lunedì 6 ottobre 2008

Giovedì la mia linea telefonica fissa è defunta. Senza preavviso il telefono ha smesso di funzionare, e con lui, ovviamente, internet. Io ero in giro per conferenze e riunioni, sul tardi ho chiamato la Telecom, l'operatore e il suo marcato accento veneto mi hanno detto che avrebbero comunicato il guasto e che esso si sarebbe risolto in due giorni lavorativi, forse. Come forse? Vabe'. "Mannaggia, proprio stasera che c'era il dibattito Biden-Palin", ho fatto osservare a Jason. Che non aveva realizzato, e da quel momento è andato via di senno. Questo è il dibattito televisivo più importante del dopoguerra, continuava a ripetere con voce strozzata. Ho osservato che il fatto che lui lo potesse seguire in diretta o meno era del tutto ininfluente ai fini della storia dell'umanità, ma mi si è offeso. E' uscito di casa a cercare un internet point che fosse aperto anche dalle 2 alle 4. Poi è tornato, e alle 10 dormiva con Cosimo sul torace.
Il dibattito poi lo ha visto la mattina dopo. Il riassunto migliore lo ha fatto il Saturday Night Live.
Venerdì intanto mi si è rotto il cellulare. Fortunatamente si è spento per mai più riaccendersi solo dopo che Giovanni mi aveva invitato ad andare con lui alla tavola rotonda sulla letteratura per giovani adulti che era alla Provincia. Per inciso, che hanno di adulto gli adolescenti? Perché non si dice più, appunto, adolescenti? Se gli anglofoni si buttano giù dal muraglione ci dobbiamo buttare anche noi?
La tavola rotonda è iniziata in ritardo e io sono dovuta andare via alle sei. Io c'ero andata essezialmente per vedermi con Giovanni, invece è stata piuttosto interessante. I relatori sono stati molto brillanti, mi è dispiaciuto perdermi Sergio Rossi che dai resoconti penso mi sarebbe piaciuto, e che era venuto a pranzo a casa mia quando si abitava in via XX Settembre. Il dibattito mi ha ricordato, tra l'altro, quanto l'editoria sia un'industria che deve fare profitto e quanto il leggere sia un consumo come un altro.
Il mio bambino avrà cinque mesi sabato prossimo, io me lo metto seduto in grembo e gli sfoglio davanti uno dei bei libri illustrati per l'infanzia che uscirono tempo fa in edicola col Corriere della Sera, e che comprai perché prima o poi avrei avuto dei figli, gli indico i dettagli delle figure, gli leggo qualche riga; ho sempre letto, fino ai limiti della compulsione, sin dalla prima elementare, quando ho un minuto libero leggo, chi legge me lo sento più vicino di chi non legge.
Però mentre camminavo nel grigiume della prima vera sera autunnale dell'anno, dopo aver sentito tutti questi discorsi interessanti davvero sugli adolescenti che in verità leggono, non è vero che non leggono, questi tomoni fantasy o sentimentali o altro, che è la scuola che li disamora alla lettura perché loro in realtà leggerebbero, eccetera, e mentre mangiavo cercando di non sporcarmi un maritozzo gigante alla panna, mi chiedevo: ma in finale, perché è importante leggere? Che mi rappresenta se una sedicenne legge una saga di 10000 pagine scritta così così sull'amore tra una ragazzina e un vampiro, posto che io non sono l'editrice delle 10000 pagine? E' importante leggere libri belli, o la lettura è un valore in sé? Perché è meglio leggere che giocare alla playstation? Oppure andare a pesca, costruire una stazione metereologica, creare formazioni di fantacalcio o fare un'altra delle mille cose che si fanno da adolescenti? Cioè, anch'io penso che sia meglio in effetti, ma perché?
Poi sono arrivata a casa dei miei genitori, ho cenato, addormentato Cosimo, e mi sono stesa sul letto a leggere.
P.S. A scanso di equivoci, quando ho detto "tomoni fantasy o sentimentali" non cercavo di essere diminuitiva delle letteratura fantasy o sentimentale in tono, ben sapendo che esse possono vantare libri bellissimi (per la sentimentale dico sulla fiducia, non avendo molto frequentato il genere).
Aggiungo anche che Michael Ende è tedesco, il suo nome si pronuncia pertanto Mi-ka-el e non Michel come Michel Platini.

3 commenti:

zambrius ha detto...

Bene, poni domande ma non dai risposte. Un po' come i libri, che è la ragione per cui li leggo.

Barbara ha detto...

Ci sono però libri che danno un sacco di risposte, molto perentorie, senza fare neanche una domanda. O libri che sono solo chiacchiere in circolo. Io mi sto chiedendo se la lettura vale lo stesso. Quando si dice che è importante che gli adolescenti, o chiunque altro, leggano - questo mi chiedo. Perché è comunque importante che si leggano tromboni o sciamani de noantri, che spesso scrivono malissimo? Invece di leggere "Io e te tre metri sopra il cielo" non è meglio sedere ai giardinetti a parlare e a guardare quelli che sgommano col motorino? Boh.

Anonimo ha detto...

Ci sarei andata anche io al convegno ma ero a spoleto per i consigli di classe.
Buffo perché ho appena fatto un paio di lezioni che avevano per tema: perché leggere.
E'l'introduzione al corso di letteratura inglese, ho cominciato chiedendolo direttamente a loro, una terza classe che non è particolarmente affamata di lettura, ma legge, le risposte sono state abbastanza simili a quelle che avremmo poi trovato nel loro libro di testo: perché è bello, perché ti fa conoscere cose che magari non conosceresti in altro modo, perché aiuta a consocersi e conoscere gli altri e via così....nel dettaglio il testo del libro riportava le seguenti motivazioni: è piacevole, ci permette di fare esperienze altrimenti difficili da fare diversamente, leggendo una storia possiamo sperimentare putni di vista diversi, andare oltre la nostra età, la nostra dimensione sociale, il nostro sesso e così avanti...perché è una fonte di conoscenza e di informazioni, e la ragione più importante almeno per chi scriveva è che rompe le nostre barriere personali, ci apre delle visioni.
La lettura, io credo, soddisfa in buona parte la nostra becessità di raccontare, ascoltare storie e raccontare, mi pare una cosa connaturata all'umanità che si è sempre raccontata sin dai graffiti nelle grotte.
Un po' mi ritrovo in tutte queste motivazioni...leggere in un certo senso aiuta l'immaginazione, la riflessione, a me ha aperto tante strade, in fondo una storia interessante, bella, bem raccontata tocca e fa risuonare molte cose dentro di noi, o semplicemente svela altri mondi.
non so, magari è un po' sempliciotto tutto ciò...
Ho una classe che è molto appassionata di lettura, e non lo so..però si vede che hanno qualcosa di più :)
Detto questo non è che poi uno debba solo leggere...e comunque sono d'accordo: è meglio leggere cose di qualità, io devo dire che da piccola leggevo tutto e per molto tempo, da adolescente appunto,forse pre adolescente, mi sono appassionata ai romanzetti harmony prbabilmente perché in modo molto semplice soddisfacevano la mia curiosità verso un universo sentimentale e sessuale che sentivo aleggiare intorno ma che non mi riguardava, diquei libri ricordo solo che mi dava gusto leggerli e che leggere non è mai stata una fatica..quando ho voluto cose più interessanti le ho cercate nella vecchia biblioteca di marsciano quando ancora stava in piazza carlo marx e c'era la signora con i capelli rossi che un po' mi cosnigliava o nella biblioteca della scuola elementare di fratta.
baci
pat