Ho portato fuori il cane e la giornata era stupenda, siamo andate al parco abbandonato sul fianco della collina, invaso dal sole. Era come a primavera, abbiamo giocato col guinzaglio, lei ha corso quasi con frenesia, avanti e indietro e in tondo, con me come centro del cerchio.
Verso le quattro sono uscita con mio figlio, ma la città era in ombra ormai, e la domenica le vie per andare in piazza Cavallotti, dove il negozio gestito dai pakistani rimane aperto, sono quasi deserte. Si era alzato molto vento, Perugia era tutta completamente grigia senza nemmeno un punto di colore. Cosimo ha pianto tanto, forse stranito dal freddo, cercavo qualcosa di allegro da mostrargli, un fiore, una tendina, non c'era nulla. Mi sono accoccolata a fianco del passeggino per dirgli qualcosa, ho visto le mie mani molto rugose in quella luce insensibile, atona. Ho continuato a camminare verso piazza Grimana, dove almeno le fronde degli alberi erano verdi, ma di un verde molto scuro, e una ventina tra ragazzi e ragazze giocavano a pallacanestro nel campetto di cui si è letto, di recente, nella cronaca nera internazionale. Passavano pochissime macchine, i rumori rimbombavano in una sorta di vuoto per me inspiegabile dal punto di vista fisico. Cosimo non la smetteva di piangere.
Mi è sembrato di capire com'è essere vecchi.
mercoledì 19 novembre 2008
mercoledì 5 novembre 2008
domenica 2 novembre 2008
Hai lavato e fatto a pezzi altre volte carote, zucchine e patate (non spesso, e spesso malvolentieri perché cucinare non ti piace per niente), ma questa volta cerchi di concentrarti su ogni gesto perché vuoi essere sicura che tutto sia pulito e preciso, metti l'acqua, accendi il gas e lo tieni basso. Tutto nuovo, l'intenzione, l'attenzione, il sentimento. Prepari il primo pasto nella vita di tuo figlio. Certo, stai ancora lì a fissarti l'ombelico in preda all'angoscia e a piangerti addosso appena puoi, ma ormai puoi solo nei ritagli di tempo.
martedì 28 ottobre 2008
Facebook è come una droga. Ho delle difficoltà quasi insuperabili a provare interesse per il blog. Tutto ciò che mi viene da scrivere, lo scrivo su Facebook, poi vado a leggere i profili dei miei amichetti di Facebook, lascio i miei commenti, pubblico un video o un link, invio messaggi privati. Mi sembra interessantissimo, mi fa sentire molto in connessione. E mi fa sentire anche un po' ridicola, sì. Ma manco tanto.
mercoledì 22 ottobre 2008
Ieri in treno ho trovato "La Stampa". Qualcuno deve averlo letto da Torino a Perugia, per poi abbandonarlo sul sedile. Io l'ho raccattato e l'ho portato a Foligno con me. E' un quotidiano poco diffuso, qui, "La Stampa". Non è malaccio. Sono stata a Torino l'ultima volta nel dicembre 2006, quindi sono quasi due anni che non sfoglio "La Stampa". C'è una rubrica di lettere a Lucia Annunziata. Trascrivo la scambio di ieri. Il titolo è "La (messa in) piega della scuola italiana". La lettera fa così: "Ci sono notizie che fanno notizia e altre no. Il Corriere del 19 riporta questa dichiarazione del ministro Gelmini: 'Il mio fidanzato che mi vuole molto bene mi ha detto: se ti torcono un capello ci penso io'. La notizia ci rincuora. Lassù. al Nord, qualcuno ama Mariastella. L'ama talmente tanto da affrontare i 500 mila che le hanno sfilato contro il 17 a Roma. E qui la seconda notizia. Quel giorno, continua la ministra, 'sono rimasta all'Eur. Mi hanno consigliato di evitare viale Trastevere'. Allora che fa? Il cronista ci informa che 'se n'è andata da Renato, il suo parrucchiere'. Chissà come l'ha presa l'altro Renato, il ministro della funzione pubblica, fustigatore dei fannulloni. Invece di andare al ministero, come spetta ai dipendenti pubblici, la Mariastella si faceva scalare la chioma? O applicare balsamo sulle doppie punte? Qui l'informazione pecca. La scuola italiana, il Paese, non sapranno mai quale (messa in) piega avrà la politica scolastica. Renato, facci sapere. Anzi, chiedi a Mariastella come mai, il 18 e il 19 scorsi, la rassegna stampa del ministero dell'istruzione non risultava aggiornata. Ha una qualche attinenza con il successo della manifestazione di piazza o con gli esiti dell'acconciatura? Prof.ssa Elena La Gioia, iscritta al C.i.p. associazione aderente alla manifestazione del 17 u.s."
