mercoledì 19 novembre 2008

Ho portato fuori il cane e la giornata era stupenda, siamo andate al parco abbandonato sul fianco della collina, invaso dal sole. Era come a primavera, abbiamo giocato col guinzaglio, lei ha corso quasi con frenesia, avanti e indietro e in tondo, con me come centro del cerchio.
Verso le quattro sono uscita con mio figlio, ma la città era in ombra ormai, e la domenica le vie per andare in piazza Cavallotti, dove il negozio gestito dai pakistani rimane aperto, sono quasi deserte. Si era alzato molto vento, Perugia era tutta completamente grigia senza nemmeno un punto di colore. Cosimo ha pianto tanto, forse stranito dal freddo, cercavo qualcosa di allegro da mostrargli, un fiore, una tendina, non c'era nulla. Mi sono accoccolata a fianco del passeggino per dirgli qualcosa, ho visto le mie mani molto rugose in quella luce insensibile, atona. Ho continuato a camminare verso piazza Grimana, dove almeno le fronde degli alberi erano verdi, ma di un verde molto scuro, e una ventina tra ragazzi e ragazze giocavano a pallacanestro nel campetto di cui si è letto, di recente, nella cronaca nera internazionale. Passavano pochissime macchine, i rumori rimbombavano in una sorta di vuoto per me inspiegabile dal punto di vista fisico. Cosimo non la smetteva di piangere.
Mi è sembrato di capire com'è essere vecchi.

mercoledì 5 novembre 2008

Alle 00.56 mi è arrivato un messaggio al cellulare. Era Ilaria, che mi scriveva: "Ma non è che niente niente... vince davvero Obama! L'ha votato pure Mike Bongiorno!"
Ha vinto davvero Obama. Lacrime a fiumi.

domenica 2 novembre 2008

Hai lavato e fatto a pezzi altre volte carote, zucchine e patate (non spesso, e spesso malvolentieri perché cucinare non ti piace per niente), ma questa volta cerchi di concentrarti su ogni gesto perché vuoi essere sicura che tutto sia pulito e preciso, metti l'acqua, accendi il gas e lo tieni basso. Tutto nuovo, l'intenzione, l'attenzione, il sentimento. Prepari il primo pasto nella vita di tuo figlio. Certo, stai ancora lì a fissarti l'ombelico in preda all'angoscia e a piangerti addosso appena puoi, ma ormai puoi solo nei ritagli di tempo.