venerdì 29 agosto 2008

Non è che sia chissà che grande conoscitrice degli Stati Uniti, ma trovo veramente incomprensibile come McCain abbia potuto scegliere una vice-presidente così debole. Possibile che l'abbia fatto solo per provare a prendersi i voti di chi voleva una donna a tutti i costi? Sarah Palin ha 44 anni, quattro meno di Obama, e tutta la sua esperienza politica consiste nell'aver fatto il sindaco per sei anni e poi essere stata eletta governatrice dell'Alaska. Questo spunta completamente l'arma principale che McCain sta usando contro Obama, la supposta inesperienza. Se la tua vice è ancora più inesperta, come la mettiamo? Poi certo, donna è donna, ma è contro l'aborto e per la pena di morte. Inoltre è un'attivista della National Rifle Association. Non mi sembra così automatico che una sostenitrice di Hillary possa votare a cuor leggero per lei.
Non vedo l'ora di assistere a qualche dibattito tra lei e Joe Biden. Biden se la magna, parliamoci chiaro.
Insomma, Sarah Palin sembra una scelta totalmente perdente. Che mi sfugga qualcosa?

mercoledì 27 agosto 2008

Massimo rispetto: il discorso di Hillarona Clinton alla convention di Denver è stato davvero eccezionale. Sì lo so, ci sono esperti che studiano anni nelle migliori università per padroneggiare tutti i trucchi della retorica. I suoi esperti sono molto bravi. Ripeto, massimo rispetto. E' riuscita a toccare punti chiave sui quali gli americani sono molto sensibili, ma devo dire che pur'io, emotiva come sono, mi sono commossa.
Mi sono commossa quando ha citato Harriet Tubman, l'attivista dell' Underground Railroad, quando si è messa a scandire:
if you hear the dogs,
keep going.
if you see the torches in the woods,
keep going.
if they're shouting after you,
keep going.
don't ever stop.
if you want a taste of freedom,
keep going.
Notevole. A Cincinnati c'è un bel museo che illustra la storia della schiavitù e dell'Underground Railroad, ci andai con Jason durante una visita a sua madre quando ancora abitava in Kentucky al confine con l'Ohio, poi ci abbiamo organizzato anche una gita per portarci i ragazzi durante lo scambio, l'estate scorsa. Adesso che cercavo su Google per fare il collegamento in questo post, ho scoperto che c'è un gruppo italiano, penso di Ferrara, che si chiama Underground Railroad. Ma pensa.
Ogni 10-12 giorni visito i siti della De Agostini o della Hobby & Work per vedere quali opere a fascicoli stanno per uscire in edicola. Mi piace tenermi informata. E l'edicola per me è un feticcio. Grazie a questa sana abitudine ho potuto oggi acquistare con gioia il primo fascicolo del corso di lingua cinese della De Agostini. Non ne ho visto pubblicità, mi sarebbe sfuggito senza dubbio. In cambio di 1 euro e 99 ho avuto un fascicolo, un dizionario italiano-cinese, un dvd dove una situation-coomedy didattica mi infarina sulla conversazione in cinese. Una curiosità degna di nota è che i cinesi, quando si incontrano, non si domandano come stanno, ma dove vanno o, meravigliosamente, se hanno mangiato. Il fascicolo specifica "lo scopo di questi saluti non è quello di dare un'informazione, bensì di creare un'interazione. Al nostro interlocutore non interessa sapere dove stiamo andando esattamente né cosa abbiamo mangiato, la sua domanda è una semplice forma di cortesia e la risposta deve essere generica". Giustamente, come in italiano, se uno ti chiede come va non è che devi rispondere nei minimi particolari, non male, ma ho un leggero mal di testa e ieri mi è venuto un attacco di colite. Sarebbe scortese. Quindi alla domanda Chifàn le ma?, cioè hai mangiato, si risponde semplicemente Chi le, cioè ho mangiato, oppure Hai mei ne, cioè non ancora.
Detto questo, la De Agostini sta facendo uscire la raccolta dei segnali stradali più divertenti del mondo, che ha per testimonial Siusy Blady e Patrizio Roversi, e "Diventa esperto di meteo e costruisci una stazione metereologica", che ha per testimonial il colonnello, o quel che è, Giuliacci.
Zàijiàn!

