Con il babbo e il suo camioncino ci siamo recati a FCO a prendere Jason e Corbin che tornavano dagli Stati Uniti. Jason è apparso all'affollatissimo gate B, che serviva tutti i voli non dall'Italia vista la chiusura del gate C, carico di bagagli, ma indossando uno di quei completi che gli cuce su telemisura il sarto thailandese che ha trovato su Internet, e che lo fanno tanto gangster americano degli anni 70, e che io adoro. Corbin si è ingrassata, non ha più paura di volare, le si chiude solo la vescica. Jason mi ha riportato delle testoline-di-animali-della-fattoria gommose che aveva comprato nello scalo a Londra all'andata (la mucca sapeva di cocacola, è stata la mia preferita), alcuni vestiti che avevo lasciato ad Atlanta, compresi degli stivali multicolori lavorati ai ferri, il primo numero di Open Face Sandwich (un po' irritante. Gli americani, in media, non sfuggono alla dittatura del cool. Proprio non ce la fanno). Poi ha riportato alcune tonnellate di vestitini, tutine, magliettine, un piccolo bomber col collo di pelo, un piccolo paio di jeas, bavaglini, calzine, berrettini e 3 biberon, dono della moglie di suo padre e delle sue sorelle di secondo letto Sheena (dalla leggendaria bellezza, pur non essendo la principessa guerriera ma una estetista e massaggiatrice diplomata che lavora su naavi da crociera, è buddista e vive alle Hawaii), Athena e Rosie.
Domenica alla presentazione de La Sinistra l'Arcobaleno ho incontrato tanta gente che ho conosciuto negli ultimi venti anni, anche qualcuno che non mi aspettavo e mi ha fatto molto piacere, tipo Roberto Bordoni. Franco Giordano, che non apprezzo particolarmente (non apprezzo nessuno particolarmente, tranne Vendola e Ferrero) è stato invece abbastanza interessante. Non mi spiego perché abbiano invitato Lotti (io non ci credo mai che non si schiererà col pd), non l'amico di Pacciani ma l'inventore del pacifismo come professione, nel senso sì, arrivo a spiegarmi che si cerchi di coinvolgere il mondo dei pacifisti, solo che è come se una formazione di sinistra che volesse coinvolgere il popolo russo invitasse a parlare lo zar. Ma tant'è. E' stato un incontro molto affollato. La fraction Comunisti Italiani si riconosceva bene perché erano omìni. La Sinistra Democratica era presente, tra l'altro, nella persona del dottor Monaco, che noi conosciamo da anni perché è lui che fa la profilassi e le cure antitubercolosi alle ragazze. I Verdi risultano non pervenuti (sto citando). Io voto la Sinistra l'Arcobaleno. Due articoli, che tipi...
martedì 4 marzo 2008
domenica 2 marzo 2008
sabato 1 marzo 2008
Ieri sarei dovuta andare a Roma al consiglio nazionale dell'associazione ricreativa e culturale. Ma l'altro ieri sera verso le 20 Mimma, atteggiando il visino a un'espressione strappalacrime, mi ha convinto che non potevo lasciare tutto proprio il giorno della scadenza del bando x, con il progetto con ancora alcune parti, seppur piccole, da scrivere, i curricula da raccogliere e soprattutto il piano economico da fare. Infatti ha avuto ragione, perché in questo modo ho potuto riguardarlo bene e renderlo più compatto, divertirmi con la calcolatrice a inventare praticamente dal niente il budget (è divertente, davvero, soprattutto una volta che Pupi mi ha insegnato a impostare il calcolo sulle percentuali, in matematica sono un' analfabeta di ritorno), confrontarmi su questo e su quello, sollecitare per invio lettere e cv, cancellare questo, cancellare quello, ricalcolare, sottolineare il bando con l'evidenziatore, riscrivere, riformulare. Tutto questo senza interruzione dalle 10.30 alle 18, quando arrancando con il mio attuale sistema respiratorio in apnea sono arrivata alla posta in tempo utile per fare la raccomandata. Ovviamente appena spedita la busta mi sono balenate violentemente nella testa un paio di cavolate che sicuramente ho fatto ma che ormai sono andate per sempre. Perfetto. Alle 18.30 ero completamente fusa, e non in possesso di una casa in città dove andarmi a buttare sul letto per almeno mezz'ora. Poco male, visto che ho presto visto Pupi e con lui sono andata a Foligno a prendere Erminia al treno, a mangiare in un ristorante di cucina umbra con televisione accesa su Sanremo (Giorgia, Jovanotti insieme a Ben Harper e Fiorella Mannoia, impegnati nel loro repertorio; credo nell'ordine le ultime tre cose che avrei voluto vedere se coscientemente avessi deciso di guardare il festival: non era una gara canora nazional-popolare o qualcosa del genere?), e poi al Feedback a vedere il concerto degli Offlaga Disco Pax.
