mercoledì 27 febbraio 2008

Ieri in centro ho incontrato Leoluca Orlando. Camminava con un gruppo di signori di varie età, sereni, sorridenti e benvestiti. Andavano al caffè Lavazza. Mi sfugge a quale raggruppamento politico faccia riferimento in questa fase. Però ora viaggia con scorta leggera, evidentemente. Tipo quindici anni fa, ai tempi della primavera di Palermo, mentre andavamo a Roma col torpedone per qualche manifestazione unitaria di sinistra, ci imbattemmo in Leoluca Orlando all'autogrill. Lucianone D.V., che lo ammirava tanto, si slanciò verso di lui con emozione per stringergli la mano. Nel giro di un secondo e mezza, tre corpulenti signori, dal giaccone abbastanza spesso nonostante la giornata soleggiata, lo misero in mezzo puntandogli contro delle mitragliette. Fu un momento interessante. Al por Luciano passò la tachicardia solo alcune ore dopo.
Al Tg1 delle 20 Giancarlo De Cataldo ("magistrato e scrittore") era in studio per commentare le indagini sul caso di Gravina. E' stato molto diplomatico, ha detto che non si può giudicare senza conoscere gli atti, che indagare è difficile.
Oggi sul Corriere della Sera c'è una breve intervista a Gianrico Carofiglio ("magistrato, scrittore e candidato del PD in Puglia") per commentare le indagini sul caso di Gravina. Anche lui è stato molto diplomatico, ha detto che indagare è difficile e anche lui una volta si sbagliò clamorosamente, sul caso di una bambina rom. Poi ha ricordato come è nata la revisione del processo in Italia: negli anni 50 in Sicilia un tizio prese a palate in testa il fratello e apparentemente lo uccise. Un testimone denunciò il fatto alla polizia e, nonostante non venisse mai ritrovato il cadavere, il tizio con la pala fu condannato per omicidio. Anni dopo il fratello fece ritorno dall'Australia, dove zitto zitto era emigrato (perché evidentemente in famiglia i rapporti erano molto tesi). Da questo errore giudiziario, apparentemente inevitabile (il fratello era scomparso, un testimone oculare pensava di aver assistito all'omicidio) si comprese l'esigenza di poter revisionare i processi. Cool.
In America fanno tendenza culturale le spogliarelliste, in Italia i magistrati democratici. Sarò antica come i gioielli della corona, ma mi schiero con l'Italia

6 commenti:

giuseppe ha detto...

I gioielli della corona britannica non è che siano tanto antichi. In effetti anco io sto con l'italia, in questo frangente.

Orlando non lo so dove sta, credo con Di Pietro. A sentire le ultime dichiarazioni della candidata alla regione Sicilia che apre alla mafia (ops al polo) contro i suoi alleati per le regionali non si capisce bene perché.
Forse perché col passare del tempo gli è cresciuto molto pelo sullo stomaco.
Altrimenti è anche possibile che intanto sia migrato. Non sarebbe la prima volta. Essendo un po' scomodo, visto che di peli sullo stomaco ne ha certamente più che sulla lingua, immagino che sia destinato a farlo spesso.

zambrius ha detto...

Ti ricordi quando andammo alla presentazione di romanzo criminale di de cataldo e tu facesti un intervento che lasciò tutti a bocca aperta e dopo io ti ho rispedito dentro a farti lasciare la mail al direttore di einaudi stile libero? Anche quello fu un momento interessante.
Formigoni e De Cataldo hanno tutti e due tagliato la barba. Stanno malissimo. Invece ieri l'altro, sempre sul Corriere e sempre sul caso dei fratellini, hanno interpellato Massimo Carlotto.

Anonimo ha detto...

Ho letto anche io l'intervento di Carlotto, che al contrario mi è parso molto poco prudente, però in effetti parlava solo da scrittore, quindi più comprensibile la cosa.
Ehmmmmmmmmmmmmm ma come la babina c'ha la mail del direttore di stilelibero o lui ha la sua, insomma non sarebbe un'emerita sconosciuta (o forse si ormai...) e lei niente? manco mandatoun racconto? bah!pippi

Barbara ha detto...

Carlotto non l'ho letto. Che coincidenza, dei tre è quello che mi piace meno come scrittore. Comunque sì, in quell'incontro di presentazione di Romanzo Criminale, dopo sto mio intervento che ebbe un impatto particolare perché ero l'unica in sala che aveva letto Romanzo Criminale (semplicemente perché era appena uscito, ma io avevo letto l'anticipazione sul sito di Wu Ming ed essendo da sempre appassionata di cronaca nera volli leggere subito un romanzo sulla banda della Magliana) Cesari mi disse tipo al microfono di fermarmi a parlare dopo la presentazione. Io stavo sgattaiolando via ma Giovanni tipo mi immobilizzò e mi costrinse ad andarci a parlare. Lui mi diede la sua mail e mi disse di contattarlo, che lui era molto interessato alle mie opinioni, che in casa editrice stavano creando un gruppo di giovani ecc. Ovviamente non gli ho mai scritto manco un rigo. Sono così una merda. Però l'indirizzo penso di averlo ancora. Però era una cosa facile, ci si arrivava col ragionamento, tipo cesari chiocciola einaudi o cose del genere.

Anonimo ha detto...

se non gli mandi subito una mail, anzi guarda, spero tu l'abbia già fatto, ti obbligo alla lettura di tutti i romanzi di carlottto,(e me pare uno prolifico) alcuni non erano male, però in effettidopo un po' mancava la bellezza della scrittura e anche la visione, l'insieme sembravano un po' banali, ha il merito tuttavia di aver descritto molto bene e forse per primo certi ambientini del nord est o certe congreghe affaristiche italiche.
Non riesco a leggere carofiglio invece, mi annoia alla prima pagina e non mi va di continuare, almeno per ora.
vai a mandare una mail, va che è meglio
pippi

giuseppe ha detto...

Peggio. O scrivi oppure ti frego tutti i libri di De Lillo.