venerdì 11 giugno 2010

Aspettavo che mi raggiungessero gli altri, e sono entrata in libreria per ammazzare cinque minuti. C'erano pile di tascabili in offerta per l'estate. E' stato dolce notare come le pile più erose fossero quelle dei testi che si portano all'esame di maturità: "Uno nessuno centomila", "La coscienza di Zeno", "I Malavoglia".
Ho individuato tre libri che tornerò oggi a comprare.
Intanto sto finendo l'ultimo dei tre che mi ha prestato Giovanni. "Non capivo che cosa stesse facendo. Non mangiava, anche se il suo piatto era stato riempito. Avevano tutti già cominciato a mangiare ma lei non mangiava. Neppure il cacciatore di schiavi mangiava. Non si era tolto la bustina di pelliccia fissata con una spilla. Si guardava attorno e sorrideva con la sua bocca larga. Però a un certo punto ho visto che stava facendo un cenno a lei, che sedeva immobile al suo fianco. E allora lei ha cominciato improvvisamente a mangiare. Masticava piano, a lungo, con i suoi denti d'oro che si muovevano sotto le sue belle labbra. Sembrava non smettere mai di masticare sempre lo stesso boccone. Non lo inghiottiva mai.
D'un tratto il cacciatore di schiavi ha sollevato il suo piatto, lo ha avvicinato alla testa di lei, glielo ha messo sotto la bocca. E lei ha cominciato a rigurgitarci sopra il cibo che aveva così a lungo masticato, spingendolo fuori con la lingua, andandolo a cercare sulle gengive e attorno ai denti, staccando alla fine con le dita gli ultimi frammenti che le erano rimasti attaccati alle labbra mentre glielo rigettava nel piatto.
Il cacciatore di schiavi ha rimesso il piatto davanti a sé, ha cominciato a mangiare quella poltiglia. Se la portava alle labbra con il cucchiaio e poi la inghiottiva senza più masticarla, mentre tutti gli occhi erano fissi su di lui, su di noi.
<> mi ha detto d'un tratto, venendomi vicinissimo con la testa mentre guardavo senza fiatare, impietrito. <>
Non la vedevo bene, ma capivo che lei continuava a masticare e poi a rigurgitare il cibo, e poi lui lo mangiava.
"Che sia per quello che ha i denti d'oro?" mi passava intanto per la mente, mentre mi guardavo attorno senza vedere, in quel bagliore di diademi e luci. "Che gli abbia fatto sfondare i denti che aveva prima solo perché deve masticare il cibo per lui?" E mi sembrava persino di cogliere persino, sui volti di molte di quelle meravigliose ragazze poco più che bambine, in abito da sera, scollate, lampi di ammirazione e di invidia mentre fissavano da tutte le parti lei che stava masticando e poi rigettando il cibo per lui che lo inghiottiva assorto, commosso, e forse avrebbero desiderato farsi sfondare a loro volta i denti a calci per poi poter essere loro, con i loro nuovi denti d'oro, le elette a masticare e poi rigurgitare il cibo per il cacciatore di schiavi."
E' Antonio Moresco, da "Gli incendiati".

martedì 9 marzo 2010

La signora pakistana sale sull'autobus semivuoto mentre inizia a nevicare forte. Veste in modo tradizionale, il velo dai colori accesi, pantaloni larghi chiusi alla caviglia con sopra una giacca a vento. La figlia che tiene per mano è molto magra, molto dolce, deve avere dei problemi di salute. I due uomini pakistani seduti vicino a me la riconoscono, e ad alta voce le mandano un saluto che io percepisco come "Salham Aleik".
L'etimologia della parola salamelecco (secoli e secoli di rapporti, incomprensioni e curiosità tra Oriente e Occidente) prende vita davanti ai miei sensi.

giovedì 31 dicembre 2009

Voglio esprimere dei buoni propositi per il 2010.

