"Qui non abbiamo grandi problemi di sicurezza nel senso che, se guardi le statistiche, vedrai che non ci sono criticità e i vecchi del quartiere ti spiegheranno che negli anni Ottanta, con la guerra tra la banda della Magliana e i napoletani, era molto più pericoloso girare di notte da queste parti. Voglio dire che non è minacciata l'incolumità delle persone, ma la loro familiarità con il luogo che abitano. Trovano la spazzatura davanti alla loro porta. Vedono gente che non conoscono. Sono invasi dal fumo dei fili di rame bruciati negli improvvisati campi rom. Questo spaesamento ha provocato l'incertezza e l'insoddisfazione che in Campidoglio non hanno voluto comprendere fino alla bocciatura di Rutelli, oggi.". Questo dice Sandro Medici, ex direttore del Manifesto, presidente della Municipalità del Quadraro, zona di tradizione partigiana e di sinistra a Roma, in un articolo non malaccio di Repubblica. Medici ha vinto di slancio, Zingaretti per la provincia ha preso 20 seggi su 20. Rutelli ne ha persi 19 su 20. Essendo andata a Roma spesso in questo ultimo anno e mezzo, avendoci vissuto due mesi, bazzicando spesso zone non centrali, ho avuto modo di chiedermi se quel degrado, che era evidente, poteva essere evitato. Tipo, questo stradello che costeggia la stazione della metro, letteralmente ricoperto di spazzatura di ogni tipo, cocci di bottiglia, rifiuti organici, non si potrebbe ripulire? Magari no, non si può ripulire per qualche motivo burocratico che non so. Ok, non c'è modo di superare il motivo burocratico? Che ne so. Però Roma è così fuori dal centro, non si può dire di no.
Alemanno ha detto che il primo passo che farà sarà espellere i 20.000 rom e immigrati che hanno commesso reati. Sulla carta, per me si può anche fare. C'è un accento razzista nello specificare rom, la colgo, ma che chi ha commesso reati vada sanzionato e, se ci sono gli estremi legali, allontanato, io sono d'accordo. Ma li espelle dove? Nel paese di origine, a Milano, a Monterotondo? E' così facile? Sono presa dalla curiosità divorante, è così. Nel senso che non ci credo che queste quattro idee basate puramente sull'aspetto repressivo (che, ci tengo a sottolinearlo ancora, per me va bene se è secondo legge) potranno risolvere il problema. Voglio vedere che succede, quando se ne prenderà coscienza.
Quanto sarebbe stato bello se la sinistra avesse dato udienza ai sentimenti di microinsicurezza e avesse elaborato delle strategie per superarli (provare a superarli, almeno)unendo alla repressione la socialità, l'integrazione, e tante altre cose belle. Vabe', comunque c'è tutto il futuro davanti, pensandoci bene. [Tutto questo ottimismo me lo daranno gli ormoni? Chissà come mi piglierà con i baby blues?]
mercoledì 30 aprile 2008
lunedì 28 aprile 2008
sabato 26 aprile 2008
giovedì 24 aprile 2008
Per giorni Jason cerca di ricordarsi una parola, lui dice, molto comune, di cui non sa il significato. Inizia con G, non gli viene in mente, forse Grimaldi? Ma Grimaldi non è una parola, è un cognome. E' pur sempre il cognome della dinastia del Principato di Monaco, ma non lo considererei un termine molto comune. Comunque, parliamo di un aggettivo, un sostantivo, un verbo? Non si ricorda.
Pensa e ripensa, pensa e ripensa, oggi finalmente ha un lampo di memoria: GORMITI.
Pensa e ripensa, pensa e ripensa, oggi finalmente ha un lampo di memoria: GORMITI.
mercoledì 23 aprile 2008
Il dottore mi ha detto chiaro e tondo che ho una sindrome ossessiva.
Ci si poteva arrivare.
A Cosimo viene il singhiozzo un paio di volte al giorno. Inizio a sentire qualcosa di strano che mi succede nel corpo, poi piazzo la mano in basso a destra, dove dovrebbe essere la sua boccuccia, e avverto distintamente i singulti.
Mi rendo conto che a me il post-elezioni non ha fatto venire la depressione. Prevale nettamente la curiosità di quel che succederà adesso. Se soltanto ci fossero degli spazi di discussione e partecipazione, dove mischiarsi, gente dei partiti, gente dei movimenti, gente di niente tipo me, mi ci butterei a corpo morto. Ma non ci sono, non a caso. Si parte veramente dal livello zero.
Ci si poteva arrivare.
A Cosimo viene il singhiozzo un paio di volte al giorno. Inizio a sentire qualcosa di strano che mi succede nel corpo, poi piazzo la mano in basso a destra, dove dovrebbe essere la sua boccuccia, e avverto distintamente i singulti.
