domenica 11 novembre 2007


Anche il nostro momento a Umbrialibri e' andato bene, anche se forse un po' piu' rigido di quanto non fosse stato Umbertide. Amici e amiche, commenti positivi, la mia mamma che faceva le foto dalla platea.
Con il nostro bardo nel cuore (pero', che bel ragazzo che era. eeeh, gli slavi del sud...).

Per inciso, Beppe Severgnini, di cui in generale non sono una grande fan, deve essere rimasto stranito dallo stesso articolo che aveva stranito noi, nel suo giornale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nonostante un certo mal di testa e la telefonata di G. arrivata dopo mezzanotte, prima di addormentarmi ho letto il tuo racconto e l'ho trovato molto bello, molto ben scritto, con i personaggi che parola dopo parola prendono consistenza fisica, emotiva, fino a diventare persone raggiungendo quella dimensione universale che rende, a mio parere, la parola scritta letteratura, buona letteratura.
Il modo in cui usi lo spazio nel quale si muovono i personaggi è interessante, mi piace molto, a tratti è così specifico, quasi connotativo, da conto di una dimensione urbana che è solo perugina (il riferimento a piazzale europa, alla sua trasformazione notturna), a tratti così discreto e pare che il racconto si possa svolgere in qualsiasi parte del mondo, e ancora quel rimando sempre discreto, sfumato, a una qualche contrapposizione, poco più che accennata, tra paese e città...accennata come è appena accennata adesso nella realtà, in cui a me pare che i paesi, certi almeno, siano una sorta di periferia urbana più che la vecchia campagna contrapposta alla città, tutto tipicamente umbro? forse tipicamente italiano.
Mi piace molto anche la costruzione, l' alternanza dei pensieri e delle azioni in un arco di tempo brevissimo, con i personaggi che scivolano ognuno per proprio conto, ognuno a modo suo, sopra questo avvenimento da cui parte il racconto, due di loro senza conoscerlo, dunque questo sposta tutto dal pretesto inziale, pur così forte, alla relazione tra le tre donne che diventa il nodo di tutto il racconto senza però rimanere qualcosa di troppo intimo o minimale, ma anzi illuminando, senza spiegare, senza dire troppo, senza dare messaggi o interpretazioni troppo strette (e anche questo per me fa letteratura) qualcosa di grande e universale e archetipico: forse il rapporto madre figlia, forse l'amore, forse la precarietà, la fatica del vivere che tiene tutti su un unico instabile filo, il morto per overdose, la mamma, la figlia, persino il triste amante della madre, gli uomini davanti al bar e la barista albanese, la prostituta per strada, "i freghi". E poi la nonna: almeno un orizzonte di stabilità, a cui ricorrere, da deprecare o da ammirare, ma che comunque esiste, nonostante tutto. E Paolo: le intuizioni che cambiano qualcosa, almeno per me.
Mi ha entusiasmato ritrovare qualcosa che di te conosco molto bene, la grande capacità di osservazione, la capacità di trarre dal dettaglio milioni di informazioni ed è stato entusiasamante vedere come sei riuscita a restituire tutto questo attraverso dettagli illuminanti, dettagli che contengono mondi e rimandi ad altri mondi, senza essere descrittiva, senza appesantire, senza rendicontare, le tue osservazioni diventate arte!
Un passaggio a cui mi sono affezionata subito è: "[...I televisori emanano bagliori, i lampadari si aprono come fiori pensili su dinamiche insulari, che intraviste dall'esterno richiamano un qualche senso universale." Che poi, a pensarci bene, è quello che fai tu con la tua storia.
Per me è stato davvero bellissimo vedere le tante cose che ti appartengono, che sono la tua vita, confluire in maniera così fertile in questo racconto, ma più bello ancora è che la pubblicazione abbia reso tutto ciò conoscibile, condivisibile, che sia stato messo in circolo diventando vitale, non solo per te, ma anche per chi legge.
Letteratura dunque, la mi' cocca. Letteratura se uno resta a pensarci, se risuonano alcune frasi, se ti da degli spunti, prospettive nuove a cui pensare, se mette in moto il pensiero, Onestamente penso che di questo tipo di racconti, o romanzi se ti cimenterai col genere, si potrebbe aver bisogno, di questa osservazione asciutta eppure piena di sentimento, che attraverso la tua scrittura efficace, mai superflua,diventa indizio, pone domande, sposta il punto di vista, e, come sempre la buona lettarature, fa godere il lettore.
Dunquespero davvero che tu
faccia di tutto questo una solida professione, gli scrittori veri sono così utili.
Tanti baci
Pat

Barbara ha detto...

Tata, e' emozionante per me pensare che tu mi abbia letto con questa attenzione e questa sensibilita'. Poi ne abbiamo parlato, ho cercato di arrivare a quello che tu dici, se ce l'ho fatta sono felice. Tanti baci.