''In Italia sono benvenuti gli stranieri che lavorano, che hanno gia' un lavoro, non coloro che vengono alla ricerca di un lavoro''. Cosi' il presidente di An, Gianfranco Fini, durante un comizio tenuto oggi ad Ancona. (Agr)
Cioè, non ho capito. Dei turisti che hanno già una professione avviata nel paese di provenienza? O persone che hanno trovato un lavoro in Italia grazie ai numerosi canali legali che, nel loro paese, ti piazzano a lavorare qui? Che intende? Che intende, sto coglione?
Io li odio.
sabato 29 marzo 2008
In una catasta di vecchi libri di narrativa per la scuola media che mia madre ha sbattuto in soffitta, ho trovato la versione originale de "La Gatta Cenerentola" con testo italiano a fronte. Non l'avevo mai letta.
"Ora mo, essenno venuta la festa e sciute le figlie de la maiestra tutte spampanate sterliccate 'mpallaccate, tutte zagarelle campanelle e scartapelle, tutte shiure adure cose e rose, Zezolla corre subeto a la testa e, ditto le parole 'nfrocicatole da la fata, fu posta 'n ordene comme na regina e, posta sopra n'acchinea con dudece pagge linte e pinte, iette addove ievano le sore, che fecero la spotazzella pe le bellezze de sta penta palomma. (...)
Venne l'autra festa e, sciute le sore tutte aparate e galante, lassaro la desprezzata Zezolla a lo focolaro; la quale subeto corre a lo dattolo e, ditte le parole solete, ecco scettero na mano de dammecelle: chi co lo schiecco, chi co la carrafella d'acqua de cocozze, chi co lo fierro de li ricce, chi co la pezza de russo, chi co lo pettene, chi co le spingole, chi co li vestite, chi co la cannacca e collane, e fattala bella comme a no Sole, lamesero a na carrozza a seie cavalle, accompagnata da staffiere e da pagge de livrera, a ionta a lo medesemo luoco dove era stata l'autra festa, agghionze maraviglia a lo core de le sore e fuoco a lo pietto de lo re. (...)
(Il Re)chiamma lo scrivano, commanna lo trommetta e tu tu tu fa iettare no banno: che tutte le femmene de la Terra vengano a na festa vannuta e a no banchetto, che s'ha puosto 'n chiocca de fare. E, venuto lo iuorno destenato, oh bene mio che mazzecatorio e che bazzarra che se facette! Da dove vennere tante pastiere e casatielle? dove li sottestate e le porpette? dove li maccarune e graviuole? Tanto che 'nce pteva magnare n'asserceto formato.
Venute le femmene tutte, e nobele e 'gnobele e ricche e pezziente e vecchie e figliole e belle e brutte e buono pettenato, lo re, fatto lo profizzio, provaie lo chianiello ad una ped una a tutte le commitate, pe vedere a chi iesse a capillo ed assestato, tanto che otesse canoscere da la forma de lo chianiello chello che ieva cercanno: ma, non trovanno pede che 'nce iesse a siesto, s'appe a desperare."
E' stupendo!
"Ora mo, essenno venuta la festa e sciute le figlie de la maiestra tutte spampanate sterliccate 'mpallaccate, tutte zagarelle campanelle e scartapelle, tutte shiure adure cose e rose, Zezolla corre subeto a la testa e, ditto le parole 'nfrocicatole da la fata, fu posta 'n ordene comme na regina e, posta sopra n'acchinea con dudece pagge linte e pinte, iette addove ievano le sore, che fecero la spotazzella pe le bellezze de sta penta palomma. (...)
Venne l'autra festa e, sciute le sore tutte aparate e galante, lassaro la desprezzata Zezolla a lo focolaro; la quale subeto corre a lo dattolo e, ditte le parole solete, ecco scettero na mano de dammecelle: chi co lo schiecco, chi co la carrafella d'acqua de cocozze, chi co lo fierro de li ricce, chi co la pezza de russo, chi co lo pettene, chi co le spingole, chi co li vestite, chi co la cannacca e collane, e fattala bella comme a no Sole, lamesero a na carrozza a seie cavalle, accompagnata da staffiere e da pagge de livrera, a ionta a lo medesemo luoco dove era stata l'autra festa, agghionze maraviglia a lo core de le sore e fuoco a lo pietto de lo re. (...)
