lunedì 17 marzo 2008

Al piano inferiore del museo di Palazzo della Penna, al quale si accede dalla bella scala elicoidale coperta di plexiglas, c'è l'esposizione permanente delle lavagne che Joseph Beuys utilizzò nel corso della conferenza che nel 1980 tenne alla Rocca Paolina. Dire che io capisca l'arte di Joseph Beuys al 100% sarebbe una menzogna. Questa piccola esposizione però mi piace tanto. Sono interessanti le lavagne, poi c'è una rassegna stampa che comprende articoli sulla conversazione con Alberto Burri e sull'incontro con Andy Warhol, compreso un articolo dell'Espresso con delle foto straordinarie, di Andy Warhol con Giovanni Paolo II (cercate disperatamente in rete, ma non sembrano esistere), ci sono i poster dell'evento Beuys a Perugia con gli autografi di Beuys e di Burri, il carteggio tra l'artista e gli organizzatori, degli appunti dell'artista. Il mio pezzo preferito però è il video integrale della conferenza che Beuys tenne. Superistrione, logorroico, sta lì al centro dell'attenzione in questa sala medievale gremita di intellettuali tenerissimi, con occhiali enormi, vestiti grigi, capelli lunghetti, gente di tutte le età, dall'anziano alla ragazzina con le trecce in prima fila - l'artista col classico cappello e il gilet da pesca, indossati con un trench, in piedi a gambe larghe davanti al microfono, circondato dalle lavagne. Un signore dall'aria misteriosa di maggiordomo da classici del giallo si scorge di tanto in tanto, mentre regge dei fogli e guarda nel vuoto, a sinistra. Il mio personaggio preferito è però l'interprete simultaneo, un Carmelo Bene che segue l'umanesimo ecologista di Beuys facendo facce, fumando una sigaretta col bocchino, chiudendo gli occhi e portando la mano alla fronte. Un grande. Guardo questo video come un pezzo teatrale, spesso nemmeno ascolto quel che dicono. Fa piacere pensare che mentre gironzoliamo per Perugia, nel sotterraneo di un palazzo del centro c'è questo video che va in loop.
Sabato pomeriggio io e Jason ci abbiamo portato i ragazzi e di docenti del campus dell'Università della Georgia di Cortona. Il loro professore di art theory si è gasato e li ha coinvolti in una discussione per loro penso molto stimolante. Io mi sono piazzata nella saletta del video e non ho staccato gli occhi dallo schermo finché non siamo andati via.
Il professore ha dato per buona la storia che Beuys, mentre faceva il mitragliere con la Luftwaffe in Crimea, una volta abbattuto l'aereo fu salvato da una tribù di tartari che lo avvolsero in grasso di animale e erbe tradizionali e, di fatto, gli salvarono la vita. La storia è in verità molto controversa. Io per esempio non ci credo. Credo però ciecamente nelle boccate affettate alla sigaretta dell'interprete.

3 commenti:

zambrius ha detto...

Quanti bei segreti, nei sottosuoli delle città...

giuseppe ha detto...

Domattina ci vo' subito. La fanno usare la macchina foto?
Io la storia la pijo per buona. Non mi interessa realmente se è veramente successa. Una storia così è vera in se.
Cambia l'orologio.

Barbara ha detto...

Sì penso che Beuys l'avesse inventata come mito. Comunque vacci, vale la pena, il museetto costa 3 euro, adesso c'è la mostra su Mimmo Rotella, poi ci sono molte cose di Gerardo Dottori, e qualcosa di non grandissimo pregio ma simpatica dalla collezione dell'accademia di belle arti.