Ora, è noto che io ormai non esco più per niente. Praticamente gli ultimi concerti a cui sono stata erano tutti negli Stati Uniti. Un po' per questo, un po' perché starò invecchiando, un po' perché come detto ero fusa dalla stanchezza, visto che il concerto, mi era stato detto, iniziava alle dieci, arrivando nel locale alle dieci e tre quarti io ero convinta di essere in ritardo. Ca va sans dire, il nostro amato gruppo è salito sul palco a mezzanotte e dieci. Alle dieci e quaranta, in compenso, con tipo dieci persone paganti, i bagni del Feedback erano già malamente intasati. Nell'attesa, un dj ha messo dei pezzi piuttosto belli. Notevole il fatto che, man mano che la sale si riempiva, nessuno, dico nessuno, accennasse un seppur timido passo di danza. Il concerto non è stato molto bello per il banale motivo che non si è sentito NIENTE. Forse Feedback più che un nome è un ideale.
Gli ODP hanno suonato soprattutto pezzi del loro ultimo disco Bachelite (resina termoindurente), che poi Pupi ha acquistato. La musica è interessante, ma i racconti brevi che il cantante interpreta a tempo sono ciò che io veramente amo, ovviamente non tutti allo stesso livello. Molti di noi saranno lieti di sapere che un pezzo, davvero esilarante, parla del Parco dei Monti Sibillini, del lago di Pilato, e della riserva per la salvaguardia del chirocefalo come una metafora della reazione e del mantenimento dello status quo. Mi ha fatto tanto ridere. La mia canzone preferita però è quella dedicata a Francesca Mambro, intelligente, profonda, politica e filosofica (sì mi voglio allargare). Non ne parlo perché cercherò di postarla integralmente.
Ora, è noto che io ormai non esco più per niente. Praticamente gli ultimi concerti a cui sono stata erano tutti negli Stati Uniti. Un po' per questo, un po' perché starò invecchiando, un po' perché come detto ero fusa dalla stanchezza, visto che il concerto, mi era stato detto, iniziava alle dieci, arrivando nel locale alle dieci e tre quarti io ero convinta di essere in ritardo. Ca va sans dire, il nostro amato gruppo è salito sul palco a mezzanotte e dieci. Alle dieci e quaranta, in compenso, con tipo dieci persone paganti, i bagni del Feedback erano già malamente intasati. Nell'attesa, un dj ha messo dei pezzi piuttosto belli. Notevole il fatto che, man mano che la sale si riempiva, nessuno, dico nessuno, accennasse un seppur timido passo di danza. Il concerto non è stato molto bello per il banale motivo che non si è sentito NIENTE. Forse Feedback più che un nome è un ideale.
Gli ODP hanno suonato soprattutto pezzi del loro ultimo disco Bachelite (resina termoindurente), che poi Pupi ha acquistato. La musica è interessante, ma i racconti brevi che il cantante interpreta a tempo sono ciò che io veramente amo, ovviamente non tutti allo stesso livello. Molti di noi saranno lieti di sapere che un pezzo, davvero esilarante, parla del Parco dei Monti Sibillini, del lago di Pilato, e della riserva per la salvaguardia del chirocefalo come una metafora della reazione e del mantenimento dello status quo. Mi ha fatto tanto ridere. La mia canzone preferita però è quella dedicata a Francesca Mambro, intelligente, profonda, politica e filosofica (sì mi voglio allargare). Non ne parlo perché cercherò di postarla integralmente.
mercoledì 27 febbraio 2008
Ieri in centro ho incontrato Leoluca Orlando. Camminava con un gruppo di signori di varie età, sereni, sorridenti e benvestiti. Andavano al caffè Lavazza. Mi sfugge a quale raggruppamento politico faccia riferimento in questa fase. Però ora viaggia con scorta leggera, evidentemente. Tipo quindici anni fa, ai tempi della primavera di Palermo, mentre andavamo a Roma col torpedone per qualche manifestazione unitaria di sinistra, ci imbattemmo in Leoluca Orlando all'autogrill. Lucianone D.V., che lo ammirava tanto, si slanciò verso di lui con emozione per stringergli la mano. Nel giro di un secondo e mezza, tre corpulenti signori, dal giaccone abbastanza spesso nonostante la giornata soleggiata, lo misero in mezzo puntandogli contro delle mitragliette. Fu un momento interessante. Al por Luciano passò la tachicardia solo alcune ore dopo.