(Il Re)chiamma lo scrivano, commanna lo trommetta e tu tu tu fa iettare no banno: che tutte le femmene de la Terra vengano a na festa vannuta e a no banchetto, che s'ha puosto 'n chiocca de fare. E, venuto lo iuorno destenato, oh bene mio che mazzecatorio e che bazzarra che se facette! Da dove vennere tante pastiere e casatielle? dove li sottestate e le porpette? dove li maccarune e graviuole? Tanto che 'nce pteva magnare n'asserceto formato.
Venute le femmene tutte, e nobele e 'gnobele e ricche e pezziente e vecchie e figliole e belle e brutte e buono pettenato, lo re, fatto lo profizzio, provaie lo chianiello ad una ped una a tutte le commitate, pe vedere a chi iesse a capillo ed assestato, tanto che otesse canoscere da la forma de lo chianiello chello che ieva cercanno: ma, non trovanno pede che 'nce iesse a siesto, s'appe a desperare."
E' stupendo!
giovedì 27 marzo 2008
Al consiglio comunale aperto sulla 194 ci sono stata solo poche decine di minuti, perché sono arrivata in autobus dall'ufficio dove ho il turno fino alle cinque, e poi alle cinque e cinquanta con Giorgio sono andata al direttivo dell'associazione culturale e ricreativa.
Comunque. Scioccamente, non mi aspettavo di trovarvi anche persone contro la 194. Invece c'erano, in numero significativo e organizzati (la Pippi ha incontrato per le scale un anziano che diceva a qualcuno "Mi hanno detto dalla parrocchia di venire su, che c'era questa cosa, sono corso subito"). Questo mi ha interessato moltissimo. Voglio sapere cosa pensano e che dicono, non Ferrara e Pezzotta, ma queste persone che vivono la mia stessa quotidianità nella mia stessa città. Poi magari dicono le stesse cavolate di Ferrara e Pezzotta, e con non meno retorica. Ma insomma.
Poi, mi ha colpito con dispiacere constatare che tra le sostenitrici della 194, immagino tutte avvertite come me dalla Rete delle Donne Umbre, non ci fossero ragazze. La netta maggioranza sembrava composta da persone sopra i 40 anni, anzi soprattutto sopra i 50 anni. E' vero allora quello che si dice in giro, che le giovani non sentono questo come un problema, danno per scontati i diritti per le quali le loro madri hanno combattuto, e bla bla? Immagino di sì, però c'è stata un'assemblea all'università che mi dicono sia stata molto affollata, un presidio all'ospedale. Mi viene il dubbio, che potrebbe essere una totale pippa mentale, che non interessi lo spazio pubblico, nel senso di spazio di confronto. Sì ok, devi stare seduta dietro i consiglieri di Alleanza Nazionale e ti fa schifo solo a guardarli, sono la prima a dirlo. Devi ascoltare i soloncini del forum delle famiglie con i loro accenti veneti e non puoi nemmeno rumoreggiare, perché è proibito. Però che palle, comunicare solo a striscioni e a "ora basta!". Di fatto le uniche due ragazze erano Chiara e Lavinia, operatrici dell'Unità di Strada. So che non è un caso, e sono felice.
Uno dei tre interventi che ho ascoltato per intero è stato quello di una tipa del comitato nazionale sulla bioetica. Una chimica. Che ha esordito dicendo che la 194 è una buona legge. Cioè, freghe, a me basta questo. A me non interessa minimamente che ogni singolo cittadino e ogni singola cittadina la pensi come me in ogni singola sfumatura della 194. Per me una nel suo intimo può anche pensare che l'aborto sia un omicidio aberrante, se però difende la legge con me è a posto. Sempre questa signora ha iniziato una semitirata semicontro la RU486. Però, nei fatti, stava proponendo che la pillola abortiva venisse inserita nella 194. In soldoni, che si somministri in ospedale, e non venga venduta in farmacia dietro ricetta. Grandi malumori dalla nostra gradinata. Cioè, perché? La RU486 è una bomba chimica. Facciamo tutte le salutistine e la naturistine per gli antibiotici, per dire, e adesso dobbiamo sminuire la pillola abortiva nei suoi effetti farmacologici? Certo, mica fa morire. Manco l'antibiotico. Ma è meglio prenderla in modo controllato. Io personalmente, non ci vedo niente di male a che la pillola abortiva sia somministrata in ospedale. Senza ricovero, ma solo con la certezza che le informazioni su come seguire il percorso siano indicate con la massima correttezza. Farla dare in farmacia non sembra la mia battaglia. Magari mi sbaglio, magari c'è qualcosa che non so. Però, se è vero che potendo scegliere la maggioranza delle donne preferisce l'intervento invece della pillola, un motivo dovrà pur esserci. L'importante, come sempre, è poter scegliere.
