giovedì 26 aprile 2007

Sono andata dalla tabaccaia a comprare una ricarica per il telefono e quella mi ha trattato come fossi la solita qualunquista disinformata: oggi e domani c'è lo sciopero delle ricariche. I gestori hanno tolto la provvigione ai tabaccai, ho appreso grazie all'interessamento della ragazza di ggiù che stava nel frattempo acquistando del tabacco Virginia.
Giro per biblioteche, prendo paginate di appunti, mi sperdo in cose interessantissime che mi piacciono tanto e incontro la Barbara, quella lì, che la Persecutrice ha cacciato via per tanti anni.
A proposito. Ieri pomeriggio sono sbroccata col mi marito. E' caldo, si tengono le finestre aperte, e più di sempre penso mi abbia sentito tutta la zona Madonna del Riccio bassa. Sentono una folle che urla in inglese piangendo. I più ottimisti credo capiscano che sto tenendo una drammatica conversazione con qualcuno al telefono. Comunque. Esco con i miei amici, passo un tardo pomeriggio en plein air lungo il Tevere che può essere veramente bello se non sei un biochimico, mi rilasso tantissimo, poi la Rosalba mi lascia in via XIV settembre e torno a casa a piedi. Proprio negli ultimi metri incontro l'anziana, cocchissima vicina del piano di sotto, la memoria storica del condominio, l'82enne che vive lì da quando il palazzo è stato costruito. La saluto, mi risaluta, poi dopo una pausa mi fa "Senta, ma chi c'è su a casa?" in tono anche vagamente accorato. E' ovvio che nessuno chiede ai propri vicini, col nostro livello di confidenza, chi stiano ospitando o meno. La domanda che mi vuole fare è: Ma che vi succede continuamente? Che c'avete? Perché urlate e piangete e fate i peggio teatri ignorando il clima di tensione che create nello stabile, che già è pieno di studenti e stranieri, proprio adesso che sono andati via i pit-bull e si poteva stare un po' più tranquilli? Ho solo un secondo di smarrimento, poi rispondo con disinvoltura: Io non ci sono quasi mai, viene spesso una mia amica. Pausa. Perché, c'è qualche problema? La signora si rabbuia, teme di aver detto troppo a questo punto, magari si sente anche in colpa per essere una spiona, e fa: No no, niente per carità... Sa, per sapere chi c'è... Sento i passi e vedo chiuso, solo per questo... Niente. Insomma scagiona completamente la mia amica matta. Non sarà lei a dirne in giro i segreti.
Adesso potrei tenere il gioco. Cominciare a mettere in scena discussioni tra me e la mia amica, lei magari con l'accento inglese (nessuno l'ha mai sentita urlare in italiano). Secondo me ne esco a testa alta. Voglio tornare a farmi accettare dal mio quartiere.

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