domenica 25 febbraio 2007

Sono al caffe' JavaMonkey (dove Jason lavorava a degli murales proprio nel periodo in cui ci siamo conosciuti, e ce li ho intorno, tutti a tema vino e vigneti, perche' il padrone di questo posticino ha un kink per l'Europa, fa degustazione di vini, ha la macchina per l'espresso e cosi' via). Si' e' molto americano stare al coffee shop e lavorare al computer... Non ho molto tempo, il blog e' un po' stiracchiato. Oggi alle 17 andiamo a una conferenza sulla differenza culturale tenuta da Salman Rushdie, che ha avuto una docenza a Emory University. Poi la sera e' tutto Oscar. Io tifo per Hellen Mirren e Martin Scorsese.
Ieri ci siamo incontrati per colazione con Boon e Eugene. Io ho preso uova e salsiccia, Jason uova e bacon, Boon e Eugene uova e bistecca di maiale (la prossima volta voglio la bistecca di maiale anch'io). Comunque, Boon aveva saputo da Jason la storia del computer rubatomi (naturalmente depurata da moltissimi dettagli). Mi ha quindi detto che siccome loro hanno quattro computer, avevano pensato di regalarmene uno. Commossa fino alle lacrime, ho spazzolato la mia colazione compreso il toast imburrato, chiacchierando del piu' e del meno e giocherellando con le collane africane fatte su ordinazione da un artigiano in Tanziana che mi hanno portato come regalo di bentornata. Mentre tornavamo all'hotel*, Jason fa: Mi sono dimenticato di chiedere se potevano noleggiarmi una delle loro macchine per questi giorni che sei qui, e io: Ma no, non lo chiedere, mi sembra di approffittarsene, lo sai che te la darebbero senza farti pagare, mi pare brutto. Tempo 5 minuti, e Boon ci chiama, per comunicargli che si era dimenticato di dire che, finche' sono qui, pensava di prestarci la loro Honda Passport.
Cioe', capito? Boon e' la fata.

* non stiamo a casa di Jason, che e' subaffittata al giovane hare krishna che ha tenuto Corbin mentre Jason era in Italia; abbiamo una microstanza con angolo cottura all' Highland Inn www.thehighlandinn.com

giovedì 22 febbraio 2007

Stesa sul letto, stordita dal fuso orario, guardavo la diretta delle audizioni in tribunale per decidere dove seppellire Anna Nicole Smith (in onda simultaneamente su tutti i canali di informazione). In quel momento credo stesse testimoniando la trucidissima madre. Cercavo di capire come mai una notizia che, anche nella sua morbosita' estrema, dopo cinque minuti perde ogni tipo di interesse per una mente pur amante della tv spazzatura, avesse il full coverage nella televisione americana, relegando in secondo posizione Tony Blair che annuncia il ritiro dall'Iraq, per esempio, quando il mio occhietto ha colto la parola "Rome" nei lanci che scorrono in basso nello schermo. Ma ormai il testo era passato. Quindi ho dovuto far scorrere tutto il repertorio di notizie di Fox News, e vi assicuro che non e' stato piacevole, per apprendere che in Italia e' caduto il governo. Fuor di metafora, sono balzata sul letto e ho cercato nei 68 canali un qualche approfondimento. Si', vabe'. (Anna Nicole Smith impediva al figlio che e' morto l'anno scorso di avere contatti con la nonna, in caso non lo sapeste). Ho provato a chiamare anche Pupi un tre volte, ma era sempre occupato.
E' caduto il governo. Oddio. Quando Jason e' tornato ho letto qualcosa su Internet.
Non me lo aspettavo per niente pero'! Ci sono rimasta malissimo.
Compagni e compagne, amici e amiche, che si fa se bisogna contare sulla buona fede di un Andreotti per pensare di andare avanti? Ma il pensiero del ritorno di Berlusconi fa veramente accapponare la pelle. Non so che pensare.