Riflettendo su questo e altro sono dovuta uscire per precipitarmi all'appuntamento con Giorgino, sfoggiando il mio pancione che nulla aveva da invidiare ai tre o quattro duenni che le famiglie cattoliche si erano portati dietro.
Comunque. Scioccamente, non mi aspettavo di trovarvi anche persone contro la 194. Invece c'erano, in numero significativo e organizzati (la Pippi ha incontrato per le scale un anziano che diceva a qualcuno "Mi hanno detto dalla parrocchia di venire su, che c'era questa cosa, sono corso subito"). Questo mi ha interessato moltissimo. Voglio sapere cosa pensano e che dicono, non Ferrara e Pezzotta, ma queste persone che vivono la mia stessa quotidianità nella mia stessa città. Poi magari dicono le stesse cavolate di Ferrara e Pezzotta, e con non meno retorica. Ma insomma.
Poi, mi ha colpito con dispiacere constatare che tra le sostenitrici della 194, immagino tutte avvertite come me dalla Rete delle Donne Umbre, non ci fossero ragazze. La netta maggioranza sembrava composta da persone sopra i 40 anni, anzi soprattutto sopra i 50 anni. E' vero allora quello che si dice in giro, che le giovani non sentono questo come un problema, danno per scontati i diritti per le quali le loro madri hanno combattuto, e bla bla? Immagino di sì, però c'è stata un'assemblea all'università che mi dicono sia stata molto affollata, un presidio all'ospedale. Mi viene il dubbio, che potrebbe essere una totale pippa mentale, che non interessi lo spazio pubblico, nel senso di spazio di confronto. Sì ok, devi stare seduta dietro i consiglieri di Alleanza Nazionale e ti fa schifo solo a guardarli, sono la prima a dirlo. Devi ascoltare i soloncini del forum delle famiglie con i loro accenti veneti e non puoi nemmeno rumoreggiare, perché è proibito. Però che palle, comunicare solo a striscioni e a "ora basta!". Di fatto le uniche due ragazze erano Chiara e Lavinia, operatrici dell'Unità di Strada. So che non è un caso, e sono felice.
Uno dei tre interventi che ho ascoltato per intero è stato quello di una tipa del comitato nazionale sulla bioetica. Una chimica. Che ha esordito dicendo che la 194 è una buona legge. Cioè, freghe, a me basta questo. A me non interessa minimamente che ogni singolo cittadino e ogni singola cittadina la pensi come me in ogni singola sfumatura della 194. Per me una nel suo intimo può anche pensare che l'aborto sia un omicidio aberrante, se però difende la legge con me è a posto. Sempre questa signora ha iniziato una semitirata semicontro la RU486. Però, nei fatti, stava proponendo che la pillola abortiva venisse inserita nella 194. In soldoni, che si somministri in ospedale, e non venga venduta in farmacia dietro ricetta. Grandi malumori dalla nostra gradinata. Cioè, perché? La RU486 è una bomba chimica. Facciamo tutte le salutistine e la naturistine per gli antibiotici, per dire, e adesso dobbiamo sminuire la pillola abortiva nei suoi effetti farmacologici? Certo, mica fa morire. Manco l'antibiotico. Ma è meglio prenderla in modo controllato. Io personalmente, non ci vedo niente di male a che la pillola abortiva sia somministrata in ospedale. Senza ricovero, ma solo con la certezza che le informazioni su come seguire il percorso siano indicate con la massima correttezza. Farla dare in farmacia non sembra la mia battaglia. Magari mi sbaglio, magari c'è qualcosa che non so. Però, se è vero che potendo scegliere la maggioranza delle donne preferisce l'intervento invece della pillola, un motivo dovrà pur esserci. L'importante, come sempre, è poter scegliere.