martedì 26 agosto 2008

Mettendo a posto gli scaffali, mi si sta ponendo la problematica Ellroy.
A partire da metà anni Novanta, ho cominciato a comprare e leggere molti suoi libri, che per un periodo sono usciti anche con i Gialli Mondadori, quindi li trovavo all'edicola pagandoli un prezzo ragionevole.
La critica adora Ellroy, tanto più che in quel periodo la letteratura di genere in Italia ha cominciato a essere idolatrata. Quindi lunghe e piuttosto entusiastiche recensioni si leggevano in ogni pagina culturale e su ogni sito specializzato.
A me i romanzi di Ellroy all'inizio sono interessati, qualcuno mi è anche piaciuto. A poco a poco ho cominciato a trovarlo di maniera, più che di genere. Ho cominciato a rendermi conto dell'improbabilità delle trame e dello spessore inesistente dei personaggi, praticamente tutti delle macchiette. Inoltre, ho cominciato a leggere delle interviste a Ellroy, che si è rivelato un repubblicano estremista, a favore della pena di morte, dispensatore di massime patriottiche che in qualsiasi posto fuorché gli Stati Uniti verrebbero considerate semplicemente fasciste.
Quindi James Ellroy mi ha rotto. Non voglio avere nei miei scaffali dodici o tredici libri suoi, a rubare spazio a Dostojevskij, Dante, Valerio Evangelisti, Ruth Rendell, Neil Gaiman, e per quel che mi concerne direi anche a quasi chiunque altro. Ho deciso di tenere solo American Tabloid e Nei miei luoghi oscuri. Tutti gli altri li venderò.
Poi ho questi altri Gialli Mondadori che ho acquistato perché avevano vinto il Premio Tedeschi. Io sono una che sostiene gli scrittori emergenti, e si interessa delle nuove vie battute dal giallo, genere che decisamente prediligo. Ora, non voglio fare di tutta l'erba un fascio, perché ho cominciato a comprarli a fine anni Novanta e ne avrò solo quattro o cinque, ma questi vincitori di Premi Tedeschi che io ho acquistato sono tutti orridi. Sul serio. Terrificanti. Non sono riuscita a finirne nemmeno uno. Anche questi, al negozio dell'usato in blocco.
Amiche, amici, a casa mia si sta formando un'altissima pila di libri da vendere. C'è Ellroy, ci sono i Premi Tedeschi, c'è narrativa e saggistica varia. Farò una lista, se qualcuno è interessato ad avere qualcosa (in regalo naturalmente) me lo faccia sapere.

giovedì 21 agosto 2008


E' di qualche mese fa, ma quanto balla bene col suo fisichetto asciutto alla Fred Astaire? [quiz: chi lo diceva di chi?]