In ogni modo, il 22 febbraio del 2003 io e Jason ci siamo visti per la prima volta. Che tenerezza!

lunedì 19 febbraio 2007

On the move

In questa capitale culturale non c'è una libreria che tenga i libri. Tutto è da ordinare. Ho cercato nelle 3 librerie più importanti di Perugia 3 libri di storia contemporanea, uno sulla senatrice Merlin del 2006, uno sulla storia dell'UDI del 2005, uno (stupendo! Anna Bravo, Il fotoromanzo, Il Mulino, leggetelo perché è interessantissimo) appunto sul fotoromanzo del 2003 e niente, non ce li hanno ma li posso ordinare. Che scoperta. Anche alla cartolibreria a Marsciano li posso ordinare. Credevo che Perugia potesse offrire di più.
Quindi me ne vo con qualche fotocopia, uno solo dei due libri di Bellassai che mi servivano (l'altro in verità non è manco da ordinare perché sembra sia esaurito), e la speranza, almeno, che ad Atlanta qualche istituto universitario di italiano abbia acquistato la Storia dell'Italia Repubblicana dell'Einaudi e me la faccia consultare.
Sono le 12.40 e devo ancora riportare i libri alla biblioteca di studi storici e sociali, fare la valigia da zero, depilarmi, cercare la chiave della cassetta delle lettere. Poi mi viene a prendere il babbo e mi accompagna alla stazione di Foligno, da dove l'eurostar mi porterà a Roma Tiburtina, da dove il treno locale mi porterà a Fiumicino, dove trascorrerò la notte, perché da Perugia questo è l'unico modo di fare un check-in alle 5 del mattino usando il trasporto pubblico. Sonnecchierò e osserverò la gente, che sarà poca stanotte, siamo a febbraio.
Arriverò ad Atlanta che le mie occhiaie vivranno di vita propria, e lì sarà primo pomeriggio.
Penso che prima del 22 difficilmente potrò scrivere sul blog.
Ho una certa ansia, stanotte non riuscivo a prendere sonno perché sentivo nostalgia della nonna Margherita.
Bisous.

sabato 17 febbraio 2007

Giovedì mattina ho sentito leggere a Radio Deejay una poesia bellissima di Sergio Azzeni sulla Sardegna. Per l'irresistibile forza centripeta che riconduce tutto al proprio ombelico, questo passaggio folgorante

A parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti, eravamo felici

mi ha fatto pensare al mio matrimonio.
Tenere un blog senza avere un computer presenta in effetti qualche difficoltà.
In questi giorni sto girando come una trottola per prepararmi al viaggio e nello stesso tempo provare a sistemare alcune cose per la t***, di modo che al ritorno mi basterà mettermi sotto sul serio per l********.
Ora quando lavo la lana uso l'ammorbidente.

N.B. Gli orari che appaiono sotto i post sono tutti sballati. Non so su che fuso orario sia settato il sistema.

mercoledì 14 febbraio 2007

Grande è la confusione (dentro e fuori casa)

