lunedì 13 ottobre 2008

Non sono mai stata allarmista. Ho sempre pensato che c'era una parte di Italia che avrebbe reagito, che avrebbe fatto da anticorpo, non si sarebbe mai andati troppo in là. Ho cambiato idea. Cioè, mi sbagliavo completamente. Il razzismo ormai è aperto e fiero. La notizia di oggi è questa, ieri c'erano i nazisti al seguito della nazionale in Bulgaria, ogni giorno c'è qualcosa, un pestaggio, un'aggressione, un qualche atto ostile. Con il corollario delle autorità che dicono "non è razzismo". Con quale logica si può affermare che un atto compiuto al grido "l'autobus è per gli italiani" non sia razzista mi sfugge del tutto. Mentre invece mi fa vomitare (come direbbe Guzzanti padre, ma non divaghiamo)che il commento del responsabile sicurezza del Viminale ai fatti di Bulgaria è stato: in Bulgaria fare il saluto fascista e inneggiare al duce non è reato. Mentre Maroni ritiene doveroso specificare che sì, il razzismo è brutto, ma lo è altrettanto la simulazione di razzismo che, immagino, non si stancano di inscenare quei furbi di tre cotte dei negri o marrucchini.
Sul blog di Beppe Sebaste, in questo bel resoconto di un giro a Torbellamonaca, il ragazzo che sostiene di essere stato salvato da Mussolini, dice anche "Quando ho saputo che hanno picchiato uno straniero ho provato un sentimento d’orgoglio".
Oddio, dobbiamo fare qualcosa. Ho già scritto del seminario che ho tenuto all'IPSIA, dove tutti i ragazzi, intelligenti e scemi, simpatici e antipatici, erano fascisti e contro gli stranieri. C'è da ricreare un altro racconto, un'altra proposta, un altro sistema. Ricreare, riprendere, che ne so. Però mettiamoci giù, non c'è più tempo.
Soprattutto bisogna intervenire. Mostrare che c'è l'orgoglio del non razzista, dell'antifascista. A me m'è toccato già mettermi a questionare due volte in treno e due in autobus, ormai da un paio d'anni. Mi imbarazza ed è contro la mia natura, ma che vogliamo fare, continuare a stare zitti mentre fasci e razzisti di ogni tipo non fanno altro che aprire bocca, felici che finalmente si può ammettere e gridare al mondo di essere fasci e razzisti?

3 commenti:

zambrius ha detto...

Sì, il punto è proprio questo: si sentono protetti e legittimati. Ormai non è nemmeno più qualcosa di ipocrita e strisciante, ma di apertamente dichiarato, con orgoglio.

Anonimo ha detto...

già, ma che fare?nelle scuole non c'è altra abondanza di progetti sull'intercultura..ma mi viene in mente che lasciano un po' il tempo che trovano, evidentemente.
Ricordo due anni fa in una scuola di Perugia, non delle peggiori tra i tecnici, fui l'unica docente a parlare, all'interno del consiglio di classe, del fatto che una classe del biennio aveva atteggiamenti razzisti, più o meno diretti, più o meno seri, verso alcuni compagni e che in generale si stava orientando verso forza nuova, in quel momento altri docenti dissero di aver notato la cosa, ma come dire...non se ne stavano occupando, dopo un po' di discussione si decise di affrontare il problema. Quello che mi lasciò abbastanza colpita non furono tanto i ragazzi, ma quelli che per loro dovrebbero essere un punto di riferimento: non persone razziste, forse, ma insipienti, inette "oltre" la questione in qualche modo, verso un limbo di rimozione credo.
A Spoleto ho vist i manifestini di un incontro organizzato da un circolo di sinistra e forse dal circlo primo maggio, sulla questione razzismo, penso che bisogna tornare a fare informazione e discussione in maniera molto elementare purtroppo.
Io ricordo che da ragazzina quello del non essere razzisti era una specie di must. Una cosa alla quale si vedeva che gli adulti tenevano, a scuola, a casa.
Pat

zambrius ha detto...

Limbo di rimozione mi sembra una sintesi efficacissima, ancorché tristissima...