Mi sembra una lettera carina, che sottolinea la pochezza di un articolo dedicato a cazzatelle quando ogni spazio di un giornale potrebbe più intelligentemente essere utilizzato per commentare in modo congruo questa riforma della scuola così dirompente e criticata; inoltre prende un po' in giro la ministra basandosi su sue personali scelte di autorappresentazione, che mostrano appieno la donnetta che è; coglie anche dei comportamenti che cozzano con l'insopportabile retorica brunettiana sulla nullafacenza dei dipendenti pubblici. A me piace questa lettera. Però se non mi fosse piaciuta, e fossi stata la titolare della rubrica di posta, l'avrei cestinata e ne avrei pubblicata un'altra.
Invee che fa Lucia Annunziata? La pubblica e ne approfitta per dare una lezioncina di bon ton: "Gentile professoressa, immagino lei sappia che mi sono più volte espressa senza ambiguità a favore della vostra protesta, in particolare non amo il maestro unico né le classi separate. Dopo aver fatto una premessa così chiara credo dunque di potermi permettere di prendere le distanze da ciò che lei dice, sperando di essere capita: sono contraria all'insulto personale, a sminuzzare il confronto politico in pettegolezzi, all'usare i valori personali come indicazioni politiche. Insomma, non mi piace che lei parli della messa in piega della Gelmini, o della sua relazione, per farne esempi di parti per il tutto. La sua protesta e quella dei suoi colleghi è fatta a nome della dignità di vivere come si crede meglio, grazie anche a un lavoro che ha un senso e ha una remunerazione decorosa. La messa in piega non è parte di questa piattaforma: non è né un diritto né un difetto. E così le abitudini personali. Non mi piace questo attacco sessista alle ministre del Pdl, umilia anche me perché è l'uso del linguaggio che è sbagliato. A tutte le donne è capitato nella vita di avere nemici che preferiscono attaccare non per quel che fai o dici, ma umiliando il lato umano. Non ho mai usato questi mezzucci, e non lo farò mai. Si scontri dunque tutto il tempo che vuole con il ministro Gelmini, ma non si aggreghi a una deriva, che è, questa sì, umiliante anche per lei."
Ora, a parte l'italiano incerto - Lucia, ma che stai a di'?! Dov'è il pettegolezzo qui? La professoressa riprende, del tutto legittimamente, delle dichiarazioni della ministra stessa. La messa in piega non è né un difetto né un diritto, santa verità, però che la ministra potrebbe stare in ministero durante una fase così calda invece di andarsi a fare i capelli non mi pare un attacco personale.
Il grido al sessismo ogni volta che si dice "a" su una politica donna del governo Berlusconi (perché mi pare che le battutine sulla Bindi o sulla Turco passassero abbastanza sotto silenzio) meriterebbe una disamina a parte: mi limito a ricordare l'uscita infelicissima sull'altezza dell'insopportabile Brunetta che ha fatto proprio oggi D'Alema, per dire che l'insulto alle caratteristiche fisiche dell'avversario è abbastanza trasversale ai sessi. Berlusconi è nano e pelato, Fassino è un perticone, Gasparri c'ha la faccia da scemo. Per altro, mi sembra molto più sessista farsi difendere dal fidanzatino, onestamente.
Quindi, professoressa Elena La Gioia, se dovesse fare una ricerca su internet col suo nome capitando in questo post, voglio farle sapere che ha tutta la mia solidarietà, e che tutto quello che possiamo fare per demistificare la cialtronaggine di questo governo è un atto politico forte. [Il problema è quella imitazione che fece la Guzzanti dell'Annunziata. E' vero, era tanto stronza, nemmeno a me piacque come la prendeva in giro per gli occhi storti, oltre che per una certa ottusaggine: e l'offesa deve averla un po' accentuata, tra l'altro, l'ottusaggine]
Mi sembra una lettera carina, che sottolinea la pochezza di un articolo dedicato a cazzatelle quando ogni spazio di un giornale potrebbe più intelligentemente essere utilizzato per commentare in modo congruo questa riforma della scuola così dirompente e criticata; inoltre prende un po' in giro la ministra basandosi su sue personali scelte di autorappresentazione, che mostrano appieno la donnetta che è; coglie anche dei comportamenti che cozzano con l'insopportabile retorica brunettiana sulla nullafacenza dei dipendenti pubblici. A me piace questa lettera. Però se non mi fosse piaciuta, e fossi stata la titolare della rubrica di posta, l'avrei cestinata e ne avrei pubblicata un'altra.
Invee che fa Lucia Annunziata? La pubblica e ne approfitta per dare una lezioncina di bon ton: "Gentile professoressa, immagino lei sappia che mi sono più volte espressa senza ambiguità a favore della vostra protesta, in particolare non amo il maestro unico né le classi separate. Dopo aver fatto una premessa così chiara credo dunque di potermi permettere di prendere le distanze da ciò che lei dice, sperando di essere capita: sono contraria all'insulto personale, a sminuzzare il confronto politico in pettegolezzi, all'usare i valori personali come indicazioni politiche. Insomma, non mi piace che lei parli della messa in piega della Gelmini, o della sua relazione, per farne esempi di parti per il tutto. La sua protesta e quella dei suoi colleghi è fatta a nome della dignità di vivere come si crede meglio, grazie anche a un lavoro che ha un senso e ha una remunerazione decorosa. La messa in piega non è parte di questa piattaforma: non è né un diritto né un difetto. E così le abitudini personali. Non mi piace questo attacco sessista alle ministre del Pdl, umilia anche me perché è l'uso del linguaggio che è sbagliato. A tutte le donne è capitato nella vita di avere nemici che preferiscono attaccare non per quel che fai o dici, ma umiliando il lato umano
Ora, a parte l'italiano incerto - Lucia, ma che stai a di'?! Dov'è il pettegolezzo qui? La professoressa riprende, del tutto legittimamente, delle dichiarazioni della ministra stessa. La messa in piega non è né un difetto né un diritto, santa verità, però che la ministra potrebbe stare in ministero durante una fase così calda invece di andarsi a fare i capelli non mi pare un attacco personale.
