venerdì 25 gennaio 2008

Al corso di alfabetizzazione in lingua italiana per l'accesso ai servizi che tengo i carcere in due giorni sono girate una quindicina di persone. Come convenivo con Marco il tiutor, i più trucidi sono regolarmente gli italiani, nella fattispecie i quattro che sono stati inseriti per sbaglio. I due di oggi, giovani, strafottenti, benvestiti, veramente da paura. Ci sono due fratelli romeni obesi che sembrano gemelli, ma invece sono nati a un anno di distanza. Un nigeriano che adoriamo in modo spudorato, il quale ignorava il significato della parola extracomunitario e mi ha chiesto con candore come si fa, dal carcere, a fare i documenti per avere il permesso di soggiorno. Poi Bulgaria, Marocco, Tunisia, Libia, Sierra Leone, Palestina. Parlano tutti due o tre lingue, hanno visto il mondo, hanno osato. Tranne gli est europei (che, diciamocelo, sembrano i più furbetti del quartierino, però in chiave lumpen), non hanno nessuna possibilità di fare qualcosa che non sia illegale. Il fatto di camminare per una strada italiana li rende illegali. Gli ho detto, e da oggi peggio verrà. Il bulgaro (classe 1988) ha risposto: Ma adesso vince Berlusconi, viene la libertà. Non era una battuta. Cioè, lui ci crede. Ho tirato a indovinare che rimarrà deluso. Il mondo arabo ce l'ha molto più chiara la situazione. Almeno uno è piuttosto colto. I magrebini sono tutte facce molto familiari che incontriamo tre o quattro volte camminando per le vie del centro. Andare in carcere fa un effetto straniante. Diventa così evidente la produzione del fuorilegge. Se non ci fosse la Bossi-Fini probabilmente la metà di loro non sarebbe mai andata in prigione. Con la liberalizzazione della droga l'infinito gioco a guardie e ladri con i piccoli spacciatori finirebbe. Che vogliamo fare? Stiamo lì, diciamo: in effetti per un clandestino adesso è praticamente impossibile regolarizzarsi, diciamo: no, è praticamente impossibile trovare un lavoro regolare. In italiano non si dice Bulgària ma Bulgarìa. In italiano si dice DA dove vieni, non DE dove vieni. Palestina con la e. L'abitante della Libia è libico. Poi arriva la guardia e gli urla del tutto gratuitamente mentre ritornano verso le celle, e torna a prendere noi e pensa che noi forse potremmo non approvare, allora si giustifica: che vuoi farci con questi, questi bisogna trattarli così, so' delinquenti, non c'hanno voglia di fa' niente. E come guardia, davvero, finora è stata senz'altro la più gradevole.

2 commenti:

zambrius ha detto...

I tuoi sono dentro, i miei sono fuori, ma poco cambia. A parte le guardie.
Ho notato anch'io come Berluscono venga mistificato. La mistificazione del mistificatore...

Anonimo ha detto...

Ho anche io il mio aneddoto su Berlusca: al serale viene uuna ragazza polacca, molto determinata, è l'unica in effetti che non salta una lezione al contrario degli italiani che vengono a spizzichi e bocconi, avevo lezione la sera della caduta del governo e parlando lei mi ha detto peste e corna della sinistra, vabè diremo...ha avuto il comunismo in casa...manco tanto visto che appatiene alla prima generazione andata a scuola dopo la caduta, o quasi. E giù a tesserelodi della destra, lei si definisce di destra, e tito fuori il discorso sulla Bossi Fini, lei mi dice che è "grazie alla Bossi Fini se sono riuscita ad avere il permesso di soggiorno". Ho lasciato stare, ho pensato ma che me frega a me? andasse a fanc.... come tutti gli altri, italiani e non, di destra.