giovedì 10 gennaio 2008

Cominciamo da un aspetto tutto sommato secondario. Una cosa per me intollerabile e' quando, parlando della legge 194, solitamente a favore, il commentatore di turno si sente in dovere di dire "Per la donna l'aborto e' sempre un dramma", "Ricordiamoci che per la donna l'aborto e' sempre una tragedia" ecc. Si', le donne abortiscono, ma non lo fanno perche' sono malvage e assassine: esse soffrono. Non partorirai con dolore, sta volta, ma almeno rassicuriamo sul fatto che abortirai con dolore. Mi dico: cosa c'entra il dolore della donna con una legge? Perche' questo particolare dovrebbe interessare il commentatore, il legislatore, il giornalista, l'omino del bar? Perche' dovrebbe portare un Ferrara a vedere con occhi diversi l'intera questione?
Le donne che abortiscono ci ripensano. Pensano a cosa sarebbe stato del bambino, della bambina, cosa avrebbero fatto insieme. Alcune. Alcune no.
Dal 1997 ho accompagnato ad abortire decine e decine di donne. Era parte integrante del mio lavoro. Le donne che accompagnavo erano tutte straniere, quasi tutte clandestine, tutte prostitute. Per alcune e' stato un dramma. Per alcune no. A fare un stima grossolana, l'80% delle donne era al secondo aborto o oltre. Una donna bosniaca era all'ottavo aborto, il primo in Italia. A volte era un dramma per l'accompagnatrice, diciamolo. Le ragazze nigeriane che accompagnavo si stupivano che in Italia bisognasse portare la camicia da notte, le pantofole. In Nigeria lo facevano all'ambulatorio del dottore. Qualcuna, diciamo un tre o quattro, era rimasta incinta apposta, per vedere se poteva avere figli, in un'ossessione di fertilita'. Una volta controllato, andava ad abortire. Per lei il bambino era il bambino. Essere incinta non era il bambino. Tra le donne nigeriane c'e' una diffusa sapienza abortiva. Quando non si faceva in tempo a prendere l'appuntamento nelle 12 settimane, oppure quando non avevano voglia di coinvolgere noi operatrici, l'ospedale, il mondo ostile che le vuole cacciare via, facevano in casa col Cytotec. E' un farmaco antiulcera che provoca contrazioni uterine come effetto collaterale: se la contrazione uterina e' quello che cerchi, basta avere la ricetta, che la loro maman trovava sempre, magari a Roma, a Napoli, e si abortisce in casa, gambe larghe sul divano, bacinella per il sangue. Noi avevamo fatto anche un volantino sulla pericolosita' del Cytotec. Eppure rimaneva comodo.
Varie ragazze, molte dell'est, abortivano privatamente. Da medici della zona. Lo segnalammo anche ai Carabinieri, le ragazze ce lo dicevano tranquillamente, non avevano del tutto chiaro che fosse contro la legge. I Carabinieri sostennero che un'indagine era gia' in corso. Non si e' saputo piu' niente pero'. Sapevo anche i luoghi di un paio di ambulatori, adesso mi rendo conto che li ho dimenticati. Almeno nell'ambulatorio qualche basilare regola di igiene era seguita. Il dottore indossava il camice. Costavano sui 4 milioni/2milla euro. Manco carissimi.
Una volta una ragazza albanese ha abortito all'ottavo mese. In Liguria. E' andata e tornata. Ce l'hanno portata, lei chissa' se voleva o non voleva, era abbastanza devastata dalla vita. Abbiamo fatto di tutto per convincerla che l'avremmo aiutata, ce l'avremmo fatta insieme a vivere meglio, che se voleva il bambino poteva tenerlo o senno' poteva lasciarlo all'ospedale, era una cosa perfettamente a posto, non doveva seguire per forza quella strada. Non ci ha creduto.
L'analisi di Pasolini sull'uso del sesso nella modernita' mi ha sempre molto interessato. In questo caso: “L’aborto legalizzato è infatti - su questo non c’è dubbio - una enorme comodità per la maggioranza. Soprattutto perché renderebbe ancora più facile il coito - l’accoppiamento eterosessuale - a cui non ci sarebbero più praticamente ostacoli. Ma questa libertà del coito della “coppia” così com’è concepita dalla maggioranza - questa meravigliosa permissività nei suoi riguardi - da chi è stata tacitamente voluta, tacitamente promulgata e tacitamente fatta entrare, in modo ormai irreversibile, nelle abitudini? Dal potere dei consumi, dal nuovo fascismo. Esso si è impadronito delle esigenze di libertà, diciamo così, liberali e progressiste e, facendole sue, le ha vanificate, ha cambiato la loro natura. Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione, un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore. ”(P.P. Pasolini, Il Corriere della sera, 19-1-1975) esce forte una delle caratteristiche di Pasolini pensatore, cioe' il suo completo disinteresse, anzi piu' una non percezione direi, del punto di vista della donna. In verita', il coito eterosessuale non ha mai avuto ostacoli per l'uomo. Era la donna che poteva rimanere incinta e segnata per la vita. Sono d'accordo con la lettura del carattere consumistico della sessualita', ma il superamento non e' certo il mantenerla difficile da praticare, e solo per la donna. Oggi si abortisce meno di quanto si abortisse un tempo. L'infanticidio, pratica diffusissima nei secoli, e' praticamente scomparso. Ricordo quanto mi colpi', leggendo il bel libro di Luisa Passerini "Torino operaia e il fascismo", il ricorso all'aborto continuo, e ricordato come molto normale, da parte delle operaie intervistate. Anche loro abortivano quattro, cinque volte prima di poter tenere un figlio. Andavano da mammane che sapevano come fare, cosi' come si sapeva come far nascere i bambini. Non sapevano come fare a non rimanere incinte. I loro uomini non si ponevano certo il problema.
Veltroni ha l'altro ieri affermato di essere disposto a ridiscutere di prevenzione dell'aborto. Perfetto. Siamo tutti d'accordo. Mettiamoci intorno a un tavolo e parliamo con i cattolici di anticoncezionali.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao barbara,
sono una giornalista. ti volevo parlare perchè sto realizzando un servizio sull'aborto.
come faccio a contattarti?

Barbara ha detto...

chi l'ha mai letto questo commento?? sarà vero? giornalista, se sei ancora interessata magari commenta il post più recente del blog e fammelo sapere.