lunedì 31 dicembre 2007

Boon e Eugene (e la loro amica Joanne) sono venuti in Italia per le feste, e con Jason li abbiamo raggiunti a Firenze. A Santa Croce, mentre sedevamo sui banchi della chiesa per riposarci, abbiamo sentito un padre americano, rigidissimo, parlare alla figlia di Machiavelli, a writer, a warrior. Ha detto, qui gli hanno dedicato un mausoleo, pensa invece a Ronald Reagan, che ha sconfitto l'impero comunista e noi non gli abbiamo dedicato niente, noi non sappiamo prenderci cura dei nostri eroi. Stavo alzandomi di slancio per intromettermi, che ne so, almeno fargli notare come stava banalizzando la figura di Machiavelli, ma mio marito mi ha sconsigliata. Abbiamo guardato gli affeschi di Giotto e siamo tornati ai banchi (Eugene ha un problema alla schiena e non puo' stare tanto in piedi). Il padre e la figlia adolescente erano stati raggiunti dal resto della famiglia, altre due figlie sui 10/12 anni e il maschio sui quattordici. Tutti biondi, magri, dai visi affilati. All'improvviso l'adolescente ha deciso a prendere a calci il fratello, il quale prima ha provato a schiaffeggiarla, poi ha cominciato a piangere rumorosamente. Il padre li ha guardati irrigidendosi ancora, ha cercato di emettere un you are unbelivable pieno di biasimo, ma la figlia decenne gli si e' messa in punta di piedi davanti, guardandolo negli occhi, sibilando minacciosa in faccia don't you dare, don't you dare doing anything in here. Intanto il ragazzo si e' messo a seguire la sorella maggiore, riuscendo finalmente a prenderla a calci anche lui. Noi siamo usciti. Il pensiero di Ronald Reagan che sconfigge l'impero comunista deve dargli un sacco di sicurezza, a quel signore.
Siamo andati a cena alla trattoria Garga. Sul menu' ci sono gli spaghetti Donna Karan, un omaggio a una cliente abituale. I prezzi erano per me oltraggiosi, proprio concettualmente, ma siccome eravamo ospiti ho comunque ordinato la mia scaloppina all'avocado e non posso nascondere, solo per puntiglio ideologico, quanto fosse squisita. Abbiamo mangiato, parlato, commentato questo e quello, a fine serata (ma erano tipo le nove e mezza) ho iniziato a vedere sempre piu' nero, a sentirmi strana, sono riuscita a dire non mi sento tanto bene, mi sono alzata per farmi accompagnare al bagno, e sono svenuta in mezzo alla sala a occhi sbarrati. Kind of cool.
La morte di Benazir Bhutto mi ha sconvolto.
Carla Bruni invece chi l'ammazza.

domenica 23 dicembre 2007

In biblioteca ho preso Dies Irae, di Giuseppe Genna (editore Rizzoli, per la precisione). Se ne era parlato molto in rete quando usci' l'hanno scorso, lo avevo anche sfogliato brevemente all'Ipercoop. Giuseppe Genna non mi ha mai convinto completamente. Ho cominciato a sentirlo nominare per la diatriba che ebbe con Wu Ming, che forse ancora si chiamava Luther Blisset, tanti anni fa ormai. Poi fecero pace, diventarono anzi amiconi, e questa specie di conversione, adesso e' uno dei due animatori di Carmilla, non mi convinse. Poi ha sempre da dire la sua, soprattutto sulla letteratura, scrive e afferma in modo compulsivo. Un insieme respingente per me. Sul sito del libro si legge una qualche recensione che lo definisce l'Underworld italiano. Si va be': come si diceva alle elementari, cala... Pero' il romanzo parla di Vermicino, ha una copertina assai bella, e' un tomone spessissimo, conta infatti 761 pagine, e a me la protervia delle grandi dimensioni mi fa sempre un certo effetto di sfida, che avrai mai avuto da dire, unito al fascino della costanza, di non perdere il filo per mesi o anni. Insomma, girellando per la biblioteca ho deciso di prenderlo, tanto se e' insopportabile lo smetto e lo riporto.
Per fortuna. Perche' invece e' un romanzo BELLISSIMO.
Le varie vicende si snodano dall'81 di Vermicino al febbraio 2006, un mese prima che il libro uscisse, e alle storie politiche e civili dell'Italia, nelle loro commistioni terrorizzanti, si affiancano le storie personali di tre personaggi, uno dei quali e' "io, Giuseppe Genna", il loro complicato personale e il contesto storico magnificamente portati avanti. Tra i capitoli, appaiono stralci del romanzo fantascientifico monstre Dies Irae che il personaggio Giuseppe Genna continua a scrivere compulsivamente nel corso degli anni. Lo stile e' eccessivo, logorroico, a momenti addirittura fastidioso, pero' sempre legittimo, pertinente, nella sua pretesa di dire di tutto, nominare tutto, con la parte finale in cui le parole parlano e criticano loro stesse, la parola definita come raggelamento dell'energia psichica che si autodenuncia aggiungendo ulteriore senso - mentre il corpo rattrappito in ogni sua forma, dalla violenza sessuale all'iconizzazione, arriva al rilassamento nel percorso romanzesco e alla trasfigurazione nel romanzo nel romanzo. Il libro brulica di citazioni in una specie di horror vacui da fine di civilta', si puo' riconoscere di tutto, dall'alto al basso, c'e' addirittura Emanuele Trevi, moltissimo Petrolio, Pynchon. Delillo poi permea tutto, due sue citazioni aprono la prima e l'ultima sezione, anche il legame tra intelligence e letteratura che e'teorizzata in termini identici, fino all'ultima parola del romanzo, e all'ultima parola del romanzo nel romanzo, che e' l'ultima parola di Underwold, solo ripetuta, logorroicamente, tre volte. Chi scrive oggi, soprattutto se vuole tempo, luoghi, storia nel proprio scrivere, non puo' certo prescindere da Delillo. Qui, contrariamente al solito, contrariamente ad altri romanzi (penso all'intollerabile Occidente per principianti) non c'e' lo scopiazzamento irritante retto da nessuna sapienza. E' piu' il tenere presente un maestro, un partire dal piu' grande.
In questo postmoderno maturo, con la storia fatta coscienza nelle sue alterazioni, viscosita', falsi movimenti, io ho aperto il libro e non l'ho piu' messo giu' finche' non l'ho finito, risucchiata da una lettura avvincentissima. C'e' qualche caduta minima, qui e la', ma niente che tolga un grammo di valore a questo romanzo.
Fa piacere, no?

