venerdì 9 febbraio 2007

Tempo fa leggendo la versione on-line di NoiDonne ho trovato il termine direttora riferito non so più a chi. Convinta del fatto che la battaglia per l'uso del femminile nei sostantivi sia una priorità politica in Italia, ho scritto alla redazione chiedendo il perché di quella scelta: perché il goffo "direttora", quando c'è direttrice, usato comunemente prima di questa fase oscurantista che non so bene quando sia iniziata, credo negli anni 80 quando le donne in Italia, molto faticosamente, hanno iniziato a raggiungere qualche posizione di potere. Facevo l'esempio della direttrice del circolo didattico di Marsciano, che mi ricordo ancora dai tempi dell'asilo. Nessuno si sarebbe sognato di chiamarla direttore. Ma neanche direttora, se è per questo. Con un certo ritardo oggi mi è arrivata la risposta della direttrice di NoiDonne:

Gent.le amica
la lingua è un corpo vivo che muta con il tempo e risente dei mutamenti delle società. Noidonne, insieme a tante donne, lavora anche per contribuire a far passare anche attraverso neologismi l'idea che mestieri 'da uomini' possano essere esercitati da donne e quindi declianti al femminile. Direttori donne di giornali in Italia sono pochissime, mentre di giornaliste ce ne sono molte e brave. Perchè queste brave giornaliste non arrivano a dirigere i giornali? Forse che il ruolo di direttore è pensato, e quindi declinato, solo per uomini? Allora cominciamo a volgerlo al femminile, come si comincia a fare anche per le sindache, le assessore e le ministre. Inventiamo dei termini che possono anche 'colpire', come è stata colpita lei, e quindi far riflettere o anche discutere. Non sarà un caso se molti colleghi contestano il termine sostenendo che non esiste il femminile di direttore.
Direttora e non direttrice perchè questo ultimo termine richiama, come lei stessa osserva, un ruolo svolto in ambiente scolastico. Un altro mestiere, quindi.
La ringrazio per l'attenzione e la saluto molto cordialmente
Tiziana BartoliniDirettora Noidonne


Ora, a parte la lezioncina iniziale di sociolinguistica per la quale ringrazio, avrei alcune obiezioni da fare: il neologismo è bello e giusto quando serve. Ma il termine direttore donna esiste da sempre (e trovo veramente fantastico che qualcuno lo metta in dubbio) ed è direttrice. Che vuol dire che non bisogna usarlo perché richiama la scuola? I direttori uomini dei circoli didattici si chiamano direttori, ma non mi sembra che questo leda la dignità del ruolo di Mieli o Mauro. In un servizio del Tg3 regionale di qualche tempo fa, ricordo di aver sentito chiamare la segretaria del sindacato della destra, unica donna a ricoprire questa carica, segretario. Vi giuro. Una morona anche piuttosto belloccia, segretario. Immagino l'abbiano fatto seguendo il ragionamento che la segretaria è quella che batte a macchina e mette su il caffè, quindi un altro mestiere, tra l'altro anche un po' offensivo, diciamocelo, un po', come dire, da femminuccia. Perfettamente in linea con la posizione di Tiziana Bartolini. Alla quale vorrei chiedere a questo punto come chiamare le segretarie di partiti e sindacati, per quando tra decenni inizieranno a esistere: segretariesse forse.
Io continuerò a usare il femminile secondo grammatica, possibilmente sempre.
Anzi siccome da tanto volevo farlo, credo che scriverò delle lettere a tutte le direttrici di giornali italiani (ovviamente tutte riviste femminili, tranne credo la direttrice di Corriere della Sera magazine) per chiedere loro come mai si fanno chiamare allegramente direttori. Le parole sono importanti ecc. ecc.
[L'anno scorso siamo andate al carcere di Capanne ad assistere alla proiezione di un film. La Pa mi continuava a dire, adesso scende il direttore col vicedirettore, faranno un discorso. Aspetta aspetta, nessuno si vedeva, a un certo punto compaiono due signore anche abbastanza giovani, una dice due parole, si vede il film, mentre usciamo commento, quindi alla fine il direttore ha dato buca, e la Pa, ma no, era lei, quella che ha parlato. Credetemi, non è una battaglia ideologica, è che proprio io non capisco...]

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