Il grido al sessismo ogni volta che si dice "a" su una politica donna del governo Berlusconi (perché mi pare che le battutine sulla Bindi o sulla Turco passassero abbastanza sotto silenzio) meriterebbe una disamina a parte: mi limito a ricordare l'uscita infelicissima sull'altezza dell'insopportabile Brunetta che ha fatto proprio oggi D'Alema, per dire che l'insulto alle caratteristiche fisiche dell'avversario è abbastanza trasversale ai sessi. Berlusconi è nano e pelato, Fassino è un perticone, Gasparri c'ha la faccia da scemo. Per altro, mi sembra molto più sessista farsi difendere dal fidanzatino, onestamente.
Quindi, professoressa Elena La Gioia, se dovesse fare una ricerca su internet col suo nome capitando in questo post, voglio farle sapere che ha tutta la mia solidarietà, e che tutto quello che possiamo fare per demistificare la cialtronaggine di questo governo è un atto politico forte. [Il problema è quella imitazione che fece la Guzzanti dell'Annunziata. E' vero, era tanto stronza, nemmeno a me piacque come la prendeva in giro per gli occhi storti, oltre che per una certa ottusaggine: e l'offesa deve averla un po' accentuata, tra l'altro, l'ottusaggine]
venerdì 17 ottobre 2008
Io se fossi Saviano avrei scritto un libro bellissimo e coraggioso. Però se fossi Saviano non mi sarei fatta fare nemmeno una di quelle foto in posa col volto sofferto, anzi magari una anche sì da diffondere alla stampa, per non creare il mito alla Salinger, ma poi basta. Poi mi sarei rifiutata di diventare l'esperta ufficiale di camorra di questa o quella testata. Probabilmente mi sarei subito trasferita da qualche altra parte, avrei continuato a intervenire sul problema di tanto in tanto ma mi sarei rifiutata, diciamo da un punto di vista estetico-filosofico, di diventare un personaggio-eroe. Questo processo mediatico è il mio problema personale con Saviano. Eppure non tollero le critiche, spesso sguaiate, che lo tacciano di furbizia, di macchina per fare soldi. O quelli che questionano il libro con il fatto che non ha detto niente di nuovo: la sua forza è il racconto di una situazione, mica doveva dire qualcosa di nuovo, ma costruire il quadro di un contesto, una società, una cultura.
Sul valore letterario del libro, per me molto alto, nemmeno mi pronuncio. Faletti per tutta la vita a chi continua a sollevare la questione.
Io mi schiero però con la sorella di Falcone, se Saviano è stufo di questa vita, e mi stupirebbe il contrario, è bene che vada. Il mondo è grande, pieno di posti incredibili.
Perché restare in mezzo ai camorristi? Ma soprattutto, perché restare in mezzo a sta gente?
"Perché se venivano un mesetto prima [dei cinque mesi in cui sono state uccise 16 persone] potevano vedere tutta la popolazione di Casal di Principe, San Cipriano, tutti quanti, diecimila, quindicimila persone, tutti con la Madonna. A vede' portare la Madonna, a fare manifestazioni religiose. Non fate vedere solo la Casal di Principe che non ci rispecchia."
E' vero, fate vedere la Casal di Principe che li rispecchia. Sanfedisti del cazzo.
Sul valore letterario del libro, per me molto alto, nemmeno mi pronuncio. Faletti per tutta la vita a chi continua a sollevare la questione.
Io mi schiero però con la sorella di Falcone, se Saviano è stufo di questa vita, e mi stupirebbe il contrario, è bene che vada. Il mondo è grande, pieno di posti incredibili.
Perché restare in mezzo ai camorristi? Ma soprattutto, perché restare in mezzo a sta gente?
"Perché se venivano un mesetto prima [dei cinque mesi in cui sono state uccise 16 persone] potevano vedere tutta la popolazione di Casal di Principe, San Cipriano, tutti quanti, diecimila, quindicimila persone, tutti con la Madonna. A vede' portare la Madonna, a fare manifestazioni religiose. Non fate vedere solo la Casal di Principe che non ci rispecchia."
E' vero, fate vedere la Casal di Principe che li rispecchia. Sanfedisti del cazzo.
martedì 14 ottobre 2008
Ho aggiunto un nuovo blog ai collegamenti. Lo trovo scritto benissimo ed esprimente un'intelligenza superiore. Tanto per rimanere sul leggero, come post-prova leggete questo.
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