Riflettendo su questo e altro sono dovuta uscire per precipitarmi all'appuntamento con Giorgino, sfoggiando il mio pancione che nulla aveva da invidiare ai tre o quattro duenni che le famiglie cattoliche si erano portati dietro.
mercoledì 26 marzo 2008
lunedì 24 marzo 2008
Dopo una giornata di Pasqua caratterizzata da 12 ore ininterrotte di pioggia battente, e dopo altra pioggia notturna così violenta da svegliare una dormiente, uno non si aspetta niente da Pasquetta. Invece la Monica la Rosalba la Patrizia e il suo fidanzato Giuseppe mi hanno raggiunta a Marsciano, e insieme siamo andati a vedere la mostra di Chagall al dinamicissimo Museo Dinamico del Laterizio. La mostra (conslusasi oggi) non è che fosse la più bella mostra della storia, però ho apprezzato le litografie sull'Esodo, e le illustrazioni per le Anime morte mi hanno fatto venire la voglia impellente di rileggere il romanzo. Il museo, inoltre, è veramente ben allestito, e la collezione di fischietti mette allegria. Sia io che Monica abbiamo avuto, negli anni Novanta, la possibilità di accedere a Palazzo Pietromarchi quando era ancora l'archivio incustodito e non ordinato del comune. Le stanze erano ricoperte da tonnellate di polvere e guano secco di piccione. Tutte/i abbiamo apprezzato il restauro.
Il caffè del museo era chiuso. Siamo rimasti a parlare davanti al cinema, sotto un cielo grigissimo. Abbiamo parlato del parto di Rosalba, di quand'è nato Dario. Poi Patrizia e Giuseppe mi hanno riaccompagnato a casa, mentre una processione aperta da un grosso Cristo in croce si snodava per le vie della città.
Il caffè del museo era chiuso. Siamo rimasti a parlare davanti al cinema, sotto un cielo grigissimo. Abbiamo parlato del parto di Rosalba, di quand'è nato Dario. Poi Patrizia e Giuseppe mi hanno riaccompagnato a casa, mentre una processione aperta da un grosso Cristo in croce si snodava per le vie della città.
venerdì 21 marzo 2008
La cena a casa dei miei genitori segue ritualità strettissime che comprendono, nel corso della prima portata, il tentativo di risoluzione del gioco finale del programma televisivo "L'eredità". Ieri ha indovinato mio padre. La parola misteriosa era strada. Io però ho indovinato due sere di seguito nel corso della settimana. Ho indovinato presidente e ricerca. Mercoledì, impensabilmente, ha indovinato Jason. Ma perché l'ultimo indizio era "quarto". Io non stavo seguendo, lui ha associato subito la parola stato.
Mangio a quattro palmenti, tiro due o tre volte la pallina a Iole, poi vengo sopraffatta dalla stanchezza e mi ritiro in camera con Jason. Io leggiucchio lui studia strategie di mercato del fantasy baseball. Cosimo compie all'interno del mio utero movimenti non sempre facili da decifrare. Di solito in mezz'ora crollo addormentata, prima delle dieci.
Sono esausta. Non vedo l'ora che sia domani, dopodomani, Pasquetta, così posso dormire fino a tardi. Devo però anche tradurre a tutto spiano perché sono indietro. E da martedì prossimo fino a metà aprile ho da fare a ritmi impensabili. Però almeno sarò a Perugia e mi risparmierò il tragitto avanti e indietro con il peraltro amabilissimo treno dell'FCU.
Mangio a quattro palmenti, tiro due o tre volte la pallina a Iole, poi vengo sopraffatta dalla stanchezza e mi ritiro in camera con Jason. Io leggiucchio lui studia strategie di mercato del fantasy baseball. Cosimo compie all'interno del mio utero movimenti non sempre facili da decifrare. Di solito in mezz'ora crollo addormentata, prima delle dieci.
Sono esausta. Non vedo l'ora che sia domani, dopodomani, Pasquetta, così posso dormire fino a tardi. Devo però anche tradurre a tutto spiano perché sono indietro. E da martedì prossimo fino a metà aprile ho da fare a ritmi impensabili. Però almeno sarò a Perugia e mi risparmierò il tragitto avanti e indietro con il peraltro amabilissimo treno dell'FCU.
martedì 18 marzo 2008
Sensibile - Offlaga Disco Pax
[ATTENZIONE: questo scritto è il testo di una canzone]
La parola sensibile è vaga come stelle dell'Orsa.
