse non tutti sanno che: Laura Dern è la compagna di Ben Harper], sul pasticcio elettorale in Florida che ha regalato gli Stati Uniti a George W Bush nel 2000. Cosimo ha dormito sulla mia pancia tutto il tempo. Abbiamo dovuto svegliarlo per farlo mangiare.
Allora ho pensato che potevo anche ricominciare a scrivere qualcosa sul blog. Tipo che il film è interessante, ma molto meno del documentario American Blackout visto due anni fa all'Atlanta Film Festival. Il documentario, avendo come focus la carriera della parlamentare (un po' mattarella) Cynthia McKinney [dopo la proiezione l'abbiamo conosciuta: era molto amichevole, un po' brilla, con due guardie del corpo minute e scattanti che probabilmente potevano ammazzarti a testate; quando ha ricevuto minacce di morte per il figlio, lo fece andare all'estero, e per motivi che forse non ricordo o forse non mi disse, lo mandò a Torino, dove il ragazzo è rimasto anni, studiando alla scuola americana] sottolineava in modo particolare come migliaia e migliaia di persona siano state cancellate dalle liste elettorali con uno stratagemma. Ovviamente, migliaia e migliaia ma in maggioranze neri e/o democratici. Invece il film racconta, con momenti anche avvincenti, le mosse e le contromosse legali dei due comitati elettorali per portare avanti, o appunto bloccare, il riconteggio delle schede.
In ogni modo, una visione interessante di come funziona il diritto di voto nell'autoproclamata democrazia più perfetta del mondo.
Però adesso Obama potrebbe diventare presidente (sebbene Hillary non riesca a farsene una ragione). Dite quello che vi pare, ma questo è un avvenimento epocale, totally.

giovedì 15 maggio 2008


Cosimo!

giovedì 8 maggio 2008

Sono sbalordita. Ho appena sentito l'intervista all'avvocato di una delle merde fasciste che a Verona ha ucciso Nicola Tommasoli. L'avvocato ha ripetuto la versione del suo cliente, che sostiene (linea difensiva comune ai cinque) che non si è trattato di un pestaggio ma di una rissa, iniziata di fatto da Tommasoli. Beh, in tutta la ricostruzione l'avvocato ha chiamato il proprio assistito per cognome, e Nicola Tommasoli "Codino". Allora Codino ha fatto, Codino ha detto. Oddio.

mercoledì 7 maggio 2008

Hillary pensava di stravincere in Indiana e di perdere di poco in North Carolina, così da quasi riagganciare Obama. Anche gli osservatori erano un po' di questa idea, perché tutta la storia del reverendo Wright ha costretto Obama sulla difensiva.
Invece è successo il contrario: Obama ha stravinto in North Carolina e ha perso di poco in Indiana. La cose per lui si stanno mettendo benissimo.
Per colazione Jason ha fatto una soffice torta al caffé tutta ricoperta di Nutella. Buonissima.