Al Tg1 delle 20 Giancarlo De Cataldo ("magistrato e scrittore") era in studio per commentare le indagini sul caso di Gravina. E' stato molto diplomatico, ha detto che non si può giudicare senza conoscere gli atti, che indagare è difficile.
Oggi sul Corriere della Sera c'è una breve intervista a Gianrico Carofiglio ("magistrato, scrittore e candidato del PD in Puglia") per commentare le indagini sul caso di Gravina. Anche lui è stato molto diplomatico, ha detto che indagare è difficile e anche lui una volta si sbagliò clamorosamente, sul caso di una bambina rom. Poi ha ricordato come è nata la revisione del processo in Italia: negli anni 50 in Sicilia un tizio prese a palate in testa il fratello e apparentemente lo uccise. Un testimone denunciò il fatto alla polizia e, nonostante non venisse mai ritrovato il cadavere, il tizio con la pala fu condannato per omicidio. Anni dopo il fratello fece ritorno dall'Australia, dove zitto zitto era emigrato (perché evidentemente in famiglia i rapporti erano molto tesi). Da questo errore giudiziario, apparentemente inevitabile (il fratello era scomparso, un testimone oculare pensava di aver assistito all'omicidio) si comprese l'esigenza di poter revisionare i processi. Cool.
In America fanno tendenza culturale le spogliarelliste, in Italia i magistrati democratici. Sarò antica come i gioielli della corona, ma mi schiero con l'Italia
Al Tg1 delle 20 Giancarlo De Cataldo ("magistrato e scrittore") era in studio per commentare le indagini sul caso di Gravina. E' stato molto diplomatico, ha detto che non si può giudicare senza conoscere gli atti, che indagare è difficile.
Oggi sul Corriere della Sera c'è una breve intervista a Gianrico Carofiglio ("magistrato, scrittore e candidato del PD in Puglia") per commentare le indagini sul caso di Gravina. Anche lui è stato molto diplomatico, ha detto che indagare è difficile e anche lui una volta si sbagliò clamorosamente, sul caso di una bambina rom. Poi ha ricordato come è nata la revisione del processo in Italia: negli anni 50 in Sicilia un tizio prese a palate in testa il fratello e apparentemente lo uccise. Un testimone denunciò il fatto alla polizia e, nonostante non venisse mai ritrovato il cadavere, il tizio con la pala fu condannato per omicidio. Anni dopo il fratello fece ritorno dall'Australia, dove zitto zitto era emigrato (perché evidentemente in famiglia i rapporti erano molto tesi). Da questo errore giudiziario, apparentemente inevitabile (il fratello era scomparso, un testimone oculare pensava di aver assistito all'omicidio) si comprese l'esigenza di poter revisionare i processi. Cool.
In America fanno tendenza culturale le spogliarelliste, in Italia i magistrati democratici. Sarò antica come i gioielli della corona, ma mi schiero con l'Italia
lunedì 25 febbraio 2008
Adesso lavoro, due o tre volte a settimana, nell'ufficio dove lavoravo nel 2000/2001. Poi verso il 2002 il servizio cambiò e io smisi di frequentare questa zona (via Fonti Coperte) se non di passaggio. Oggi sono uscita 2 minuti per andare al bar a comprarmi un fagotto prosciutto cotto e frittata. Il bar e l'area ad esso adiacente erano densamente popolati di spacciatori e tossici di area magrebina. Mi ha colpito, perché "prima" non vi era traccia di questa presenza. Volevo un Kinder Bueno ma non c'era, allora sentendomi in colpa ho acquistato un Kit Kat crunchy (in colpa per la Nestlè). La nuova pubblicità del Kinder Bueno la fa Andrew Howes. Credo che la Kinder Ferrero, nota soprattutto per la demenzialità dei propri spot, sia stata la prima grande azienda italiana a utilizzare testimonial neri per i propri prodotti nell'epoca post-carosello. Escludendo pubblicità basate sul richiamo sessuale, tipo morositas e compagnia. Fiona May con la bambina che si nutre di Fetta al latte sono senz'altro il primo spaccato familiare nero che è apparso negli spazi pubblicitari televisivi italiani. Qualche anno fa ho fatto l'interprete in un incontro internazionale di commercio equo e solidale, e ho appreso che di fatto gli accordi della Ferrero con i produttori di cacao rispettano tutti gli standard del commercio equo e solidale. Però la Ferrero non chiede la certificazione. Chissà perché. Tutto ciò rende però rende molto più leggero il mio essere, da circa 25 anni, una divoratrice più o meno compulsiva di cioccolate più latte meno cacao [formula inventata per rendere accattivante il risparmio appunto di cacao. chiamali tonti].
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