martedì 19 agosto 2008

Io e la Patrizia stavamo con Cosimo ai giardini del circolo Arci di Sant'Erminio, quando un bambino e una bambina (di quasi quattro anni, mi hanno poi detto) si sono avvicinati. La bambina ha aperto un libretto illustrato sul tavolino di ferro e mi ha detto "Adesso ti faccio vedere il castello". Il bambino ha invece detto "Ti facciamo vedere il drago". Era una guida illustrata del castello di Ludwig II. Hanno sfogliato freneticamente, in effetti, fino alla prima delle varie immagini di Sigfrido e il drago. L'abbiamo osservata per un po', poi il bambino ha detto "Adesso vediamo quella senza capelli", e siamo passati alla successiva, nella quale il drago era sprovvisto di quella specie di raggiera di pelle, come hanno anche le iguane, intorno alla testa. Ci siamo soffermati più a lungo su questo dipinto, perché il bambino era particolarmente colpito dal sangue che usciva dalla bocca del drago; quindi abbiamo riflettuto sull'uso della lancia (parola che nessuno dei due conosceva) e sulla pericolosità del drago, che magari se non fosse stato ucciso avrebbe assaltato il massiccio cavallo bianco. Poi il bambino ha detto "Adesso vediamo la statua del drago". C'era una statua in bronzo credo, con Sigfrido (molto San Sebastiano a mio parere, sebbene vestito) che teneva il drago schiacciato a terra col piede. Secondo il bambino, questo principe (tutti gli uomini raffigurati nella guida erano per loro dei prìncipi) aveva sconfitto il drago, trasformandolo così in una statua. Abbiamo dato un'occhiata alle foto delle varie stanze, vertiginoso horror vacui neo-gotico, e la bambina mi illustrava la camera del principe, la camera della principessa (ricoperta di raffigurazioni di cigni), la camera della regina. Mi sono venute in mente le pagine che Alberto Arbasino dedica al castello di Ludwig, in "Fratelli d'Italia". I bambini hanno indicato un qualche punto alle mie spalle, per comunicarmi con una certa fierezza che loro sanno starci in piedi. Poi hanno ripreso la guida e si sono allontanati, sprizzando da ogni poro il loro entusiasmo costante per le cose che ci sono in giro.
Nel frattempo Cosimo ha fatto la cacca. Siccome non avevo portato il pannolino, siamo dovuti tornare a casa anche se erano solo le sette e mezza.

giovedì 14 agosto 2008

Non ce la faccio a scrivere qualcosa di interessante.
Ho in testa almeno quattro recensioni di libri, potrei commentare questo o quello. Ma sono stanca, siedo davanti al computer e non riesco ad applicare il cervello alla stesura di un testo di una qualche dignità. Allora preferisco giocare a Word Challenge (che in due giorni mi ha già stuficchiato, è inutile, i giochi mi prendono fino a un certo punto), girellare per i siti di informazione, fare le solite approfondite ricerche sulle mie ossessioni più o meno patologiche (e non sto abusando del termine).
Sono molto stanca, il mio bambino mi assorbe molto, in questi giorni Jason lavora e ci sto da sola, tutto il giorno, e lui vuole attenzione ogni secondo, non posso nemmeno voltare la faccia sennò piange. E' tenero, e sfinente.
Metto piano piano a posto la casa, riordino libri impacchettati mesi fa, come sempre ritrovo qualcosa che non ricordavo di avere, o vengo presa dal desiderio irrefrenabile di rilettura, o di prima lettura di testi comprati magari a metà prezzo e messi da parte. Uno di questi sarà ciò che leggerò ora, il libro di Walter Tobagi sull'attentato a Togliatti nel 48.
A fine mese ripprenderò a lavorare, un lavoro che non mi piace più, che paga poco e irregolarmente, che contribuisce alla mia ansia e insoddisfazione. Mi sembra tutto da sistemare, da riorganizzare, da riempire di senso.
Almeno sono a dieta, e se il corpo non tornerà mai com'era almeno posso provare a riavvicinarmi a una forma vagamente da me accettabile.
In tutto questo mi manca il mare, come ti manca una persona. Sono tre anni che non vado al mare.

venerdì 8 agosto 2008

La sfilata degli stati partecipanti che apre le Olimpiadi assomiglia in maniera impressionante a come mi immaginavo la pace tra i popoli quando ero piccola. Non riesco a staccare gli occhi dallo schermo.
Alcuni degli atleti o dei tecnici hanno vinto medaglie in passato "come sovietici".
Intanto, forse scoppia la guerra tra Georgia e Russia.
Un altro motivo fondamentale per guardare la sfilata inaugurale delle Olimpiadi è la forte concentrazione di uomini dalla bellezza strabiliante.
Certo che questa performance di centinaia di percussionisti, che mi trovo a vedere del tutto casualmente, ha un certo fascino. La frase che gridano in coro è di Confucio, e dice (così spiega il telecronista) "Amici che venite da lontano, quanto siamo felici". La famosa saggezza confuciana?
Alcuni secondi dopo, dopo aver citato piazza Tien An Men, il telecronista ricorda l'occupazione dell'89 e il massacro che ne è seguito, chiosando "un episodio drammatico, ma che ha portato la Cina sulla via della modernità". Magari ce la spiega, nel frattempo vaffanculo.