martedì 6 maggio 2008

Dal sito del Corriere (e sempre perché il vero pericolo per la democrazia sono i centri sociali che bruciano la bandiera di Israele):
"A soli 39 anni, Piero Puschiavo è una leggenda, nera. Imprenditore, padre di famiglia, nel 1985 fondò il Fronte, portò gli skinhead a Verona, decisamente in anticipo sui tempi rispetto a Milano o Roma. Scelse come bacino di proselitismo la curva dell'Hellas Verona, avviò imprese musicali e editoriali, come le fanzine Blitzkrieg, Groaar, La Fenice, la rivista skin Azione Patavium, nella quale indicava come principale nemico «l'imbastardimento della nostra razza». Nessuna responsabilità, dice, nessun album di famiglia. «Il mio unico rimpianto è aver fatto troppo poco per elevare i valori ideali della nostra tradizione, nella quale si inserisce la nostra lotta ai gay, che sono dei falliti, la loro patologia è incurabile». Forse non sembra, ma Puschiavo è uomo colto, probabilmente non sbaglia quando dice che i giovani estremisti d'oggi non leggono Evola e Maurras, nulla sanno del pensiero di Alain De Benoist. Ma il suo linguaggio è questo: «Sono tutti figli dell'America, dei suoi film corruttori e violenti, dell'ossequio continuo a Israele». E così via. I visionari, si sa, non tengono in gran conto le terrene vicende del politicamente corretto."
Se fossero stati romeni sarebbe stata emergenza, è evidente. Ma secondo Fini, se cinque nazisti ammazzano di botte e calci in testa un giovane perché ha i capelli lunghi, non è tanto grave quanto i centri sociali di Torino che danno fuoco alla bandiera di Israele(gesto che io personalmente giudico veramente merdoso. Questo in nome della lotta all'antisemitismo, che notoriamente è un problema che non coinvolge i gruppi nazisti, il Fronte Veneto Skinhead ecc.
Quello che mi sta mandando in bestia è che l'informazione continua a dire che sembra non ci sia un movente politico, che la violenza è bestiale e insensata e si è scatenata solo perché l'ucciso si è rifiutato di dare una sigaretta. Quando tutte le testimonianza concordano nel dire che pestaggi di persone vestite in modo che può essere considerato di sinistra (kefie, magliette con scritte più o meno militanti, ma anche solo pantaloni larghi, piercing o capelli lunghi per i maschi)sono la prassi al centro di Verona. E rimangono sistematicamente impunite. Alla faccia del problema sicurezza.
Al Tg1 lungo servizio con immagini della manifestazioni di ieri sera, in fondo anche abbastanza completo, che finisce parole tanto accorate rispetto alla bestialità di "giovani come tanti, dalle vite in apparenza così normali."
Ecco, magari smettere di considerare così normali i ventenni nazisti che picchiano regolarmente gli stranieri o le tifoserie avversarie (tutti gli assassini avevano precedenti), solo perché sono italiani, di buona famiglia e magari iscritti al liceo classico, potrebbe essere un buon inizio per cambiare le cose.

domenica 4 maggio 2008

Pupi ha ragione. "La freccia nera" è del 1969. Quindi può averla vista quando andava all'asilo. Però mi aspettavo che la Bruna lo mandasse a letto dopo Carosello.
(Loretta Goggi è del 1950 e non del 1948 come avevo detto io).
Ieri Cinzia Anto Pippi Pupi Ermi Giovanni Jimmino Roxy Monie mi hanno regalato un fasciatoio e un cuscinone per l'allattamento. Che dolci.
Ora ho tutto, mi mancano solo le pantofole. Mia madre mi ha chiamato dalla cima del Monte Subasio, dove sta facendo un'escursione, per consigliarmi di acquistare delle finte Crocs che sono tanto comode.
Alla Città della Domenica, mio marito sostiene di aver mangiato ieri sera la migliore pizza di tutta la sua vita, compresa la fase in cui poteva ancora "do gluten". La conversazione sui ggiovani è stata appassionante, a me sono venute in mente tante altre cose dopo, riprendiamola amici! ("emo" su google.it fornisce un sacco di interessanti informazioni)
Obama ha vinto le primarie a Guam per 7 voti.

sabato 3 maggio 2008



Quando ero piccola mi sembrava la canzone più bella del mondo. Forse anche adesso. Un grazie a Pupi, io per qualche motivo non ero riuscita a trovarla su youtube.