Se il tappeto fa una grinza non la liscio. Se cade qualche cosa non la raccolgo. Se cade un'altra cosa non la raccolgo di nuovo. Si ammucchiano cose sul pavimento, alcune cadono, altre le lascio cadere. Mi ci muovo in mezzo usando le punte dei piedi, o le calpesto. Giornali, calze, buste di plastica, opuscoli del supermercato, sciarpe, bollette, bottiglie vuote, stracci, scontrini, il cappotto, lo zainetto, le borse. Tutto è per terra, si sporca si impolvera si deteriora. Il lavandino è pieno di stoviglie perché io uso tutte le pentole, tutti i piatti, tutte le posate, tutti i bicchieri finché non c'è più niente di pulito, allora devo iniziare a lavare. Sul tavolo ci sono boccette di ogni tipo, scatolette vuote, scatolette piene, cellophane appallottolato, il tabasco, il lievito di birra, bustine di zucchero prese al bar, il sale grosso, il sale iodato, presine, guanti da forno, panni spugna asciugatisi con grossi aloni di sporco marrone, scottex usati, ancora giornali. Sul letto sfatto tengo, nella metà dove dorme mio marito quando abita con me, libri aperti sulla pagina che stavo leggendo, ancora giornali, pennarelli, biancheria sporca, biancheria pulita, volantini, menù di pizzerie da asporto, asciugamani. Tutto è spiegazzato, fuori posto, messo male. Il mio disordine è secondo me patologico non solo perché è, come dire, quantitativamente esagerato. Ma soprattutto perché io mi vergogno. Mi faccio anche un pochino schifo, diciamolo.
Passando dalle riflessioni sul mio ombelico al resto del mondo, sto seguendo la vicenda di questi presunti terroristi (anche il telegiornale di italia1 oggi li ha sempre chiamati presunti terroristi, devono essere presunti di brutto). ancora devo leggere e capire diverse cose, ma per adesso la mia domanda principale è questa: ma che obiettivo è "libero"?
A Vicenza sabato saranno chiuse le scuole di ogni ordine e grado, l'ambasciata americana sconsiglia gli americani di recarsi a Vicenza dal 16 al 18, amato parla di Vicenza, non so, pare che la tensione si voglia alzare parecchio. Io non vado, comunque. Sono contraria all'allargamento della base ma non mi sento in vena di manifestazione. Sono un po' deperita, scusatemi. Non ce la faccio a sopportare nessun livello di aggressività, da parte di nessuno.
Ieri sera con Giorgio e Massi sono andata al circolo arci di Ponte Valleceppi per un incontro su droghe e dipendenze, che non si è tenuto causa complotto dei cattivi in una faida interna alla dirigenza del circolo (questa la versione di Gabrielone). Mentre bevevamo al bancone prima di ritornarcene in città, abbiamo avuto modo di conoscere un alieno, un signore inglese di una certa età con capelli rossicci occhi cerulei giacca cravatta e trench, ubriaco ai limiti dello svenimento, che senza smettere di bere grossi boccali di birra accoglieva a pacche sulle spalle ogni nuovo pontevalleceppese che entrava, cercando di farlo partecipare alla nostra bislacca conversazione sui rispettivi ruoli nel mondo (filosofo, professoressa, anglo-sassone, idiota, agente cia ecc). E' stato un bel momento di meticciato culturale europeo. Il punto più alto è stato quando Gabriele, credo per dire qualcosa in inglese, ha detto Birmingham.

lunedì 12 febbraio 2007

Fiumicino cuore della notte, settembre 2006

Una ragazza molto bella, tipo supermodel. Perché farà questo musetto sofferente tutto il tempo? Si mette seduta come in posa e cerca di incrociare gli sguardi di chi la guarda, se qualcuno non la guarda un lampo di cupezza le attraversa il viso monocorde. Ha un corpo perfetto. Il suo ragazzo, ben piazzato ma un po' rozzo, genere italo-americano o israeliano, non riesce a non starle appiccicato. Ma lei che ha fatto? Perché è così imbronciata?
Entro al bagno e l'uomo non pone tempo in mezzo "Lo so lo so, sto fumando". Sta fumando ma non ci avevo fatto caso, colpita piuttosto dalla presenza di un uomo nel bagno delle donne. Neanche mi fermo "Già, stai fumando e per di più nel bagno delle donne." Si stupisce sinceramente, si mette in movimento "Davvero, giuro che non me ne ero accorto", si riorganizza fisicamente per spostarsi, scuote la cenere, afferra il trolley. Si ferma nel corridoietto a finire veloce la cicca, la butta da qualche parte. Poteva uscire, mica è freddo, invece è andato al bagno come alle superiori. Che stordito. Quando passo a lavarmi le mani c'è tutta cenere nel lavandino.

sabato 10 febbraio 2007

Oggi Christian Attisani avrebbe compiuto 31 anni. Lo penso.

venerdì 9 febbraio 2007

Tempo fa leggendo la versione on-line di NoiDonne ho trovato il termine direttora riferito non so più a chi. Convinta del fatto che la battaglia per l'uso del femminile nei sostantivi sia una priorità politica in Italia, ho scritto alla redazione chiedendo il perché di quella scelta: perché il goffo "direttora", quando c'è direttrice, usato comunemente prima di questa fase oscurantista che non so bene quando sia iniziata, credo negli anni 80 quando le donne in Italia, molto faticosamente, hanno iniziato a raggiungere qualche posizione di potere. Facevo l'esempio della direttrice del circolo didattico di Marsciano, che mi ricordo ancora dai tempi dell'asilo. Nessuno si sarebbe sognato di chiamarla direttore. Ma neanche direttora, se è per questo. Con un certo ritardo oggi mi è arrivata la risposta della direttrice di NoiDonne:

