mercoledì 22 ottobre 2008

Ieri in treno ho trovato "La Stampa". Qualcuno deve averlo letto da Torino a Perugia, per poi abbandonarlo sul sedile. Io l'ho raccattato e l'ho portato a Foligno con me. E' un quotidiano poco diffuso, qui, "La Stampa". Non è malaccio. Sono stata a Torino l'ultima volta nel dicembre 2006, quindi sono quasi due anni che non sfoglio "La Stampa". C'è una rubrica di lettere a Lucia Annunziata. Trascrivo la scambio di ieri. Il titolo è "La (messa in) piega della scuola italiana". La lettera fa così: "Ci sono notizie che fanno notizia e altre no. Il Corriere del 19 riporta questa dichiarazione del ministro Gelmini: 'Il mio fidanzato che mi vuole molto bene mi ha detto: se ti torcono un capello ci penso io'. La notizia ci rincuora. Lassù. al Nord, qualcuno ama Mariastella. L'ama talmente tanto da affrontare i 500 mila che le hanno sfilato contro il 17 a Roma. E qui la seconda notizia. Quel giorno, continua la ministra, 'sono rimasta all'Eur. Mi hanno consigliato di evitare viale Trastevere'. Allora che fa? Il cronista ci informa che 'se n'è andata da Renato, il suo parrucchiere'. Chissà come l'ha presa l'altro Renato, il ministro della funzione pubblica, fustigatore dei fannulloni. Invece di andare al ministero, come spetta ai dipendenti pubblici, la Mariastella si faceva scalare la chioma? O applicare balsamo sulle doppie punte? Qui l'informazione pecca. La scuola italiana, il Paese, non sapranno mai quale (messa in) piega avrà la politica scolastica. Renato, facci sapere. Anzi, chiedi a Mariastella come mai, il 18 e il 19 scorsi, la rassegna stampa del ministero dell'istruzione non risultava aggiornata. Ha una qualche attinenza con il successo della manifestazione di piazza o con gli esiti dell'acconciatura? Prof.ssa Elena La Gioia, iscritta al C.i.p. associazione aderente alla manifestazione del 17 u.s."
Mi sembra una lettera carina, che sottolinea la pochezza di un articolo dedicato a cazzatelle quando ogni spazio di un giornale potrebbe più intelligentemente essere utilizzato per commentare in modo congruo questa riforma della scuola così dirompente e criticata; inoltre prende un po' in giro la ministra basandosi su sue personali scelte di autorappresentazione, che mostrano appieno la donnetta che è; coglie anche dei comportamenti che cozzano con l'insopportabile retorica brunettiana sulla nullafacenza dei dipendenti pubblici. A me piace questa lettera. Però se non mi fosse piaciuta, e fossi stata la titolare della rubrica di posta, l'avrei cestinata e ne avrei pubblicata un'altra.
Invee che fa Lucia Annunziata? La pubblica e ne approfitta per dare una lezioncina di bon ton: "Gentile professoressa, immagino lei sappia che mi sono più volte espressa senza ambiguità a favore della vostra protesta, in particolare non amo il maestro unico né le classi separate. Dopo aver fatto una premessa così chiara credo dunque di potermi permettere di prendere le distanze da ciò che lei dice, sperando di essere capita: sono contraria all'insulto personale, a sminuzzare il confronto politico in pettegolezzi, all'usare i valori personali come indicazioni politiche. Insomma, non mi piace che lei parli della messa in piega della Gelmini, o della sua relazione, per farne esempi di parti per il tutto. La sua protesta e quella dei suoi colleghi è fatta a nome della dignità di vivere come si crede meglio, grazie anche a un lavoro che ha un senso e ha una remunerazione decorosa. La messa in piega non è parte di questa piattaforma: non è né un diritto né un difetto. E così le abitudini personali. Non mi piace questo attacco sessista alle ministre del Pdl, umilia anche me perché è l'uso del linguaggio che è sbagliato. A tutte le donne è capitato nella vita di avere nemici che preferiscono attaccare non per quel che fai o dici, ma umiliando il lato umano . Non ho mai usato questi mezzucci, e non lo farò mai. Si scontri dunque tutto il tempo che vuole con il ministro Gelmini, ma non si aggreghi a una deriva, che è, questa sì, umiliante anche per lei."
Ora, a parte l'italiano incerto - Lucia, ma che stai a di'?! Dov'è il pettegolezzo qui? La professoressa riprende, del tutto legittimamente, delle dichiarazioni della ministra stessa. La messa in piega non è né un difetto né un diritto, santa verità, però che la ministra potrebbe stare in ministero durante una fase così calda invece di andarsi a fare i capelli non mi pare un attacco personale.
Il grido al sessismo ogni volta che si dice "a" su una politica donna del governo Berlusconi (perché mi pare che le battutine sulla Bindi o sulla Turco passassero abbastanza sotto silenzio) meriterebbe una disamina a parte: mi limito a ricordare l'uscita infelicissima sull'altezza dell'insopportabile Brunetta che ha fatto proprio oggi D'Alema, per dire che l'insulto alle caratteristiche fisiche dell'avversario è abbastanza trasversale ai sessi. Berlusconi è nano e pelato, Fassino è un perticone, Gasparri c'ha la faccia da scemo. Per altro, mi sembra molto più sessista farsi difendere dal fidanzatino, onestamente.
Quindi, professoressa Elena La Gioia, se dovesse fare una ricerca su internet col suo nome capitando in questo post, voglio farle sapere che ha tutta la mia solidarietà, e che tutto quello che possiamo fare per demistificare la cialtronaggine di questo governo è un atto politico forte. [Il problema è quella imitazione che fece la Guzzanti dell'Annunziata. E' vero, era tanto stronza, nemmeno a me piacque come la prendeva in giro per gli occhi storti, oltre che per una certa ottusaggine: e l'offesa deve averla un po' accentuata, tra l'altro, l'ottusaggine]

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per un attimo, a metà circa del tuo post, ho vacillato, temuto che mi stessi per lodare la Annunziata che pubblica questa lettera, ma...non era possibile! E no, perché la Annunziata, che non brilla, contrariamete alla professoressa LaGioia, per ironia e acume e buon uso della lingua italiana e dei suoi registri, non si è smentita e ha colto l'ennesima occasione per annoiarci e soprattutto difendere cose del tutto superflue come il diritto di questo governo a fare ciò che gli aggrada.
Sul sessismo poi certe osservazioni fanno davvero tristezza. E si, diciamolo! lo dico da donna: è pieno di "donnette" si...perché ci sono anche modi di vivere l'essere donna con i quali non sono per nulla in accordo e si...basta con 'ste solfe...la compagine PD non apre bocca se non per dire banalità e cose retoriche.donnette, donnette, donnette.
Pat

zambrius ha detto...

Ieri sul Corriere c'era un articoletto simpatico in cui si metteva in risalto la differenza fra "sciure" e "sciurette". Ormai le sciurette sono al potere.
(io ho paura dell'annunziata, ma proprio paura paura, da quando l'ho vista ringhiare contro la guzzanti in w zapatero).