giovedì 1 maggio 2008

Ieri sera io e Jason siamo andati al ristorante giapponese con Pupi, poi al Loop Caffè in via della Viola dove ci hanno raggiunto Cinzia e Antonello. C'era il concerto de Le luci della centrale elettrica in programma per le 22. Alle 22 eravamo solo io Jason Pupi Paolo Vinti e una coppia di tedeschi sulla settantina col loro cane. In venti minuti sono andati via Paolo e i tedeschi, e sono arrivati Cinzia e Antonello. Questo ci ha permesso di prendere posto sul divano e di chiacchierare amabilmente per più di un'ora, leggendo il giornale con tutti i concerti in giro (il 31 maggio c'è Nick Cave a Spello. Con Jason abbiamo convenuto che non è adatto per un neonato di 15 giorni, troppo gloomy). E' stata una serata molto carina in compagnia. Quando il concerto è iniziato, venti a mezzanotte, con una declamazione di Paolo Vinti nel frattempo ritornato ("Barack Obama vincerà negli Stati Uniti", corna e scongiuri vari), una folla compatta di gente ha circondato il divano dove ci eravamo accomodati, provoncando un momento d'ansia ad Antonello, che, unito all'ansiogenità della musica stessa, lo ha convinto ad andarsene dopo poco.
Il concerto: il giovane se non giovanissimo cantautore ha senz'altro delle doti, che vengono dimostrate nel suo myspace [fino a ieri c'era un disegno di Andrea Pazienza che spezzava il cuore, ma l'ha tolto]: il pezzo lì presente è secondo me molto bello, e rende molto più registrato che dal vivo. Mi sono chiesta, chissà perché ha messo una canzone sola quando poteva metterne tranquillamente tre o più? Dopo il concerto ho capito: i suoi brani sono tutti perfettamente identici, sia nella musica, che nei testi, che nell'esecuzione, che negli arrangiamenti. Non scherzo. Identici. E questo è monotono. Momenti intensi ce ne sono stati due o tre, ma nel complesso non mi ha entusiasmato.
Tornata a casa, da alcuni indizi fisici ho avuto l'impressione di poter essere vicino al parto. Per mezz'ora sono stata in preda all'ansia, ricercando la cartelletta con gli esami clinici, che è sparita, e decidendo cosa mettere nella valigia per l'ospedale drammaticamente incompleta (tipo, non c'ho le pantofole). Poi però non è arrivata nessuna contrazione, allora sono andata a dormire e infatti eccomi qua.

mercoledì 30 aprile 2008

"Qui non abbiamo grandi problemi di sicurezza nel senso che, se guardi le statistiche, vedrai che non ci sono criticità e i vecchi del quartiere ti spiegheranno che negli anni Ottanta, con la guerra tra la banda della Magliana e i napoletani, era molto più pericoloso girare di notte da queste parti. Voglio dire che non è minacciata l'incolumità delle persone, ma la loro familiarità con il luogo che abitano. Trovano la spazzatura davanti alla loro porta. Vedono gente che non conoscono. Sono invasi dal fumo dei fili di rame bruciati negli improvvisati campi rom. Questo spaesamento ha provocato l'incertezza e l'insoddisfazione che in Campidoglio non hanno voluto comprendere fino alla bocciatura di Rutelli, oggi.". Questo dice Sandro Medici, ex direttore del Manifesto, presidente della Municipalità del Quadraro, zona di tradizione partigiana e di sinistra a Roma, in un articolo non malaccio di Repubblica. Medici ha vinto di slancio, Zingaretti per la provincia ha preso 20 seggi su 20. Rutelli ne ha persi 19 su 20. Essendo andata a Roma spesso in questo ultimo anno e mezzo, avendoci vissuto due mesi, bazzicando spesso zone non centrali, ho avuto modo di chiedermi se quel degrado, che era evidente, poteva essere evitato. Tipo, questo stradello che costeggia la stazione della metro, letteralmente ricoperto di spazzatura di ogni tipo, cocci di bottiglia, rifiuti organici, non si potrebbe ripulire? Magari no, non si può ripulire per qualche motivo burocratico che non so. Ok, non c'è modo di superare il motivo burocratico? Che ne so. Però Roma è così fuori dal centro, non si può dire di no.
Alemanno ha detto che il primo passo che farà sarà espellere i 20.000 rom e immigrati che hanno commesso reati. Sulla carta, per me si può anche fare. C'è un accento razzista nello specificare rom, la colgo, ma che chi ha commesso reati vada sanzionato e, se ci sono gli estremi legali, allontanato, io sono d'accordo. Ma li espelle dove? Nel paese di origine, a Milano, a Monterotondo? E' così facile? Sono presa dalla curiosità divorante, è così. Nel senso che non ci credo che queste quattro idee basate puramente sull'aspetto repressivo (che, ci tengo a sottolinearlo ancora, per me va bene se è secondo legge) potranno risolvere il problema. Voglio vedere che succede, quando se ne prenderà coscienza.
Quanto sarebbe stato bello se la sinistra avesse dato udienza ai sentimenti di microinsicurezza e avesse elaborato delle strategie per superarli (provare a superarli, almeno)unendo alla repressione la socialità, l'integrazione, e tante altre cose belle. Vabe', comunque c'è tutto il futuro davanti, pensandoci bene. [Tutto questo ottimismo me lo daranno gli ormoni? Chissà come mi piglierà con i baby blues?]