Gent.le amica
la lingua è un corpo vivo che muta con il tempo e risente dei mutamenti delle società. Noidonne, insieme a tante donne, lavora anche per contribuire a far passare anche attraverso neologismi l'idea che mestieri 'da uomini' possano essere esercitati da donne e quindi declianti al femminile. Direttori donne di giornali in Italia sono pochissime, mentre di giornaliste ce ne sono molte e brave. Perchè queste brave giornaliste non arrivano a dirigere i giornali? Forse che il ruolo di direttore è pensato, e quindi declinato, solo per uomini? Allora cominciamo a volgerlo al femminile, come si comincia a fare anche per le sindache, le assessore e le ministre. Inventiamo dei termini che possono anche 'colpire', come è stata colpita lei, e quindi far riflettere o anche discutere. Non sarà un caso se molti colleghi contestano il termine sostenendo che non esiste il femminile di direttore.
Direttora e non direttrice perchè questo ultimo termine richiama, come lei stessa osserva, un ruolo svolto in ambiente scolastico. Un altro mestiere, quindi.
La ringrazio per l'attenzione e la saluto molto cordialmente
Tiziana BartoliniDirettora Noidonne


Ora, a parte la lezioncina iniziale di sociolinguistica per la quale ringrazio, avrei alcune obiezioni da fare: il neologismo è bello e giusto quando serve. Ma il termine direttore donna esiste da sempre (e trovo veramente fantastico che qualcuno lo metta in dubbio) ed è direttrice. Che vuol dire che non bisogna usarlo perché richiama la scuola? I direttori uomini dei circoli didattici si chiamano direttori, ma non mi sembra che questo leda la dignità del ruolo di Mieli o Mauro. In un servizio del Tg3 regionale di qualche tempo fa, ricordo di aver sentito chiamare la segretaria del sindacato della destra, unica donna a ricoprire questa carica, segretario. Vi giuro. Una morona anche piuttosto belloccia, segretario. Immagino l'abbiano fatto seguendo il ragionamento che la segretaria è quella che batte a macchina e mette su il caffè, quindi un altro mestiere, tra l'altro anche un po' offensivo, diciamocelo, un po', come dire, da femminuccia. Perfettamente in linea con la posizione di Tiziana Bartolini. Alla quale vorrei chiedere a questo punto come chiamare le segretarie di partiti e sindacati, per quando tra decenni inizieranno a esistere: segretariesse forse.
Io continuerò a usare il femminile secondo grammatica, possibilmente sempre.
Anzi siccome da tanto volevo farlo, credo che scriverò delle lettere a tutte le direttrici di giornali italiani (ovviamente tutte riviste femminili, tranne credo la direttrice di Corriere della Sera magazine) per chiedere loro come mai si fanno chiamare allegramente direttori. Le parole sono importanti ecc. ecc.
[L'anno scorso siamo andate al carcere di Capanne ad assistere alla proiezione di un film. La Pa mi continuava a dire, adesso scende il direttore col vicedirettore, faranno un discorso. Aspetta aspetta, nessuno si vedeva, a un certo punto compaiono due signore anche abbastanza giovani, una dice due parole, si vede il film, mentre usciamo commento, quindi alla fine il direttore ha dato buca, e la Pa, ma no, era lei, quella che ha parlato. Credetemi, non è una battaglia ideologica, è che proprio io non capisco...]