Mi rendo conto che a me il post-elezioni non ha fatto venire la depressione. Prevale nettamente la curiosità di quel che succederà adesso. Se soltanto ci fossero degli spazi di discussione e partecipazione, dove mischiarsi, gente dei partiti, gente dei movimenti, gente di niente tipo me, mi ci butterei a corpo morto. Ma non ci sono, non a caso. Si parte veramente dal livello zero.
giovedì 17 aprile 2008
Dopo il corso pre-parto sono andata al bar vicino al Pam a prendere un cappuccino (ok sì, lo confesso, ho preso anche una brioscia...). Il Corriere dell'Umbria era occupato, allora mi sono immersa nella lettura de La Nazione. Che ho trovato interessante al punto da uscire con diversi appunti.
Pagine regionali - Intevista ad Ada Urbani, politica locale di Forza Italia, dinastia del tartufo, regina della cotonatura bionda ossigenata, del kajal dentro la palpebra inferiore, del foulard e del tacco a spillo sulla gambetta secca e nervosa. Messa in lista per il Senato in funzione chiaramente riempitiva, grazie al tracollo della sinistra è stata eletta. Mi interessa solo l'inizio: "Senatrice Ada Urbani, superata l'emozione del voto che l'ha portata a Palazzo Madama?
Senatore, prego. Sono stata sindaco, non sindaca, consigliere, non consigliera. Altrimenti si esaltano le differenze che per me non esistono." Può essere che sia stata assente alle elementari, il giorno che la maestra spiegava la semplice regola grammaticale del femminile nella lingua italiana. Questo è, una regola di grammatica. Ma più probabilmente, come ho sempre sospettato, queste donne che si presentano come travestiti hanno delle vere e proprie problematiche di identità di genere.
Pagine nazionali - Intervista a Ciro Argentino, operaio della Thyssen di Torino attualmente disoccupato, candidato dalla Sinistra Arcobaleno e, quindi, non eletto in Parlamento. Riporto alcune domande. "(...) nelle grandi fabbriche i vostri voti sono stati dirottati sulla Lega?
Gli operai si buttano da quella parte perché sono preoccupati che le case popolari vadano agli zingari e i posti all'asilo ai figli dei marocchini." Detto in parole semplici e dal suono un po' razzista, ormai sappiamo tutti che è vero, è per questo che hanno votato per la Lega. Lui evidentemente ci parla coi suoi colleghi. Poi gli chiedono cosa augura ad Antonio Boccuzzi, anche lui ex operaio della Thyssen candidato dal PD ed eletto. "Di fare al meglio l'interesse degli operai. Sapendo però che non ci riuscirà, non in un partito dove sta Calearo." Il giornalista osserva che lui, nonostante tutto, ora è un disoccupato speciale: "Agli altri un lavoro lo hanno trovato. Io sono quello che ha strappato una corona di fiori della Thyssen ai funerali di Rocco Marzo, sono il comunista in fabbrica, quello che dà fastidio." L'intervista finisce con lo scambio seguente:
"Si sente un sopravvissuto?
No, mi sento un'avanguardia."
Guardate. Orgoglio proletario, compagni e compagne. Massimo rispetto. Tra l'altro, da qualche punto di vista che ora fatico a individuare, può darsi benissimo che abbia ragione.
Pagine regionali - Intevista ad Ada Urbani, politica locale di Forza Italia, dinastia del tartufo, regina della cotonatura bionda ossigenata, del kajal dentro la palpebra inferiore, del foulard e del tacco a spillo sulla gambetta secca e nervosa. Messa in lista per il Senato in funzione chiaramente riempitiva, grazie al tracollo della sinistra è stata eletta. Mi interessa solo l'inizio: "Senatrice Ada Urbani, superata l'emozione del voto che l'ha portata a Palazzo Madama?
Senatore, prego. Sono stata sindaco, non sindaca, consigliere, non consigliera. Altrimenti si esaltano le differenze che per me non esistono." Può essere che sia stata assente alle elementari, il giorno che la maestra spiegava la semplice regola grammaticale del femminile nella lingua italiana. Questo è, una regola di grammatica. Ma più probabilmente, come ho sempre sospettato, queste donne che si presentano come travestiti hanno delle vere e proprie problematiche di identità di genere.
Pagine nazionali - Intervista a Ciro Argentino, operaio della Thyssen di Torino attualmente disoccupato, candidato dalla Sinistra Arcobaleno e, quindi, non eletto in Parlamento. Riporto alcune domande. "(...) nelle grandi fabbriche i vostri voti sono stati dirottati sulla Lega?
Gli operai si buttano da quella parte perché sono preoccupati che le case popolari vadano agli zingari e i posti all'asilo ai figli dei marocchini." Detto in parole semplici e dal suono un po' razzista, ormai sappiamo tutti che è vero, è per questo che hanno votato per la Lega. Lui evidentemente ci parla coi suoi colleghi. Poi gli chiedono cosa augura ad Antonio Boccuzzi, anche lui ex operaio della Thyssen candidato dal PD ed eletto. "Di fare al meglio l'interesse degli operai. Sapendo però che non ci riuscirà, non in un partito dove sta Calearo." Il giornalista osserva che lui, nonostante tutto, ora è un disoccupato speciale: "Agli altri un lavoro lo hanno trovato. Io sono quello che ha strappato una corona di fiori della Thyssen ai funerali di Rocco Marzo, sono il comunista in fabbrica, quello che dà fastidio." L'intervista finisce con lo scambio seguente:
"Si sente un sopravvissuto?