lunedì 28 aprile 2008

Il nuovo sindaco di Roma ha la croce celtica sulla catenina e una moglie che di cognome fa Rauti (studiosa dei moti della Vandea, tra l'altro, in senso revisionista).
Però vogliamo negare che il bregno di Rutelli non può non suscitare una certa soddisfazione?

sabato 26 aprile 2008

Adesso che in fondo è andata, si può anche ridere con attonita meraviglia. Finalmente qualcuno che fa un'analisi seria. Da guardare con la massima attenzione fino alla fine.



Nn'è vero che siamo così, io presempio non fischio solo perché non so fischia'.

giovedì 24 aprile 2008

Per giorni Jason cerca di ricordarsi una parola, lui dice, molto comune, di cui non sa il significato. Inizia con G, non gli viene in mente, forse Grimaldi? Ma Grimaldi non è una parola, è un cognome. E' pur sempre il cognome della dinastia del Principato di Monaco, ma non lo considererei un termine molto comune. Comunque, parliamo di un aggettivo, un sostantivo, un verbo? Non si ricorda.
Pensa e ripensa, pensa e ripensa, oggi finalmente ha un lampo di memoria: GORMITI.

mercoledì 23 aprile 2008

Il dottore mi ha detto chiaro e tondo che ho una sindrome ossessiva.
Ci si poteva arrivare.
A Cosimo viene il singhiozzo un paio di volte al giorno. Inizio a sentire qualcosa di strano che mi succede nel corpo, poi piazzo la mano in basso a destra, dove dovrebbe essere la sua boccuccia, e avverto distintamente i singulti.
Mi rendo conto che a me il post-elezioni non ha fatto venire la depressione. Prevale nettamente la curiosità di quel che succederà adesso. Se soltanto ci fossero degli spazi di discussione e partecipazione, dove mischiarsi, gente dei partiti, gente dei movimenti, gente di niente tipo me, mi ci butterei a corpo morto. Ma non ci sono, non a caso. Si parte veramente dal livello zero.

giovedì 17 aprile 2008

Dopo il corso pre-parto sono andata al bar vicino al Pam a prendere un cappuccino (ok sì, lo confesso, ho preso anche una brioscia...). Il Corriere dell'Umbria era occupato, allora mi sono immersa nella lettura de La Nazione. Che ho trovato interessante al punto da uscire con diversi appunti.
Pagine regionali - Intevista ad Ada Urbani, politica locale di Forza Italia, dinastia del tartufo, regina della cotonatura bionda ossigenata, del kajal dentro la palpebra inferiore, del foulard e del tacco a spillo sulla gambetta secca e nervosa. Messa in lista per il Senato in funzione chiaramente riempitiva, grazie al tracollo della sinistra è stata eletta. Mi interessa solo l'inizio: "Senatrice Ada Urbani, superata l'emozione del voto che l'ha portata a Palazzo Madama?
Senatore, prego. Sono stata sindaco, non sindaca, consigliere, non consigliera. Altrimenti si esaltano le differenze che per me non esistono." Può essere che sia stata assente alle elementari, il giorno che la maestra spiegava la semplice regola grammaticale del femminile nella lingua italiana. Questo è, una regola di grammatica. Ma più probabilmente, come ho sempre sospettato, queste donne che si presentano come travestiti hanno delle vere e proprie problematiche di identità di genere.
Pagine nazionali - Intervista a Ciro Argentino, operaio della Thyssen di Torino attualmente disoccupato, candidato dalla Sinistra Arcobaleno e, quindi, non eletto in Parlamento. Riporto alcune domande. "(...) nelle grandi fabbriche i vostri voti sono stati dirottati sulla Lega?
Gli operai si buttano da quella parte perché sono preoccupati che le case popolari vadano agli zingari e i posti all'asilo ai figli dei marocchini." Detto in parole semplici e dal suono un po' razzista, ormai sappiamo tutti che è vero, è per questo che hanno votato per la Lega. Lui evidentemente ci parla coi suoi colleghi. Poi gli chiedono cosa augura ad Antonio Boccuzzi, anche lui ex operaio della Thyssen candidato dal PD ed eletto. "Di fare al meglio l'interesse degli operai. Sapendo però che non ci riuscirà, non in un partito dove sta Calearo." Il giornalista osserva che lui, nonostante tutto, ora è un disoccupato speciale: "Agli altri un lavoro lo hanno trovato. Io sono quello che ha strappato una corona di fiori della Thyssen ai funerali di Rocco Marzo, sono il comunista in fabbrica, quello che dà fastidio." L'intervista finisce con lo scambio seguente:
"Si sente un sopravvissuto?
No, mi sento un'avanguardia."
Guardate. Orgoglio proletario, compagni e compagne. Massimo rispetto. Tra l'altro, da qualche punto di vista che ora fatico a individuare, può darsi benissimo che abbia ragione.

