martedì 23 dicembre 2008

Credere in questo e quello ti ha fatto stare male. Con metodi quali una raffazzonata meditazione desunta da articoli di giornale e documentari, e un comportamentismo tirato a indovinare, cerchi di arrivare al disincanto e, nel medio-lungo periodo, al cinismo.
Lo psichiatra vuole tutto, ti dici. Madri e padri biologici e putativi, zie e prozie, tramonti, visioni di deità tra le nuvole, schiaffi sul ponte o sul patio (ma qui ti stai confondendo, e sono rispettivamente un racconto ambientato a Klagenfurt e una canzone ambientata, presumibilmente, a Manchester), utilitarie anni Sessanta, pensi. Ma riflettendo riconosci che non è vero, puoi omettere tutto quello che vuoi perché lo psichiatra non ha altre fonti.
Va bene, ma allora che hai preso a fare due autobus, cambiando alla stazione?

[scorrendo l'agenda in via di dismissione ho trovato questi appunti per un racconto che poi non ho più scritto e che a questo punto non penso scriverò]

6 commenti:

zambrius ha detto...

Peccato, mi stava già piacendo...

Anonimo ha detto...

Già, arieggiava vagamente La coscienza di Zeno. Con l'analista e il narratore inaffidabili. Comunque era carino. Scoppiettante. Riprendilo in mano, oserei dire.

Il porchettaro

Anonimo ha detto...

acc...è troppo breve per valutare, però non è all'altezza di In utero, ma lì c'è un'altra maturità artistica. però riprendilo, no? e scrivi, scrivi, scrivi. sei una scrittice: scrivi.
la tua agente. ;)

Anonimo ha detto...

aggiungo: sei una brava scrittrice, scrivi.
la tua agente

Anonimo ha detto...

tanti auguri Barbara,ti aspetto a cena con Zambrinus e porta Cosimetto,ho voglia di conoscerlo-Buon Anno Luisa

Barbara ha detto...

Luisa, accetto l'invito con entusiasmo e ti faccio tanti auguri di buon anno.
David, ma pensa, la coscienza di Zeno (uno dei miei libri preferiti): volevo partecipare a un corcorsino su Facebook, bisognava scrivere un racconto ispirandosi a una canzone dei Radiohead, io mi stavo ispirando a My iron lung. Era proprio l'abbozzo inizialissimo. Non penso lo riprenderò, magari lo traghetterò in qualcos'altro.
Poi te lo farò leggere, Giovi.
E pure a te, Pippi.