martedì 6 febbraio 2007

Bedrock

Dunque, almeno adesso ho qualcosa di interessante da dire: mi hanno rubato il computer e la macchina fotografica digitale, peraltro appartenente a mia madre. No, non mi hanno scassinato la serratura, non hanno infranto il vetro della finestra, sai, il primo piano: avevo lasciato la porta spalancata e tutte le luci accese (anche il riscaldamento se è per questo, per rendere ancora più avvincenti le vicende geopolitiche dell'ex Unione Sovietica), lasciando il mio appartamentino e il suo disordine patologico a piedi scalzi, avvinghiata all'impermeabile Terence style di mio marito.
Ho dei ringraziamenti da fare: la casa di abbigliamento Bershka per la blusa in oro senza maniche, profondamente scollata davanti e dietro che, pur se abbinata alla tuta in cotone grigio acquistata al mercato di via Sannio, ha permesso di dare alla nottata di sabato un ulteriore tocco Hollywood sul Tevere dei poveri che non sarò certo io a non apprezzare; la casa circondariale di Velletri per la bottiglia di vino bianco che fortunosamente mi sono trovata ad avere in casa, e che ha permesso alla mia autodistruttività di superare i suoi (peraltro debolissimi) confini; e last but absolutely not least, gli sveglioni, i paraculi, i furbetti del condominietto che probabilmente ci hanno visto uscire e al motto "l'occasione fa l'uomo ladro!" si sono impossessati dei miei unici averi tecnologici nonché di vari frutti della mia creatività in essi contenuti. So che non siete ladri di professione, avete solo arraffato quello che vi ha poi permesso di tornare subito a essere gli studentelli bon vivant del quartiere: vi comunico che nel cassettino dell'ingresso c'erano 100 euro, e nel trolley vicino alla porta un computer apple e una macchina fotografica kodak, il mio telefono cellulare era nella tasca del cappotto e il portafoglio nella borsa. Grazie per non aver frugato, siete stati sguisiti, auguroni per tutto.
Seriamente, ringrazio Giorgino, che si è materializzato come una visione dopo che lo avevo nominato più volte: ci ha parlato, ci ha ascoltato, ci ha toccato, ci ha guardato, ci ha dato un passaggio a casa con la sua macchina che credo sia nuova, non ricordo esattamente. Giorgio Giorgio Giorgio.
Adesso inizia la risalita.

2 commenti:

ciuk ha detto...

ma che meraviglia trovarti e leggerti!!!'che in realtà di te e di tuo ho letto sempre ben poco e anche i racconti son stati soprattutto i miei...
ironia.... e strade da percorrere...
in effetti non so quanto lo aggrionerai... ma sapetre che è un filo e un contatto e prezioso! indovina...
un suggerimento: acqua cheta!

Barbara ha detto...

mi hai dato un suggerimento troppo facile stefi!!! bacioni