mercoledì 19 dicembre 2007

Una persona ha letto il mio racconto e ha detto a me, e anche a miei cari amici in un'altra occasione, che non gli e' piaciuto (a me non ha detto proprio che non gli e' piaciuto, ma si capiva) perche' e' esagerato. Troppo metropolitano. Perugia, ca va sans dire, non e' cosi'.
Va bene. Ripercorriamo insieme cosa fanno i giovani protagonisti della storia (perche[ immagino non sia la nonna in settimana bianca a Rivisondoli o la quarantenne donna delle pulizie con amante stronzo a sembrare troppo metropolitane): si incontrano al pub, bevono diversa roba, chiacchierano di cavolate, si scattano foto col telefonino, poi prendono la macchina, vanno verso il capoluogo, fumano una canna, vanno a una festa, consumano del mdma, ascoltano musica, vanno al centro, cazzeggiano, riprendono la macchina e tornano al paesello (non so nemmeno se si capisce che tornano al paesello - tornano comunque verso la periferia). Ora, che c'e' di metropolitano in questo?
Come varie sensibilita' hanno compreso, il mio scopo era proprio quello di descrivere un gruppo di ragazzotti di provincia, teneri ma schiacciati nella confortevole prigionia della loro situazione. In qualsiasi paese dell'Umbria dove ancora vivono dei giovani questo si fa quando si esce: si beve, si fuma, si va verso il centro piu' o meno grossotto piu' vicino. O in alternativa in qualche discoteca. Adesso, e anche venti anni fa peraltro.
Mi fa sorridere il pensiero che questa sfilza di banalissime occupazioni, farsi du canne, tornare a casa ubriachi, possa considerarsi esagerata o troppo metropolitana. Ho questa provinciale idea che a New York e Berlino, volendo, ci sia molto altro da fare. A Perugia, per dire, no.
Poi la bulimia. Addirittura la bulimia. Esagerazione delle esagerazioni. Cavoli, una e' bulimica, poi esce, beve e va addirittura a Perugia. Poco credibile. Non so che dire. Lo so che non e' una patologia tipicamente umbra, e mentre si ingozzava la ragazza non ha assaggiato neanche un pezzo di ciauscolo o di ciaramicola. Pero' le bulimiche che ho conosciuto erano cosi', che vogliamo farci.
Ho fatto il tentativo dell'iperrealismo, scrivendo praticamente solo cose che ho visto o sentito, per esempio da mio fratello Nicola (il quale sostiene per esempio che a Marsciano l'alcolismo giovanile sia una specie di emergenza sociale). Tentativo non del tutto riuscito, i suppose.