Sono da tre giorni fissa a casa di Peppe, che con la dolcezza che lo contraddistingue mi fa usare il suo computer per finire la traduzione urgentissima delle parti in italiano del video di ArtTrek. Proprio ora stavamo discutendo dell'opportunità, per lui, di farsi avanti nella faida per l'attribuzione della paternità della figlia di Anne Nicole Smith. Secondo me Peppe sarebbe un ottimo padre per una ragazzina di 5 mesi, e se c'è qualcuno che userebbe l'eredità per cose giuste e interessanti, quello è Peppe. Sentiamo che ne dice l'Ermi. E' pur vero che con il test del dna non ci sono molte chances.
Sarà bene che torni a fare quel che devo fare. Stasera vorrei andare a teatro a Spello. Sono tanto stanca. (Peppe si è alterato perché ho portato i sofficini per pranzo. Mi ha fatto mangiare filetto al pepe verde e ossobuco in umido in questi giorni, si sente non compreso. Sono alla doppia mozzarella, posso dire a mia discolpa.)

martedì 6 febbraio 2007

Bedrock

Dunque, almeno adesso ho qualcosa di interessante da dire: mi hanno rubato il computer e la macchina fotografica digitale, peraltro appartenente a mia madre. No, non mi hanno scassinato la serratura, non hanno infranto il vetro della finestra, sai, il primo piano: avevo lasciato la porta spalancata e tutte le luci accese (anche il riscaldamento se è per questo, per rendere ancora più avvincenti le vicende geopolitiche dell'ex Unione Sovietica), lasciando il mio appartamentino e il suo disordine patologico a piedi scalzi, avvinghiata all'impermeabile Terence style di mio marito.
Ho dei ringraziamenti da fare: la casa di abbigliamento Bershka per la blusa in oro senza maniche, profondamente scollata davanti e dietro che, pur se abbinata alla tuta in cotone grigio acquistata al mercato di via Sannio, ha permesso di dare alla nottata di sabato un ulteriore tocco Hollywood sul Tevere dei poveri che non sarò certo io a non apprezzare; la casa circondariale di Velletri per la bottiglia di vino bianco che fortunosamente mi sono trovata ad avere in casa, e che ha permesso alla mia autodistruttività di superare i suoi (peraltro debolissimi) confini; e last but absolutely not least, gli sveglioni, i paraculi, i furbetti del condominietto che probabilmente ci hanno visto uscire e al motto "l'occasione fa l'uomo ladro!" si sono impossessati dei miei unici averi tecnologici nonché di vari frutti della mia creatività in essi contenuti. So che non siete ladri di professione, avete solo arraffato quello che vi ha poi permesso di tornare subito a essere gli studentelli bon vivant del quartiere: vi comunico che nel cassettino dell'ingresso c'erano 100 euro, e nel trolley vicino alla porta un computer apple e una macchina fotografica kodak, il mio telefono cellulare era nella tasca del cappotto e il portafoglio nella borsa. Grazie per non aver frugato, siete stati sguisiti, auguroni per tutto.
Seriamente, ringrazio Giorgino, che si è materializzato come una visione dopo che lo avevo nominato più volte: ci ha parlato, ci ha ascoltato, ci ha toccato, ci ha guardato, ci ha dato un passaggio a casa con la sua macchina che credo sia nuova, non ricordo esattamente. Giorgio Giorgio Giorgio.
Adesso inizia la risalita.

sabato 3 febbraio 2007

Siamo stati due giorni a Roma per l'inaugurazione del mural. Se capitate alla stazione della metro di Ponte Mammolo, nella capitale, sappiate che quel grande murales sulla destra venendo dal capolinea degli autobus e sulla sinistra venendo dai treni, è il prodotto artistico di ArtTrek-Road to Rome 2006 e lo ha creato Jason con i ragazzi e le ragazze del gruppo. C'è stata una conferenza stampa con varie telecamere, giornalisti, fotografi, discorsi ufficiali, la Provincia di Roma ha un ufficio stampa molto efficiente, direi.
A Roma il tempo era bellissimo, un po' l'effetto serra, un po' dice che a Roma è sempre così. Siamo andati al Ghetto, alle Scuderie del Quirinale, a cercare una galleria d'arte in via degli Specchi, dalle parti di via Arenula, che dopo mille labirintici giri è risultata chiusa.
Non so bene che impostazione dare a questo blog. In fondo che c'ho da dire di interessante?