Ieri sera ho visto la partita Croazia-Turchia, e ho appreso (o forse ho compreso appieno, perché mi sa già lo sapevo, martedì ho quarant'anni, di nuovo nuovo in campo etico/comportamentale non è che abbia molto da scoprire) una lezione.
No, non la lezione della Turchia, cioè che anche se hai un sacco di titolari che non possono giocare, sei alla prima esperienza, il tuo avversario sulla carta è più forte, non stai nemmeno giocando troppo bene, non devi comunque farti intimidire e provarci fino alla fine.
Invece, la lezione della Croazia. Dopo una partita bruttarella, le squadre vanno ai supplementari. Niente di fatto, tutti in Europa si pensa che ormai ci saranno i rigori, quando al 119', con l'attesa di un minuto di recupero, la Croazia segna. Grandi feste, l'allenatore-giovane-e-rock che salta e caprioleggia a bordocampo ecc. Solo che al 120 e rotto la Turchia pareggia. Si sa che il calcio è così. Sennò perché guardare le partite?
A questo punto l'allenatore della Croazia scapoccia. Il punto è, sembra, che volesse fare un cambio all'ultimo minuto per prendere tempo e di fatto chiudere i giochi, ma il quarto uomo non fosse nei paraggi, o forse non lo ha comunicato, o forse l'arbitro non ha visto, adesso non ho ben capito, comunque questo cambio non si fa e c'è il pareggio. L'allenatore croato spintona il quarto uomo, scuote la testa, gesticola, si muove per il campo come un leone ferito. La partita è finita, tra pochi minuti inizieranno i rigori.
I turchi sono tutti uniti in cerchio con il loro allenatore che parla, spiega, li gasa.
I croati hanno comprensibilmente una botta di depressione da anticlimax, buttati per terra quasi ognuno per conto suo, l'allenatore è troppo impegnato a recriminare per l'intoppo ai suoi piani per ricordarsi che ha una squadra da tenere insieme.
Si inizia a tirare. I croati sbagliano tre rigori. La Turchia va in finale.
Ecco. Non perdiamo la testa. Stiamoci col cranio. Ok, le cose non vanno sempre come vorremmo, ma fino all'ultimo rimanendo saldi e forti possiamo rimediare. Non sprechiamo le nostre energia a rimpiangere, rivendicare, protestare. Azioni positive eccetera. Ci ho pensato tutta la notte.