lunedì 10 dicembre 2007

Messaggio inviatomi da mio marito oggi alle 19.50, mentre era a fare la spesa:
"Ce lumumba qui a hurra".
Torino si ferma per i caduti alla Tyssen-Krupp. Che ha dichiarato che le norme di sicurezza erano perfettamente rispettate. Immagino secondo loro si sia trattato di una tragica fatalita'. Fanno schifo.
Intanto Luca Cordero di Montezemolo ha smesso per un attimo di sparare i suoi luoghi comuni sui politici e il pubblico impiego, e si e' accorto che c'e' un'emergenza sicurezza sul lavoro.
La Cosa Rossa si e' riunita a Roma. Io sono disposta a sottoscrivere qualsiasi progetto al quale partecipi Nichi Vendola. Ma come si fa a chiamarlo "sinistra arcobaleno"? I verdi non hanno canta Bella ciao perche' non appartiene alla loro tradizione. Ingenuamente credevo che l'antifascismo fosse patrimonio della sinistra in genere, non solo de li comunisti. Che sciocca.
Negli Stati Uniti, per la prima volta Oprah si e' schierata politicamente a fianco di un candidato presidenziale, e l'ha fatto per Obama. Personalmente, approvo. Sembra che Obama sia in testa nei sondaggi per le primarie in Iowa, il 3 gennaio. E' ancora molto dibattuta la questione se un nero abbia una qualche chance di diventare presidente. Quasi tutti pensano di no.
In casa abbiamo scoperto che la pancetta tesa cotta in padella e' identica al bacon, solo piu' salata. Presi dall'entusiasmo, sono giorni che ci nutriamo di piatti a base di bacon. Comincio a sentirmi un po' intossicata.
Ieri sera ho visto Gomorra al teatro di Spello. Uno spettacolo abbastanza bello, non forte quanto il libro. Gli attori molto bravi, a me non e' piaciuto quello che interpretava Saviano, per idiosincrasie mie, ma penso che magari incontrando Saviano dal vero mi farebbe lo stesso effetto, sempre per le stesse idiosincrasie, allore probabilmente l'attore ha recitato bene. Leggendo il libretto dello spettacolo, si e' rafforzata in me l'idea che se sparissero le parole "necessita'" e "necessario/a/i/e" Roberto Saviano soffrirebbe di terribili blocchi dello scrittore.

Dimenticavo. Ieri Jason cercava con Google delle foto dell'imperatore bambino nel film "L'ultimo imperatore" di Bertolucci. Siamo giunti a questo bimbo cinese grande obeso che e' diventato la mia ennesima ossessione. Lo penso spesso e voglio guardarlo.

domenica 9 dicembre 2007

Jason ha creato la voce Giovanni Pellizza da Volpedo in Wikipedia americana. Quant'e' cocco.

sabato 8 dicembre 2007

Un petit follow-up. Robespierre.
E a proposito di meravigliosa toponomastica, che e' un tema a cui noi cresciuti nell'Italia rossa teniamo molto, soprattutto per il fascino delle contraddizioni postmoderne che crea: a pag. 37, dopo la frase "Col Moccio si videro al centro commerciale", e' saltato il seguito, cioe' la virgola e "in piazza Carlo Marx."

mercoledì 5 dicembre 2007

Lo so che le persone comme il faut ne parlano da chissa' quanto tempo, ma io sono stata folgorata dagli OfflagaDiscoPax solo 10 minuti fa. In tutta la loro reggiemilita'. Prendiamo la canzone Cinnamon. Tutti gli amarcord su quel che c'era quando eravamo piccoli sono di solito per me nauseabondi, ma non se citi la chitarra dei CCCP e il testo sembra scritto da Jonathan Richmond. Il cinnamon era il vero gusto da Black Panthers.

lunedì 3 dicembre 2007

In prima elementare, fuori era grigio, nuvoloso, buio, bisogno' accendere la luce in classe.
Ho ogni genere di memorie dalla mia infanzia, e la notte sogno sempre le mie amiche delle elementari, delle medie, di Fratta insomma, sogno mia mamma e mia zia degli anni 70, sogno i miei fratelli piccoli, Francesco che aveva 10 anni, Nicola neonato. Sogno le case dove vivevo, la sterminata casa della Spineta, la casa della nonna, Villarosa. Stanotte ho sognato degli uccellacci che mi camminavano accanto mentre raggiungevo un gruppo di amici dall'altra parte della strada, grandi uccellacci, erano avvoltoi ma avevano gambe lunghe come gli struzzi, mi facevano paura ma continuavo a camminare verso gli amici, c'era la Roberta G., c'era anche Goran stranamente, quando sono presso di loro Goran batte le mani per cacciare gli uccelli, che volano via.
Ho passato questi giorni tra wordreference.com e il dizionario sinonimi e contrari di virgilio (e leggendo Le Troiane). Chavez ha perso il referendum, e questo ai miei occhi gli da' credibilita'. Il blog di Loredana Lipperini comunica che sul web sta partendo una televisione che parla solo di libri, mi sembra potrebbe essere interessante, check it out.