martedì 27 marzo 2007

Tra poco c'e' il Family Day. Immagino che chiamarlo Giorno della Famiglia gli sia sembrato antiquato, fuori moda. Cosi' intercettano anche la MTV generation.
C'e' una cosa che apprezzo nello squallore fuori misura dell'intera vicenda Vallettopoli: l'aver riportato in auge la parola valletta, che era caduta nel dimenticatoio (cosi' come la locuzione cadere nel dimenticatoio). Secondo me gli adolescenti non sanno nemmeno cosa significhi valletta. Quindi approfittiamone per fare un po' di storia sociale delle parole e dell'industria del divertimento e tempo libero.
Mi sta prendendo l'ansia devastante per il ritorno e la compilazione della t*** che mi aspetta. Non e' il disordine disforico premestruale, per ovvi motivi di calendario, e' proprio l'ansia quella vera. Su, si sopravvivera' anche a questo [corni].

8 commenti:

sincianto ha detto...

Cara Babie, è bello leggere le tue recensioni (anche se devi sempre sta a trova l pelo nell'uovo). Volevo parlare di Frank Miller. E della vera storia delle Termopili. Gli efori nel fumetto vengono rappresentati come degli oracoli corrotti (cioè residui dell'antico passato irrazionale, e non dotati di senso della patria). Mentre Leonida sembra una specie di re buono. E l'episodio della battaglia sembra una titanica lotta disperata che i gli spartani traditori non appoggiano colpevolmente. Tutto falso! Gli efori sono i "magistrati" di Sparta, cioè una figura tipica della polis greca e anche di Roma antica -i consoli - e anche del comune bassomedievale, uno o due o cinque o nove che comandano ma la cui legittimità risiede nell'assemblea che li elegge, altro che oracoli. Il loro compito è controllare e moderare le cazzate che possono fare i DUE re (istituzione chiamata diarchia), le cui cazzate sono evidentemente tanto temute dagli spartani che i due re sono affiancati da altri 28 anziani nell'assemblea della GHERUSIA proprio per ridurne il potere esecutivo (altro che governabilità). Riguardo all'utilità della battaglia delle Termopili, i 300 eroi sono riusciti a ritardare di tipo un paio di giorni l'ingresso in Atene dello sterminato esercito del gran re di Persia. Il vero ostacolo, poi decisivo per i Persiani non poteva essere via terra, dove erano imbattibili, ma sul mare dove il genio militare Temistocle aveva predisposto una flotta di navi leggere e veloci. Infatti è la battaglia (navale) di Salamina che decreta l'inattesa ma totale vittoria dei Greci. Insomma il film 300 è un'operazione discutibile. Quando si dice che la cultura pop ha dei seri limiti di scientificità qualche ragione a volte c'è.
Andremo a vedere gli altri due film (e forse anche 300). sinciANTO

Barbara ha detto...

in effetti ero li' li' per fare un appello a voi cultori della cultura classica per un inquadramento storico della battaglia. Per davero. Grazie per averci pensato di vostra sponte.

Barbara ha detto...

me l'ha postato di sua sponte. volevo concludere con "je vous adore"

Serena ha detto...

Il fatto è che la vittoria sui Persiani ha avuto così tanta eco (...a proposito di espressioni demodè)nell'immaginario civile e militare delle poleis greche, che solitamente gli storici antichisti mettono in relazione abbastanza diretta la vittoria ateniese-spartana sui Persiani con la successiva catastrofe della guerra del Peloponneso. Sono stati scritti saggi proprio su come i politici ateniesi hanno sfruttato, diremmo oggi, mediaticamente, questo contrasto, proponendo loro stessi per primi l'opposizione Persiani/Oriente/Schiavi/corrotti-Greci(Ateniesi)/Occidente/democrazia/
integrità.
E Alessandro Magno che, sempre mediaticamente, era veramente geniale, ha riproposto questo contrasto quando anche lui si è scontrato con l'esercito persiano nelle battaglie di Isso (è rimasto uno dei più bei mosaici dell'antichità-nel museo archeologico di Napoli-che mostra la battaglia e, guarda un po'il re dei Persiani ha una specie di turbante...). Per non parlare poi dell'uso politico che i romani hanno fatto delle guerre contro Cartagine e Annibale per rinverdire il contrasto oriente/Occidente. Ma non vi sembra patetico che noi con tutta la nostra marxiano-materialista consapevolezza siamo ritornati a concepire ed esprimere nel linguaggio e nei fatti l'orrido, cosiddetto "scontro di cicviltà"?
Mia mamma qualche volta mi dice, quando faccio qualche stronzata:"38 anni e non sentirli...". Magari dovremmo dirci: "2500 anni e non sentirli..."

Unknown ha detto...

condivido più o meno tutto. Due cose, il fumetto è un po' meglio, ma manco tanto. Miller è generalmente considerato di destra, malgrado lui neghi con una certa forsa.
Sui seri limiti di scientificità della cultura pop, non credo che qualcuno li neghi. L'Iliade ne è, credo, uno dei primi e più evidenti esempi.
Ultima cosa. Sta storia di dover dare l'account google. A cazzo, ricordarselo.

Barbara ha detto...

trovo sempre adorabile ricordare che pupi non riconosce la s dalla z. non e' fantastico? il punto veramente dolente del film 300 e' che i dialoghi sono pura propaganda pro-war. non scherzo quando dico che sembrano citazioni testuali da bush. qui ovviamente il dibattito infuria ogni giorno, e siamo allo scontro frontale parlamento/presidenza. puo' anche essere che il pubblico recepisca solo la spettacolarita' videogiochesca delle scene e non faccia attenzione a quello che viene detto. ma tutta l'operazione e' troppo sfacciata per essere casuale.

Lemke ha detto...

Ho commentato con colpevole ritardo la "recensione" del film, alla quale vi rimando.
(riassunto per i più pigri: 300 può essere interpretatato altrettanto legittimamente come l'esaltazione dell'eroico popolo iracheno (o afghano) ed in chiave pesantemente antiamericana).
Questo per dire che usare le nostre categorie mentali per giudicare l'arte, senza contestualizzare il processo creativo, può portare a conclusioni magari ben argomentate, ma del tutto opinabili.
Aggiungo che il film è trato dal fumetto, il quale a sua volta è tratto dal film "300 spartans", del 1962. E nel 1962, stava iniziando il coinvolgimento statunitense in indocina. Allo stesso modo si potrebbe affermare con forti argomenti che il film del 1962 fosse una metafora della politica estera americana. Arommgemnti forti, ma del tutto campati in aria.

Barbara ha detto...

anche guardando le differenze a mio parere molto significative tra il fumetto e il film, ho delle difficolta' a credere che la connessione alla situazione attuale sia completamente campata in aria. la stessa resistenza del popolo afgano non si basa sulle parole d'ordine di liberta' e democrazia interpretate in senso STRETTAMENTE americano come nel film. che gli spartani siano degli occidentali non ci piove nel film. che qui si sentano ogni giorno, over and over again, LETTERALMENTE gli stessi slogan che incitano gli eroici soldati del film, non ci piove. (il film del 1962 non l'ho visto: ma nel 62 l'industria del cinema, come quella della politica, erano molto diverse, e la guerra fredda aveva elementi ben diversi dallo "scontro di civilta'" come viene venduto in america oggi)