mercoledì 16 aprile 2008

Siamo qui. A guardare quel che succede. Io aspetto il bonus bebé, anche se certo, 1000 euro, non è che si sprecano.
Aspetto qualche assemblea, qualche analisi pubblica del voto.
Leggo sui titoli dei giornali on-line che inizia la resa dei conti dentro Rifondazione, Ferrero parte all'offensiva. Le perplessità che avevo su Ferrero ho avuto modo di illustrarle prima delle elezioni. E' triste, ma avevano una loro lungimiranza.
Si è perso sulla totale mancanza di risposte sulla sicurezza, intanto. Per risposte, intendo qualcosa di più complesso di "la sicurezza è un problema che non esiste, te lo fa credere la televisione che sei insicuro in città, la maggior parte dei delitti avviene in famiglia." Sta cosa della maggior parte dei delitti che avviene in famiglia, peraltro verissima, da due anni a questa parte era diventata la risposta unica in qualsiasi conversazione si cercasse di intavolare con un compagno o una compagna. In Italia l'unica lettura organica e coesa del degrado delle città è la lettura da stronzi che dà la destra. Per la sinistra non esiste, è solo un riflesso della guerra tra poveri che cerca di scatenare il capitale.
Stavo in questa classe dell'Ipsia, sommersa dai commenti sugli stranieri che possono fare quello che gli pare perché tanto per loro le leggi non valgono, non si può girare per strada o andare al parco, a scuola ci sono le bande e portano i coltelli, chiunque indistintamente, ragazzi anche intelligenti, ragazzi anche aperti a certe esperienze. Abbiamo cominciato a parlare, analizzare quel che veniva detto, faticosamente, perdendo sempre il filo, col ragazzo albanese (l'unico albanese buono che conosco, poi si scopre che è l'unico albanese che conosce tout court) che dice cose molto interessanti sui motivi che spingono a emigrare, sulle difficoltà di vivere onestamente perché le leggi praticamente te lo vietano. Poi anche il ragazzo albanese concorda sul fatto che c'è troppa tolleranza per chi delinque. Il ragazzo albanese tendenzialmente voterebbe Berlusconi, se fosse maggiorenne. Stiamo iniziando un discorso che richiederebbe ore, giorni, botte e risposte, approfondimenti da fare insieme. Siamo troppo indietro nel dialogo. Poi suona la campanella.