Francesca Mambro fu protagonista dell'eversione nera degli anni '70 e si è presa qualche ergastolo per omicidi organizzati, realizzati, rivendicati, confessati, ma si è proclamata innocente rispetto alla strage di Bologna. Francesca Mambro era allora come oggi la donna di "Giusva" Fioravanti, un tizio colpevole di decine di delitti a sfondo labilmente politico.
Delitti diventati famosi per la ferocia e la facilità con cui vennero commessi, spesso a danno di gente che nulla aveva a che fare con le sue "cause" e a volte dettati dalla follia piuttosto che da un qualche credo neofascista.
Un ragazzo la cui giovane vita venne violentata da troppa televisione.
Giusva era uno pronto per la "Uno Bianca" prima della "Uno Bianca".
Qualche anno fa un giudice chiese a Francesca perché lo scelse come compagno di vita. A questa domanda rispose con una frase da ginnasio nichilista, lapidaria, nel senso di lapide:
"Giusva era il ragazzo più sensibile che io avessi mai incontrato".
Che razza di tipacci fossero gli altri ragazzi che aveva frequentato non ci è dato saperlo, di sicuro Francesca con gli uomini non è stata fortunata.
E la parola sensibile resta dubbia e ambivalente come il coinvolgimento dei N.A.R. nei fatti del 2 agosto 1980. Francesca Mambro è citata nei ringraziamenti di un disco intitolato "Abbiamo pazientato quarant'anni, ora basta!". Sensibili anche loro.
Per evitare di confondere la sensibilità con l'eversione fascista e stragista stabiliremo dei limiti. Definiamo quindi neosensibilismo il nostro modo di essere sensibili che in tutto si distacca dalle ambiguità di Francesca Mambro da cui ci dissociamo, anche per l'uso sconsiderato e irresponsabile del vocabolario.
La signora Mambro e il camerata Fioravanti sono fuori di galera.
Fa male ammettere che al momento vincono due a zero.
[ATTENZIONE: questo scritto è il testo di una canzone]
La parola sensibile è vaga come stelle dell'Orsa.
Francesca Mambro fu protagonista dell'eversione nera degli anni '70 e si è presa qualche ergastolo per omicidi organizzati, realizzati, rivendicati, confessati, ma si è proclamata innocente rispetto alla strage di Bologna. Francesca Mambro era allora come oggi la donna di "Giusva" Fioravanti, un tizio colpevole di decine di delitti a sfondo labilmente politico.
Delitti diventati famosi per la ferocia e la facilità con cui vennero commessi, spesso a danno di gente che nulla aveva a che fare con le sue "cause" e a volte dettati dalla follia piuttosto che da un qualche credo neofascista.
Un ragazzo la cui giovane vita venne violentata da troppa televisione.
Giusva era uno pronto per la "Uno Bianca" prima della "Uno Bianca".
Qualche anno fa un giudice chiese a Francesca perché lo scelse come compagno di vita. A questa domanda rispose con una frase da ginnasio nichilista, lapidaria, nel senso di lapide:
"Giusva era il ragazzo più sensibile che io avessi mai incontrato".
Che razza di tipacci fossero gli altri ragazzi che aveva frequentato non ci è dato saperlo, di sicuro Francesca con gli uomini non è stata fortunata.
E la parola sensibile resta dubbia e ambivalente come il coinvolgimento dei N.A.R. nei fatti del 2 agosto 1980. Francesca Mambro è citata nei ringraziamenti di un disco intitolato "Abbiamo pazientato quarant'anni, ora basta!". Sensibili anche loro.
Per evitare di confondere la sensibilità con l'eversione fascista e stragista stabiliremo dei limiti. Definiamo quindi neosensibilismo il nostro modo di essere sensibili che in tutto si distacca dalle ambiguità di Francesca Mambro da cui ci dissociamo, anche per l'uso sconsiderato e irresponsabile del vocabolario.
La signora Mambro e il camerata Fioravanti sono fuori di galera.
Fa male ammettere che al momento vincono due a zero.
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