martedì 19 agosto 2008

Io e la Patrizia stavamo con Cosimo ai giardini del circolo Arci di Sant'Erminio, quando un bambino e una bambina (di quasi quattro anni, mi hanno poi detto) si sono avvicinati. La bambina ha aperto un libretto illustrato sul tavolino di ferro e mi ha detto "Adesso ti faccio vedere il castello". Il bambino ha invece detto "Ti facciamo vedere il drago". Era una guida illustrata del castello di Ludwig II. Hanno sfogliato freneticamente, in effetti, fino alla prima delle varie immagini di Sigfrido e il drago. L'abbiamo osservata per un po', poi il bambino ha detto "Adesso vediamo quella senza capelli", e siamo passati alla successiva, nella quale il drago era sprovvisto di quella specie di raggiera di pelle, come hanno anche le iguane, intorno alla testa. Ci siamo soffermati più a lungo su questo dipinto, perché il bambino era particolarmente colpito dal sangue che usciva dalla bocca del drago; quindi abbiamo riflettuto sull'uso della lancia (parola che nessuno dei due conosceva) e sulla pericolosità del drago, che magari se non fosse stato ucciso avrebbe assaltato il massiccio cavallo bianco. Poi il bambino ha detto "Adesso vediamo la statua del drago". C'era una statua in bronzo credo, con Sigfrido (molto San Sebastiano a mio parere, sebbene vestito) che teneva il drago schiacciato a terra col piede. Secondo il bambino, questo principe (tutti gli uomini raffigurati nella guida erano per loro dei prìncipi) aveva sconfitto il drago, trasformandolo così in una statua. Abbiamo dato un'occhiata alle foto delle varie stanze, vertiginoso horror vacui neo-gotico, e la bambina mi illustrava la camera del principe, la camera della principessa (ricoperta di raffigurazioni di cigni), la camera della regina. Mi sono venute in mente le pagine che Alberto Arbasino dedica al castello di Ludwig, in "Fratelli d'Italia". I bambini hanno indicato un qualche punto alle mie spalle, per comunicarmi con una certa fierezza che loro sanno starci in piedi. Poi hanno ripreso la guida e si sono allontanati, sprizzando da ogni poro il loro entusiasmo costante per le cose che ci sono in giro.
Nel frattempo Cosimo ha fatto la cacca. Siccome non avevo portato il pannolino, siamo dovuti tornare a casa anche se erano solo le sette e mezza.

3 commenti:

giuseppe ha detto...

Me lo dovrò guardare sto castello. Considerando che devo aspettare la fine di over the topo. Me lo ripeto da tempo.
Da segnare dietro la porta. "Ricordati il pannolino" anche "Cosimo caca" potrebbe andare, è più ermetica, a modo suo.

LauraLoves ha detto...

Che bello scrutare la mente dei bambini. Mi viene sempre da chiedermi come diventeranno da grandi. Pensando ai tuoi due piccoli amici, be', la bambina sembrerebbe una tipa tranquilla con uno spiccato senso estetico. Lui, invece, di certo una personalita' dominante, uno a cui piace avere la realta' sotto controllo.
Se guardo tanti adulti che ci sono in giro, vorrei che fossero rimasti piccoli. Cosi' avrebbero potere solo sui draghi nei libri e sulle loro chiome e questo basterebbe ad appagare la loro sete di dominio.
Il senso estetico, invece, mi appare potenzialmente piu' innocuo da soddisfare. Quindi la tua amichetta per questa volta la lascierei crescere :)

zambrius ha detto...

Ho notato che quando vado in giro coi miei nipoti la gente mi guarda con simpatia, sorride, si avvicinano mamme con altri bambini e si fa amicizia... vabbè, magari non c'entra niente col tuo post, ma è una bella sensazione. (Nick Hornby ci ha scritto un libro, su questo)