- Impegnarmi attivamente per far avverare l'oroscopo di Rob Brezsny di quest'anno.
- Non avvelenarmi, intendendo il verbo avvelenarsi sia materialmente che metaforicamente. Quindi pensare bene, parlare bene, mangiare bene, vivere buonamente.
- Dire molti più sì a inviti, richieste, proposte, intuizioni.
- Non dico vincere, ma almeno combattere la pigrizia depressiva. Di conseguenza, mettere a posto casa una buona volta.
- Organizzarmi per vedere con più costanza la gente che amo e con la quale sto bene, gli amici e le amiche più care, le persone che non vedo da tempo e con le quali mi piacerebbe rincontrarmi.
- Leggere, scrivere, studiare, e sì, infatti anche far di conto.

A posto, eccoli, quindi tra un anno devo tornare a leggere e controllare a quanto sono stata dietro. Adesso vado ad assaggiare le lenticchie con lo zampone che preparo per questa sera, già so che ho sbagliato un passaggio culinario, spero che ciò non infici il risultato, almeno non troppo.

Per chi legge, anzi per tutti e tutte nel mondo, buonissimo 2010!

domenica 13 dicembre 2009

Cosimo pensa che Babbo Natale sia una bambola. Lo vede e fa "bàmbla". Io a dirgli, ma no, non è una bambola, è Babbo Natale. Jason gli dice che è Santa Claus. Cosimo però continua a chiamarlo "bàmbla". Corre verso il pendaglietto in finto vetro colorato che ho preso al Lidl (insieme a un pupazzo di neve, un abete con sotto dei doni, un orsacchiotto che esce da una calza, tutti in plastica effetto vetro), e che abbiamo appeso alla finestra, ed esclama con gioia affettata "uhuh... bàmbla". Nella sua ottica di persona di 19 mesi, deve sembrare quanto meno bizzarra la nostra insistenza nel sottolineare come l'oggetto che, se non è una bambola, è sicuramente un pupazzetto, debba essere invece chiamato Babbo Natale.
Io non ho ancora superato i miei dubbi materni sulla scelta migliore tra Babbo Natale e Gesù Bambino. Sì, Gesù Bambino è un simbolo religioso, ma almeno è radicato nella cultura popolare, e molti elementi nella storia della sua nascita, intesa come grande narrazione che comunque Cosimo è giusto che conosca, sono belli e commoventi. E quant'è bello il gesto di mettere fuori dalla porta la paglia per l'asinello? Babbo Natale con la sua panza e la sua couperose è puro marketing. Non mi piace moltissimo.

giovedì 3 settembre 2009

Quando ho l'ansia mi viene nostalgia di tutto e di tutti. Dai primi pensieri coscienti in poi, anzi probabilmente dalla nascita in poi, e le nostalgie inconsce non le riconosco molto bene.
Proprio nostalgia di tutto e di tutti.

venerdì 17 luglio 2009

Di questa ragazza sedicenne molto bella e molto brava, morta nella schianto di una Bmw guidata da un amico mentre era in vacanza, lo so perché ne hanno parlato diffusamente i giornali locali. Ieri mentre uscivo dal lavoro ho incrociato una folla di adolescenti che aspettavano la celebrazione del funerale nella chiesa sotto l'ufficio. Erano quasi le cinque, la temperatura intorno ai 35°.
Stamane ho attraversato il piazzale davanti alla chiesa per andare al conaddino dei pachistani. Contro il marciapiede erano ammassati decine di brik di Estatè vuoti, bottiglie d'acqua minerale e Coca Cola vuote, una lattina vuota di Red Bull.
A marzo parlai con il parroco di questa parrocchia, gli domandai (per motivi professionali) se fosse presente il fenomeno dell'accattonaggio. Rispose che no, non era presente, tranne un ragazzo albanese, sempre lo stesso, che conosceva da anni, "di buonissima famiglia". "Eh, lavorare è fatica", si sentì in bisogno di chiosare.

mercoledì 8 aprile 2009

Il mio blog al momento è sospeso. Ma riprenderà.