lunedì 14 aprile 2008

Veltroni ha telefonato a Berlusconi per dargli atto della vittoria perché in America si fa così. Lo odio. Mi fa pena. Mi fa schifo. Lo ammazzerei. Mi dispiace che Berlusconi gli abbia risposto.
[Sto avendo un attacco di nervi]
Mastella che fa il commentatore alla diretta del tg2 mi ricorda tanto un intellettuale della Magna Grecia.
Ha telefonato mio fratello Nicola per commentare le elezioni. Nicola vive nell'appennino vicino Parma (ripeto così a pappagallo, mica lo saprei situare su una carta geografica...), dove fa il veterinario in un allevamento di cavalli da corsa.
Nicola non ha votato per due motivi: 1) sabato è andato a Marsiglia con un pullman partito da qui, a vedere un gruppo di musica oi di Perugia che si esibiva con un famoso gruppo spagnolo dello stesso genere (il gruppo spagnolo si dichiara stalinista). Sarebbe potuto riscendere con lo stesso pullman fino a Marsciano, dove risiede, domenica sera, ma oggi doveva lavorare 2) se avesse votato avrebbe votato per Veltroni, senza però approvarne il progetto ma solo in funzione antiberlusconiana. Non avrebbe comunque mai votato per la Sinistra Arcobaleno perché ritiene che al momento non abbia niente da dire. Quindi in ultima analisi è stato contento di non poter votare perché votare Veltroni gli sarebbe dispiaciuto.
Questo è il discorso che mi ha fatto. In fondo non fa una grinza.
La cosa che mi lascia più perplessa è lo stalinismo del gruppo spagnolo. Ma ormai agli spagnoli si perdona tutto. Viva Zapatero.
La Sinistra l'Arcobaleno non avrà probabilmente un solo eletto al parlamento. Sarà contento Veltroni, che è tanto turbato dalla "sinistra radicale".
Mi sento a poco a poco invasa dall'odio.
Ecco sì, Luca Barbareschi gongolante che commenta la vittoria elettorale dal quartier generale del Popolo della Libertà: ne avevo bisogno. Riforma della giustizia, gestione dei beni culturali e turismo, di questo si occuperà nella sua prossima carriera di parlamentare.
Sono senza parole.

sabato 12 aprile 2008



Nell'intervista che ho visto ora al tg, Pippa Bacca spiegava così le motivazioni filosofiche del suo viaggio: "E' un atto di fiducia nel prossimo. Vogliamo dimostrare, e speriamo di riuscirci, che dando fiducia al prossimo si riceve solo bene."
E' così triste.

venerdì 11 aprile 2008

Mentre guadagnavo l'uscita dell'affollatissimo autobus, alla mia fermata, la voce della ragazzina diceva: "A me non me frega niente né de destra né de sinistra. Chi va su, chi va giù, boh... non me ne frega un cavolo."
A me me frega, anche molto, eppure è vero che non ho seguito niente, non sto leggendo niente se non generici articoli di giornali o su internet di tanto in tanto. Non ho guardato un dibattito, una tribuna politica, stasera mi asterrò dall'ascoltare Berlusconi e Veltroni che parlano a Matrix (ti ricordi Pippi due anni fa a casa tua a vedere il faccia a faccia Prodi-Berlusconi nella tua bella casina di Montelaguardia, che se non erro batté i record di ascolto televisivo in Italia?). Lunedì quando daranno il primo exit poll io sarò all'Ipsia con i ragazzi e le ragazze del secondo a parlare chissà di cosa, se di droga, di gravidanze in adolescenza, di tratta di esseri umani - il progetto che stiamo facendo è molto ampio e generico, il che permette di spaziare più o meno ovunque. Tipo oggi con la quarta siamo finiti a parlare di immigrazione, perché li ho sentiti fare commenti così xenofobi (eppure, anche se destrissimi, sono simpaticacci, interessati, aperti al confronto) che non me la sono sentita di andare avanti senza discutere insieme questo punto. Del resto sulle droghe avevano delle competenze che io me le sogno.
Allora, quando lunedì daranno il primo exit poll mi aspetto che le mie amiche mi inviino almeno un sms per farmi sapere che aria tira, anche se nel 2006 poi lo spoglio del voto vero e proprio diede esiti molto diversi ( ti ricordi Massi che ci fu anche l'applauso nell'atrio del Palazzo dei Priori quando apparvero le prime proiezioni che davano il centro-sinistra tanto avanti? vi ricordate Anto e Sinci, che ansia e che frustrazione a seguire i risultati fino a notte fonda nella vostra vecchia casetta?).Poi mi unirò a qualcuno, magari in qualche luogo pubblico, o in qualche casa. Ha ragione Mimma, mica vorremo stare da soli in un momento come questo.