No, mi sento un'avanguardia."
Guardate. Orgoglio proletario, compagni e compagne. Massimo rispetto. Tra l'altro, da qualche punto di vista che ora fatico a individuare, può darsi benissimo che abbia ragione.
mercoledì 16 aprile 2008
Siamo qui. A guardare quel che succede. Io aspetto il bonus bebé, anche se certo, 1000 euro, non è che si sprecano.
Aspetto qualche assemblea, qualche analisi pubblica del voto.
Leggo sui titoli dei giornali on-line che inizia la resa dei conti dentro Rifondazione, Ferrero parte all'offensiva. Le perplessità che avevo su Ferrero ho avuto modo di illustrarle prima delle elezioni. E' triste, ma avevano una loro lungimiranza.
Si è perso sulla totale mancanza di risposte sulla sicurezza, intanto. Per risposte, intendo qualcosa di più complesso di "la sicurezza è un problema che non esiste, te lo fa credere la televisione che sei insicuro in città, la maggior parte dei delitti avviene in famiglia." Sta cosa della maggior parte dei delitti che avviene in famiglia, peraltro verissima, da due anni a questa parte era diventata la risposta unica in qualsiasi conversazione si cercasse di intavolare con un compagno o una compagna. In Italia l'unica lettura organica e coesa del degrado delle città è la lettura da stronzi che dà la destra. Per la sinistra non esiste, è solo un riflesso della guerra tra poveri che cerca di scatenare il capitale.
Stavo in questa classe dell'Ipsia, sommersa dai commenti sugli stranieri che possono fare quello che gli pare perché tanto per loro le leggi non valgono, non si può girare per strada o andare al parco, a scuola ci sono le bande e portano i coltelli, chiunque indistintamente, ragazzi anche intelligenti, ragazzi anche aperti a certe esperienze. Abbiamo cominciato a parlare, analizzare quel che veniva detto, faticosamente, perdendo sempre il filo, col ragazzo albanese (l'unico albanese buono che conosco, poi si scopre che è l'unico albanese che conosce tout court) che dice cose molto interessanti sui motivi che spingono a emigrare, sulle difficoltà di vivere onestamente perché le leggi praticamente te lo vietano. Poi anche il ragazzo albanese concorda sul fatto che c'è troppa tolleranza per chi delinque. Il ragazzo albanese tendenzialmente voterebbe Berlusconi, se fosse maggiorenne. Stiamo iniziando un discorso che richiederebbe ore, giorni, botte e risposte, approfondimenti da fare insieme. Siamo troppo indietro nel dialogo. Poi suona la campanella.
Aspetto qualche assemblea, qualche analisi pubblica del voto.
Leggo sui titoli dei giornali on-line che inizia la resa dei conti dentro Rifondazione, Ferrero parte all'offensiva. Le perplessità che avevo su Ferrero ho avuto modo di illustrarle prima delle elezioni. E' triste, ma avevano una loro lungimiranza.
Si è perso sulla totale mancanza di risposte sulla sicurezza, intanto. Per risposte, intendo qualcosa di più complesso di "la sicurezza è un problema che non esiste, te lo fa credere la televisione che sei insicuro in città, la maggior parte dei delitti avviene in famiglia." Sta cosa della maggior parte dei delitti che avviene in famiglia, peraltro verissima, da due anni a questa parte era diventata la risposta unica in qualsiasi conversazione si cercasse di intavolare con un compagno o una compagna. In Italia l'unica lettura organica e coesa del degrado delle città è la lettura da stronzi che dà la destra. Per la sinistra non esiste, è solo un riflesso della guerra tra poveri che cerca di scatenare il capitale.
Stavo in questa classe dell'Ipsia, sommersa dai commenti sugli stranieri che possono fare quello che gli pare perché tanto per loro le leggi non valgono, non si può girare per strada o andare al parco, a scuola ci sono le bande e portano i coltelli, chiunque indistintamente, ragazzi anche intelligenti, ragazzi anche aperti a certe esperienze. Abbiamo cominciato a parlare, analizzare quel che veniva detto, faticosamente, perdendo sempre il filo, col ragazzo albanese (l'unico albanese buono che conosco, poi si scopre che è l'unico albanese che conosce tout court) che dice cose molto interessanti sui motivi che spingono a emigrare, sulle difficoltà di vivere onestamente perché le leggi praticamente te lo vietano. Poi anche il ragazzo albanese concorda sul fatto che c'è troppa tolleranza per chi delinque. Il ragazzo albanese tendenzialmente voterebbe Berlusconi, se fosse maggiorenne. Stiamo iniziando un discorso che richiederebbe ore, giorni, botte e risposte, approfondimenti da fare insieme. Siamo troppo indietro nel dialogo. Poi suona la campanella.
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